Il DPCM di ieri sera ha messo in pausa lo sport (almeno) sino al 3 aprile. Rendendo superfluo (per quanto riguarda il calcio), l’attesissimo consiglio straordinario della FIGC previsto per oggi. Se non altro, il provvedimento governativo ha posto fine ai rimpalli ed ai rinvii registrati negli ultimi giorni.
In mattinata la Lega Pro ha fatto proprie le disposizioni: “sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI)…in tutti i tali casi le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano”.
Intervenendo ieri a Radio BustoLive, il DS della Pro Patria Sandro Turotti ha messo il punto sulla realtà generale e sullo specifico biancoblu: “La comunicazione dei vari enti in questi giorni è stata allucinante. Sabato scorso si poteva allenarsi e giocare a porte chiuse, domenica non più. Il discorso è molto lungo. Mi spiego. Bloccare il campionato sino al 3 aprile non significa che poi il 4 o il 5 si possa già giocare. Perché nel frattempo le squadre dovrebbero potersi allenare e questo credo comporti gli stessi rischi di contagio. Se non superiori. Tutto andrà valutato con molta attenzione. Se riprendiamo l’attività agonistica senza un necessario periodo di allenamento, aumentiamo la probabilità di infortuni. Bisognerà ridiscutere i calendari. Magari ripartendo dopo Pasqua e non facendo playoff e playout. Non si possono fare 12 partite in un mese. In riferimento alla Serie C, credo che dovremo pensare di espandere la stagione sino al 30 giugno. Altrimenti non si tutela nessuno. Comportiamoci in tutto e per tutto da professionisti”.
Al Direttore biellese non sono andate giù alcune allusioni alla presunta venalità del calcio: “I giocatori sono a rischio come tutti. E le partite possono essere anche un modo per distrarsi in questo momento così difficile. Valutiamo le cose con attenzione e senza interessi politici e personali. In questa situazione ci perdono tutti. Dobbiamo abituarci a rinunciare a qualcosa”. Tra le spigolature anche la designazione (confermata ieri a zona rossa già certificata) di Federico Longo di Paola: “In questi giorni abbiamo visto partite a porte aperte, altre a porte chiuse o non giocate. Ci sta anche l’arbitro calabrese per Lecco – Pro Patria…”. A chiudere due parole sul recente rinnovo sino al 30 giugno 2022: “E’ una segnale di continuità. Mi fa piacere che i tifosi l’abbiano apprezzato”. Si comincia già a lavorare per il futuro. A campionato sospeso più che mai.
Giovanni Castiglioni