Ecco un’addizione: vittorie sportive + successi scolastici + un riconoscimento importante = un 2020 tutto da incorniciare. Questo il calcolo che ha portato Giuseppe Tricarico a vivere un anno speciale, insignito recentemente del premio “Talenti dello Sport 2020”, assegnatogli dal Panathlon Club Varese.
Sedici anni e tanta voglia di stupire per questa giovane promessa del tennis italiano, che cresce e si migliora giorno dopo giorno sui campi del Tennis Time ASD di Busto Arsizio, sotto lo sguardo attento dell’allenatore Paolo Zingale. “Novak Djokovic è il mio idolo – afferma Tricarico -, ho sempre seguito i suoi match fin da piccolo, tant’è che piangevo quando lui perdeva. Amo la terra e il dritto è il mio colpo preferito. Sogno di giocare a Wimbledon e agli Internazionali di Roma”.
Congratulazioni Giuseppe per il riconoscimento ottenuto dal Panathlon Club, ti ha emozionato?
“Certamente, quando il mio maestro Paolo Zingale me lo ha comunicato, ho provato felicità e stupore. Ci siamo allenati molto quest’anno, facendo diversi tornei e raggiungendo buoni risultati. Sono contento che questo impegno sia stato riscontrato dagli addetti ai lavori. Per me rappresenta uno stimolo per fare ancora meglio”.
A quali competizioni hai partecipato?
“A settembre ho preso parte ai Campionati Italiani di categoria e al Torneo Giovanile di Macro Area, affrontando avversari provenienti dalle altre regioni d’Italia. Ho partecipato anche ad altre manifestazioni di caratura più locale, vincendone quattro. Nonostante gli impegni sportivi, sono riuscito ad andare bene negli studi e penso che anche questo fattore abbia influito nell’assegnazione del premio”.
Da quanto tempo giochi a tennis?
“Ho iniziato a giocare all’età di 8 anni, allenandomi sempre presso il Tennis Time e ho iniziato a fare agonistica da circa cinque anni. A dire il vero, il mio primo sport praticato fu il calcio, ma mi stancai in fretta. A quel tempo mio zio giocava a tennis, così mi avvicinò a questa pratica: è stato un colpo di fulmine. Mi ha divertito fin da subito e col passare del tempo ho capito di avere delle qualità”.
Quanto sono stati pesanti i lockdown per te?
“Non è stato facile approcciarsi a questa situazione del tutto nuova, specialmente durante la prima quarantena. Il nostro preparatore atletico ci ha fornito dei programmi da seguire a casa e per i primi tempi abbiamo dovuto adeguarci così. Quando la FIT ha emanato il protocollo che permetteva gli allenamenti agli atleti della seconda categoria, di cui io faccio parte, sono riuscito a tornare finalmente in campo. La seconda fase della pandemia non mi è pesata molto, poiché ho continuato a gareggiare nei tornei di rilevanza nazionale”.
Negli ultimi 2-3 anni sono emersi alcuni talenti importanti nel panorama tennistico italiano, come ad esempio Matteo Berrettini, Jannik Sinner o Lorenzo Sonego. Credi che questo sia un segnale di crescita per il movimento?
“È così, la scuola italiana ha ricominciato a sfornare giovani talentuosi. Oltre agli atleti da te citati, ce ne sono ancora altri che si stanno facendo notare. È un grande momento per il tennis nostrano, spero che questo periodo duri a lungo”.
Che tipo di tennista sei?
“Il mio colpo migliore è il dritto, da sempre, ma sto lavorando molto per affinare anche il rovescio. Per tanto tempo ho giocato perlopiù da fondo, ora invece sto impostando un approccio più aggressivo, stando più vicino alla rete e migliorando il servizio. Nel tennis odierno, le prerogative sono queste, è fondamentale rimanere al passo con i cambiamenti stilistici. Per le caratteristiche che ho, il mio gioco è probabilmente più adatto alle superfici veloci, ma sulla terra mi trovo a mio agio”.
Obiettivi per il futuro prossimo?
“Nel 2021 mi piacerebbe aumentare il mio livello nella seconda categoria, partecipando quindi anche a qualche torneo giovanile all’estero”.
Dario Primerano