Legge quadro per ribaltare la riforma Spadafora, sostentamento energetico e riequilibrio dei conti. Questi sono alcuni dei principali temi esposti dal candidato alla presidenza del CRL Carlo Tavecchio, attraverso l’incontro virtuale avvenuto questa sera con le società della provincia di Varese. L’ex presidente della Lega Calcio ha esordito scagliandosi con l’attuale reggente del Comitato Regionale Lombardo Antonello Cattelan: “Mi si contesta la scelta di aver voluto organizzare videoconferenze per fare campagna elettorale. Lui, però, ha fatto proprio il contrario, incontrando di persona gli addetti ai lavori in piena emergenza sanitaria. Qui c’è un problema di coerenza”. Una critica viene mossa anche sotto il profilo dell’organizzazione, in questi giorni di difficoltà: “È fondamentale rendersi conto che nelle altre regioni ha già presentato liste e programmi, qui in Lombardia siamo in ritardo di dieci giorni, perdendo giorni di lavoro preziosi. Coloro che hanno scelto di dimettersi, hanno capito il danno provocato?”.

Argomento molto sentito da Tavecchio riguarda la recente riforma sportiva approvata dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, schierandosi in piena opposizione: “Il Governo cosa crede di ottenere con una manovra di questo genere? Così si vuole uccidere non un solo sport, ma tanti. Ho sentito dire che il vincolo sportivo sia anticostituzionale: ma chi lo dice? Non dobbiamo dimenticarci del ruolo fondamentale che il vincolo ha avuto per garantire il finanziamento delle società sportive”. A proposito del tema economico, Carlo Tavecchio ritiene “inaccettabile la parificazione degli operatori del settore sportivo dilettantistico con i lavoratori normali, tanto quanto i calciatori che gestiranno in autonomia la ritenuta fiscale”. Esiste una soluzione? Secondo il candidato regionale c’è: “Solo una nuova legge quadro ribalterebbe questa riforma, ma ci vorrebbero anni prima dell’attuazione”.

Fondamentale per Tavecchio è il discorso economico legato al calcio dilettantistico: “In un momento di grande difficoltà come questo, come dovrebbero patrimonializzarsi le società sportive? E i comitati? Non possiamo permetterci che il calcio diventi uno sport d’elite, perché non lo è. Negli oltre 200 miliardi previsti dal Recovery Fund, chiedo che una quota sia riservata agli investimenti in questo sport”.
Secondo Tavecchio, dal termine della sua presidenza presso la Lega Calcio, i numeri sono andati calando nel tempo: “Non dimentichiamoci che il dilettantismo e i volontari occupano un ruolo primario. Grazie ad essi, vengono prodotti circa 1,5 miliardi l’anno a fronte dei 6 miliardi totali. La mia gestione è stata criticata, ma voglio far presente che da allora ci sono meno tesserati nelle società, meno comitati regionali e persino il patrimonio netto. Le posizioni amministrativo-gestionali devono essere occupati da operatori formate specificamente per questi ruoli”.
Trova spazio anche il tema energetico: “Credo sia fondamentale cercare di stipulare importanti contratti nazionali e regionali con i fornitori di elettricità e idrocarburi per sostenere lo sport, permettendo a tutte le società agevolazioni sull’utilizzo energetico. Sullo stesso filone sarebbe fondamentale occuparsi della anche della ristrutturazione e del mantenimento degli impianti sportivi e dei terreni di gioco. Anni fa mi presi le critiche per i campi in sintetico, oggi sono all’ordine del giorno”.

Idee chiare e voglia di rimettersi in gioco basteranno all’ex numero 1 del calcio italiano a farsi eleggere in Lombardia? Secondo il diretto interessato sì: “Questo sono io, non cambio filosofia e non cambio personalità, piaccia o meno. La passione che ho per il calcio, specie per i giovani e i dilettanti, è e sarà sempre una prerogativa per me”.

Di contro, non è mancata la voce forte delle società. Su tutti Carmine Gorrasi, DG della Solbiatese, secondo cui “è necessario che venga posta una fine all’egemonia rappresentata dai comitati di Bergamo e Brescia, che presentano numeri non realistici e racchiudono tutto il potere regionale” e chiedendo di “ottenere un rappresentante competente che accolga le istanze provenienti dalla provincia di Varese”. Samuele Leone, Direttore Sportivo dell’Asd Nuova Abbiate, ha lanciato una critica verso gli organi di governo: “Coloro che si occupano di sancire decisioni e protocolli, sembra che non siano realmente a conoscenza delle vicende e dei problemi che gravano sulle piccole società. Chiediamo che i nostri appelli siano ascoltati e accolti attraverso certezze e garanzie, tanto in Lombardia quanto a Roma”.

Dario Primerano

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