Toccherà farci l’abitudine. Per un bel po’. Niente one on one. E neppure conferenze stampa. L’intervista torna a correre sul filo. Condizione impersonale, non ottimale, ma inevitabile in ruggente emergenza Covid-19. Ivan Javorcic antepone l’interesse collettivo a quello strettamente individuale: ”Dobbiamo essere responsabili. Come cittadini e come professionisti. Conosciamo le regole da osservare e sin da subito la società ci ha fornito tutto il supporto informativo necessario. Sui protocolli di squadra e sull’igiene personale. E’ una situazione straordinaria e di non semplice gestione. Ma dobbiamo dimostrare capacità di adattamento“.
L’altro giorno Jurgen Klopp ha stoppato l’argomento sul nascere dichiarando: “Non conta l’opinione di un allenatore. Ma degli esperti. Se ci dicono di giocare, giochiamo”. Ineccepibile…
“Assolutamente d’accordo. Non c’è molto da aggiungere. Lasciamo a chi ha competenza specifica la parola su questi argomenti”.
Tre settimane di stop forzato hanno permesso il rientro dei tanti infortunati registrati dall’inizio dell’anno?
“Abbiamo recuperato praticamente tutti. Tranne ovviamente Kolaj (out per la stagione, ndr) e Brignoli per cui non abbiamo tempi di rientro precisi. Dovremo valutare nelle prossime settimane. Stiamo vivendo condizioni molto particolari. Dal punto di vista metodologico e della preparazione. Devo però dire che abbiamo lavorato bene e senza risentire particolarmente della situazione”.
Capitolo porte chiuse. Cosa cambia sul piano tecnico? In fondo è una condizione che avete già testato a Grosseto con la Pianese visti i 77 spettatori…
“Già, è un bel paradosso. Sul piano tecnico cambia poco. Nell’aspetto mentale può invece cambiare parecchio. Nello sviluppo dei momenti positivi e di quelli negativi. Noi possiamo solo pensare di prepararci al meglio”.
Cosa è rimasto dell’ultima gara giocata, quella persa allo “Speroni” con l’Arezzo?
“E’ una partita ormai lontana. Sia tecnicamente che mentalmente. In questi giorni abbiamo cercato di migliorare vari aspetti. Senza stravolgere gli abituali standard di lavoro”.
Il match di Lecco (martedì ore 15) farà da benchmark per l’ultima parte di stagione?
“Fino ad un certo punto. Da qui al termine sarà fondamentale gestire il passaggio da una partita all’altra. Giocando due volte alla settimana bisogna sapersi lasciare tutto alle spalle. E guardare sempre avanti. Devo trovare una sintesi? Diciamo che sarà un minitorneo. Con regole di ingaggio differenti. Sarà tutto un’incognita”.
Sarebbe stato più omogeneo ed equo fermare subito anche il Girone C?
“Difficile dare un giudizio. La situazione che stiamo vivendo è davvero straordinaria. A tutti i livelli. Ribadisco quanto detto prima. Cerchiamo di comportarci da cittadini e professionisti responsabili. Il resto lasciamolo da parte”.
Giovanni Castiglioni