Quando giovedì scorso in occasione del battesimo stagionale della Pro Patria Patrizia Testa ha ringraziato gli sponsor per la rinnovata fiducia nel progetto biancoblu, in realtà, stava offrendo loro un’opportunità. Poche ore dopo infatti, la Ragioneria Generale dello Stato bollinava ufficialmente il Decreto Agosto, una manovra da 25 miliardi di scostamento di bilancio tra i cui 115 articoli compare anche la misura che qualcuno ha definito il salva leghe (sportive, s’intende). Il riferimento è al credito di imposta per le sponsorizzazioni, un plafond (rifinanziabile) di 90 milioni che garantisce un bonus fiscale del 50% per chi associa il proprio marchio a squadre o atleti. In parole poverissime (e senza lambire F24 e dintorni), la possibilità di compensare debiti verso l’Erario e diminuire le imposte fino alla concorrenza della metà di quanto investito a supporto di attività sportive di squadra o individuali. 

I tartassati. Il provvedimento è un chiaro successo ascrivibile al Comitato 4.0, il panel trasversale costituito in piena emergenza Covid e composto dai vertici di Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Pallavolo Serie A Femminile, Lega Basket Serie A, Fidal Runcard, Lega Basket Femminile, Lega Pallavolo Serie A e (per il calcio) dalla Lega Pro di Francesco Ghirelli. Di fatto, gran parte dello sport che vive in quell’area borderline tra professionismo e dilettantismo particolarmente colpita dalla crisi economica seguita alla pandemia. Discipline omogenee per dimensioni dei fatturati e costi salariali che hanno trovato un punto di contatto nella necessità di chiedere al governo l’avallo normativo di un progetto di sistema. Tutt’altra cosa rispetto agli abituali contributi a pioggia che spostano semplicemente in là il problema senza affrontarlo alle radici. Premesso che la cifra stanziata rischia di essere insufficiente (se preferite, simbolica), a mesi scopriremo quanto questa svolta finanziaria nell’approccio alle sponsorizzazioni sportive oltre che nelle modalità, sarà rivoluzionaria anche negli effetti.         

E’ inutile suonare qui non ti aprirà nessuno. L’attuale bouquet dei principali partner commerciali della Pro Patria (snocciolati l’altra mattina dalla presidentessa tigrotta), si può riassumere in Hupac, Fragi, Agesp, Gesa del patron Galli, CC Gestione Logistica di Christian Cerrone, più la famiglia Vender che sarà ancora jersey sponsor (con ogni probabilità, nuovamente attraverso il marchio Davighi International). Alla lista va poi sommata la simbiosi con l’Associazione Commercianti di Busto del consigliere Emanuele Gambertoglio che proseguirà la sponda per il Progetto Led. Un cast di supporto che (per quanto lodevole), non basta a preservare la numero uno di via Cà Bianca dal notevole sforzo economico profuso nell’ultimo lustro. Status quo che, sempre in occasione dell’avvio della stagione 2020/2021, Patrizia Testa non ha mancato di far notare: “Penso di aver dimostrato in questi anni di essere una persona seria. Credo che la città non abbia più alibi”. Qualora ce ne fossero stati di natura fiscale, per le ragioni di cui sopra, sono evaporati anche quelli.                     

Giovanni Castiglioni

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