
Il nuovo stop ordinato dalla Regione Lombardia cala sul calcio dilettantistico come una doccia fredda. L’ennesima, in un anno travagliato come quello che stiamo vivendo. Attesa o meno, questa sosta forzata riporta alla luce problematiche che le società sportive speravano di essersi lasciate alle spalle, almeno in parte. Ad alzare la voce e a chiedere spiegazioni a riguardo sono i dirigenti dei club, tra cui il Team Manager della Valceresio Michele Miani: “Questa situazione sta diventando sempre più ingestibile, dobbiamo far fronte a una crisi reale sotto vari aspetti”.
Come avete reagito a questa nuova direttiva regionale?
“Ovviamente non l’abbiamo presa bene. Così facendo, ci vengono tolte le poche fonti di sostentamento di cui disponiamo, ma arrivati a questo punto fermare tutto diventa il male minore: non avrebbe senso tenere aperte le strutture senza affluenza. Allenarsi a porte chiuse e giocare con pubblico ridotto, ci avrebbe portato ad avere i bar dello stadio di Arcisate e del centro sportivo di Brenno praticamente vuoti. Inoltre i guadagni relativi alla vendita dei biglietti sarebbero stati davvero troppo bassi”.
Quali effetti comporta questa chiusura per la Valceresio?
“I continui divieti ci portano a rischiare il fallimento, e come noi anche le altre società. Ci impegniamo ad abbassare il più possibile i costi di gestione, ma vorremmo anche capire come andare avanti. Avevamo in programma di fare la tombolata natalizia e stampare il libretto di presentazione delle nostre squadre, ma entrambe le cose sono state annullate. I genitori si sono fatti sentire e anche i ragazzi tra juniores e prima squadra hanno mostrato qualche preoccupazione. Sono sicuro che sapremo confrontarci serenamente con loro”.
Secondo lei si riprenderà dopo il 6 novembre?
“Penso che non si ricomincerà nel breve periodo: almeno fino a gennaio saremo tutti fermi. Bloccare le attività sportive per quasi un mese lascia presupporre a uno stop più lungo, se non definitivo. La federazione deve trovare in fretta una soluzione, altrimenti non ne verremo fuori. Lo scorso marzo, quando i campionati vennero sospesi, qualcuno propose di riprendere direttamente nel 2021 da dove si era lasciato. Col senno di poi, non era una cattiva idea”.
Dario Primerano