Roberto Prini, DS della Valceresio, interviene sui temi più caldi che da qualche settimana a questa parte stanno tenendo banco nel mondo del calcio giovanile e dei dilettanti e fa un’interessante riflessione anche sulla questione del vincolo sportivo. Il momento attuale è difficile sotto ogni punto di vista, perchè dunque non proporre qualcosa di nuovo e riflettere bene sul futuro di tanti ragazzi innamorati del pallone?

Il CRL ha individuato come data della possibile ripartenza del campionato quella del 7 febbraio. Che cosa ne pensa a riguardo?
“Proporre date per la ripresa oggi non ha alcun senso: la situazione è talmente fluida che parlare di dicembre o gennaio non ha alcun senso. E poi anche se ciò fosse possibile, come avverrebbe la gestione degli allenamenti e delle partite? Porte e spogliatoi aperti o chiusi? Docce sì oppure no? Allenamenti individuali, a piccoli gruppi o di squadra? Cambierà il protocollo? Sono troppe le domande a cui oggi non possiamo rispondere e le società dilettantistiche hanno già speso tanti soldi negli scorsi mesi per consentire la ripresa dell’attività in piena sicurezza da agosto a ottobre”.

Quanto al format del campionato, qual è la sua idea?
“Bisogna fornire proposte concrete sul proseguimento dei campionati a seconda della data di ripartenza. Piano A: allenamenti a gennaio, campionati da febbraio. Piano B: allenamenti a febbraio, campionati da marzo e via dicendo. Con la salute e la sicurezza di atleti e staff in primis, e bisogna garantire a tutti la possibilità di giocare tanto e recuperare il tempo perduto. Se si ripartisse a gennaio, e purtroppo temo che non accadrà, che senso avrebbe far disputare solo il girone di andata e poi forse play out e play off? Chi resta fuori da play off e play out, giocherebbe due mesi e poi si fermerebbe di nuovo. Siccome il Covid ha rivoluzionato il modo di fare sport e dunque di fare calcio, perché non proponiamo soluzioni nuove, da testare in una stagione eccezionale come questa e nel caso abbandonare in futuro se non danno i frutti sperati?”.

Quale potrebbe essere?
“A me stimola molto l’idea di una seconda fase dei campionati a “orologio”. Se esistono le tempistiche, si potrebbe concludere i gironi d’andata e dividere la classifica in due gruppi. Nel primo gruppo le prime 8 squadre nel caso di gironi a 16, nel secondo gruppo le seconde 8 squadre. A ogni squadra viene assegnato un punteggio che tiene conto del girone già giocato: esempio, 8 punti alla prima, 7 alla seconda e così via. E poi si gioca un secondo girone all’italiana di 7/8 turni. Ogni squadra prosegue la sua attività agonistica per altri due mesi, gioca contro avversarie alla sua portata ed ogni girone ha interesse fino al suo epilogo o quasi. Parallelamente, si consente alle società di organizzare tornei per ossigenare le casse. Nel caso, si potrebbe estendere l’attività e quindi i cartellini e le coperture assicurative, oltre la scadenza attuale del 30 giugno”.

Sulla questione pagamenti, il presidente del CRL Baretti ha assicurato che finché non si tornerà a giocare le società non pagheranno più niente. Qual è la sua opinione su questo tema?
“Non entro nel merito delle questioni finanziarie: iscrizioni, tasse e contributi vari che le società versano in federazione. C’è chi conosce le cose meglio di me, io preferisco stare sul campo, parlare con gli allenatori ed i giocatori. Ma purtroppo non sento nessuno, o quasi, parlare dei settori giovanili. Leggo dichiarazioni che riguardano solo, o quasi, le prime squadre. Mi domando: e i nostri ragazzi? Spero di sbagliarmi, ma così non si sta dando un bel segnale alle generazioni future. La piramide del calcio post Covid ha bisogno di una base solida che funzioni, non di ripartire dall’alto. Allora ripartiamo dal basso con soluzioni nuove, come la fase ad orologio che ho descritto prima e che consente di non assistere più ai 15-0 che non servono a nessuno. Non ripartiamo dal blocco dei fuoriquota né dal blocco delle categorie: se nella stagione 21/22 facessimo fare ancora gli Allievi alla classe 2004, a gennaio 2022 avremmo ragazzi di 18 anni che giocano ancora negli Allievi. Scherziamo? A 18 anni devi giocare almeno in Juniores se non in prima squadra. Piuttosto aboliamo o limitiamo ancora per un altro anno le retrocessioni. Se nella scorsa stagione sono state abolite dopo aver giocato 20 partite di campionato (con squadre a zero punti in classifica), si dovrà fare altrettanto in questa stagione dove se va bene ogni squadra giocherà 14/15 partite ed il risultato del campo sarà ancora più parziale rispetto a qualche mese fa. Ci sarà tutto il tempo negli anni a venire per una riforma che riporti le squadre regionali ad un numero congruo”.

Quanto al vincolo sportivo?
“Sono assolutamente contrario all’abolizione del vincolo sportivo. La sua cancellazione a furor di popolo, senza una corretta revisione del premio di preparazione, avrà pesanti ripercussioni sulle società e sulle famiglie. Sulle società perché l’abolizione del vincolo e quindi del premio preparazione causerà disinvestimenti sui settori giovanili. Chi infatti farà crescere ragazzi per inserirli in prima squadra se al 30 giugno di ogni anno questi potranno cambiare società senza un’adeguata contropartita economica? Sulle famiglie perché il costo dei vivai graverà solo o quasi sulle loro quote. Qualcuno dice che questo sistema funziona già in Lazio e in Campania. Vero. Ma in Lazio e Campania le rette costano il doppio che qui da noi. Il motivo è semplice: ciò che le società non incassano coi premi preparazione, lo incassano grazie a rette mensili più alte se non doppie. E’ questo ciò che vogliamo?”.

La società Valceresio come sta affrontando questo momento particolare?
“Nonostante la situazione generale, la Valceresio è una società forte, unita, solida, senza debiti con strutture e staff all’avanguardia. Quando si potrà ripartire in sicurezza, lo faremo come e meglio di prima: alzeremo ancora l’asticella, migliorando gli staff tecnici e le strutture. Per intanto lavoriamo a distanza con i nostri giocatori, che hanno ricevuto dagli staff programmi di lavoro da svolgere a casa individualmente. Ma nell’ombra stiamo già lavorando perché i prossimi mesi portino grandi novità alla Valceresio”.

Michele Marocco

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