Varese-Treviso: non ce la faccio, troppi ricordi. Citando un famoso meme, potremmo iniziare così la presentazione di questa classica del nostro basket che negli anni ’90 vedeva la corazzata della Marca salire a Varese per dei veri e propri partitoni dove Meneghin e soci facevano impazzire i tifosi biancorossi fino al famoso apice del ’99. Poi la storia ha riservato poche gioie ai padroni di casa e anche un fallimento agli ormai ex verdi della Marca tornati all’originale bianco azzurro con la nuova forma societaria.
Lasciando da parte l’amarcord – sennò la lacrimuccia ci scende davvero – il presente non è certo benevolo per nessuna delle due contendenti. Se la passa un po’ meglio la De Longhi che, seppur reduce dalla sonora sventola rimediata dalla Virtus Bologna con un per nulla tenero -26 casalingo, è a quota 10 punti e sale alla Enerxenia Arena con l’intenzione di giocarsi le sue carte per le possibili final Eight di febbraio che si disputeranno al Forum di Assago. 
Varese, invece, giace sul fondo della classifica insieme a Cantù, Trieste e Fortitudo Bologna nel pieno gorgo della zona retrocessione. Una squadra, quella biancorossa, che non vince dal 22 novembre ed è reduce da un solo successo nelle ultime 9 uscite dopo la cancellazione della vittoria contro la defunta Virtus Roma. Un quadro non certo idilliaco per avvicinarci ad una gara che ha un peso fondamentale nel cammino biancorosso. 

Già, perchè dopo Treviso si andrà in trasferta a Trieste, altra squadra attualmente nella zona rossa e attesa da un tour de force di 6 gare dal 23 dicembre al 10 gennaio (praticamente una ogni 3 giorni per recuperare tutte quelle perse per via del covid) per poi chiudere in casa contro Brindisi. Si capisce come quella di domenica rivesta un peso specifico particolarissimo: uscire dalle volte del Lino Oldrini con un’altra sconfitta diverrebbe un macigno difficile da portare. Così come chiudere l’andata con sole 3 vittorie: un bilancio che porta molto, ma molto vicini alla condanna. Diamo tempo al tempo comunque e guardiamo a ciò che di positivo è emerso in laguna a partire dalla prova del neo arrivato Beane.

Capacità di saltare l’uomo con estrema facilità, attacca il ferro, apre spazi ed è in ottima forma fisica. Insomma, tante responsabilità tra cui anche quella di giocare l’ultimo pallone decisivo che qualcosa pur significa… Puntare su di lui e sul solito Strautins sono cose da fare così come il quintetto con Morse e Scola in coppia, una delle pochissime soluzioni che fornisce ritorni a livello difensivo. Qualche spunto positivo c’è, bisogna partire da qui e dal concetto che giocando ai 90 punti difficilmente si vince: giù bassi e difendere, solo così Varese può ripartire.

Matteo Gallo

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