A una settimana dal primo match ufficiale in Coppa Italia e a due dall’inizio del campionato, in casa Varesina si lavora con intensità per scaldare i motori in vista della nuova stagione. La formazione di Mister Spilli è a buon diritto una delle più temute del girone: gli innesti di mercato sono stati la ciliegina sulla torta di un gruppo unito e competitivo. Elemento importante dell’ossatura della squadra, Filippo Vezzi è una delle conferme del reparto offensivo, pronto a iniziare la sua seconda annata in quel di Venegono. Ex Verbano e Sestese con trascorsi nel campionato toscano di Serie D, l’attaccante classe ‘92 è già concentrato sui primi appuntamenti di questa annata finalmente a punto di cominciare.
La Varesina è una società con un’organizzazione degna del calcio professionistico. Cosa significa per te trovarti in questo ambiente?
“Non ci si può non trovare bene perché non manca niente: le strutture di allenamento, un allenatore molto competente, una società presente tutti i giorni al campo, uno staff completo, dai massaggiatori ai dottori. Avendo giocato anche in serie D posso dire che in queste categorie è difficile trovare un’organizzazione da professionisti come alla Varesina. Qui ti fanno fare davvero il calciatore”.

Come hai vissuto i mesi senza calcio e com’è stato riprendere?
“Penso che il periodo del lockdown sia stato complicato per tutti perché non eravamo abituati a stare chiusi in casa e non avevamo mai affrontato una situazione del genere. La ripresa ci ha dato una sensazione molto bella che non si provava da tanto, ma è stata anche faticosa dopo tanti mesi di inattività. Questa è la nostra seconda settimana di doppi allenamenti dopo la mini quarantena di 14 giorni che ci aveva costretto a sospendere il raduno. Ora procede tutto bene”.

Il primo test amichevole contro la Besnatese è andato alla grande. Avete già recuperato la condizione?
“Pian piano la stiamo recuperando, anche se per ora siamo un po’ pesanti sulle gambe. In campo c’è stato subito un buon feeling con i nuovi arrivati: abbiamo creato un bel gruppo e si stanno vedendo i frutti dell’intensità degli allenamenti, perché non ci si risparmia nemmeno lì, com’è giusto che sia. Giocare la prima vera partita è stato bello; inallenamento si fanno sempre tante partitelle, ma le sensazioni sono diverse. Domenica giocheremo contro l’RG Ticino del campionato di Eccellenza in Piemonte e vedremo come andrà”.

In Coppa Italia vi aspettano il Gavirate (20 settembre) e la tua ex squadra Verbano (30 settembre). Come vedi il girone?
“È un girone tosto. Il Gavirate è una società di cui tutti mi hanno parlato bene, che ha mantenuto quasi interamente l’organico dell’anno scorso, più Pescara con cui ho giocato al Verbano e gli altri acquisti. Dal punto di vista del gruppo si conoscono già, quindi sono un passo avanti rispetto a tante squadre che hanno cambiato di più la rosa. Venendo da un campionato stravinto meritatamente avranno l’entusiasmo a mille, quindi anche questo sarà un fattore a loro vantaggio. Sarà una partita che prenderemo molto sul serio e affronteremo con la testa giusta. Quanto al Verbano, ogni anno fa sempre una squadra molto giovane ma competitiva, con ragazzi bravi e vogliosi. Ne conosco diversi e non vedo l’ora di questo altro match, che per me avrà un sapore particolare”.

Quali ambizioni avete per la stagione?
“Preferiamo mantenere un profilo basso e lasciar parlare il campo. Siamo consapevoli che come ogni anno sarà un campionato difficile, che non si vince ad agosto o sulla carta. Ogni domenica sarà una guerra e si scenderà in campo per dimostrare di poter fare bene”.

Nello scorso campionato hai messo a segno 8 gol più 2 in coppa. Qual è il tuo obiettivo per quest’anno?
“In realtà non penso più di tanto ai numeri. Segnare deve essere una cosa naturale e non scendo in campo con l’intento esclusivo di fare gol perché poi magari se non esce ci si incaponisce e innervosisce, perdendo energie importanti per fare altro. Davanti siamo in tanti: io, Urso, Broggi, Amelotti, e l’importante è che la squadra vinca”.

Che tipo di attaccante sei? Hai uno schema di gioco preferito?
“Mi sento una prima punta, ma nella mia carriera ho già ricoperto altri ruoli e sono a disposizione del mister. In generale penso che tutto diventi più semplice quando ti trovi con ragazzi di qualità che sanno giocare un buon calcio”.

Che campionato ti aspetti? Considerata la situazione attuale, pensi che il timore del covid si farà sentire in campo?
“Non credo che ci saranno timori particolari perché alla fine quando si scende in campo non si hanno altri pensieri per la testa che giocare a calcio. Il campionato di Eccellenza è sempre complesso, ma quest’anno sarà particolarmente aperto dato che ci sono diverse società che si sono mosse bene sul mercato. Ad esempio la Vergiatese ha fatto una signora squadra, poi ci sono il Pavia, la Vogherese, il Verbano, ma anche altre hanno fatto bene in questi mesi. Non vedo una favorita principale ma tante squadre che si sono rinforzate e sono proprio curioso di affrontarle e vedere come si comporteranno in campo”.

Silvia Alabardi
(foto Enrico Scaringi)

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