Il Coronavirus è un’emergenza che sta colpendo tutto il globo. In Italia ogni giorno vediamo medici e infermieri che combattono in prima linea nelle corsie degli ospedali. I cosiddetti “eroi moderni”, perché così devono essere definiti, uomini e donne che non possono permettersi che la stanchezza e la paura prendano il sopravvento. Se da una parte sappiamo come l’Italia sta affrontando questo periodo dall’altra anche tutti gli altri Paesi sono in piena fase d’azione per arginare il più possibile il problema. Dalla Germania, più precisamente da Stoccarda, arriva la testimonianza di Mattia Barillà, 27 anni, nata in Calabria e cresciuta in terra tedesca. Lavora come anestesista nell’ospedale Robert-Bosch di Stoccarda e per il momento lì la condizione non è critica.

Il vostro Paese come sta gestendo questa situazione?
“In Germania, essendo una repubblica federale, ogni regione ha il proprio ordinamento. Nella mia regione la situazione è sotto controllo a livello sanitario ma sono comunque state attuate delle regole ferree consone al momento per salvaguardare la popolazione. Hanno iniziato a preservare i bambini e ragazzi chiudendo scuole, asili, centri di ritrovo e luoghi comuni. Anche le aziende molto grandi sono state chiuse, riducendo i rischi di contagio fin dal principio”.

Che restrizioni ci sono?
“Al momento le restrizioni non sono rigide. Ovviamente tutte le scuole e luoghi di interesse rimarranno chiusi fino al 20 aprile, salvo modifiche da parte del governo. È vietato uscire con più di una persona, a meno che faccia parte dello stesso nucleo famigliare. In supermercati, banche e farmacie sono stati adottati sistemi di segnalazioni di distanza che vanno da un metro e mezzo fino a due. Negli ospedali non è consentito l’accesso alle visite ai pazienti da parte dei pazienti per evitare contagi dall’esterno”.

La gente come si sta comportando?
“La maggior parte della popolazione è in linea e sta rispettando le regole che il ministro ha emanato. Ovviamente come in tutti i casi ci sono, fortunatamente una minoranza, persone che non le rispettano e quindi incorrono in sanzioni”.

La sanità sta reagendo bene? Le terapie intensive sono piene?
“La sanità tedesca al momento sta rispondendo bene. Qui dove abito tutte le cliniche stanno cambiando i piani di lavoro in modo da riqualificare le sale operatorie in posti per la terapia intensiva, a seconda dell’occorrenza. Al momento l’ospedale dove lavoro ha solo un terzo dei posti occupati ma stanno riuscendo a raddoppiare i posti letto rimandando e pianificando le operazioni non urgenti”.

Che clima si respira negli ospedali?
“Grazie al coordinamento tra i vari ospedali si sta riuscendo a mantenere la calma in modo da prepararsi nel migliore dei modi all’aumento di casi più gravi. Anche gli infermieri vengono preparati con corsi di aggiornamento nella cura dei pazienti in terapia intensiva. Sto lavorando 8 ore al giorno e per fortuna la situazione non ci obbliga a fare turni straordinari”.

Roberta Sgarriglia