Avevamo raccontato della storia di Federica Bonato, una ragazza ventiquattrenne di Gallarate, che studia in Spagna a Murcia, la quale a causa del coronavirus ha visto, come tanti di noi di questi tempi, stravolgere la sua vita, al punto di non poter più tornare a casa a riabbracciare i suoi cari.
Una problematica che riguarda molti ragazzi italiani che studiano all’estero e che, con i blocchi imposti dai diversi paesi colpiti da questa pandemia, lascia questi studenti in balia degli eventi. Federica racconta come l’ipotesi di tornare con l’aereo ormai sia sfumata. Le difficoltà logistiche di un viaggio aereo che partirebbe da Alicante o da Madrid per arrivare a Roma e poi da lì raggiungere i suoi cari nella città gallaratese, ed il pericolo contagio connesso ai voli, ancora elevatissimo a causa di misure di sicurezza non ancora idonee per viaggiare, non permettono di varare l’ipotesi meno costosa nonché più veloce per il rientro in patria.
Così sarà costretta, insieme ai suoi compagni italiani, a rientrare nel bel pese in macchina, affrontando un viaggio lunghissimo dal sud della Spagna, con costi elevatissimi. Contando che le norme vigenti non prevedono più di due persone per mezzo, Federica ed i suoi amici italiani, con i quali convive in Spagna, dovranno rientrare con due macchine, di cui una presa in affitto al costo di 1300 euro. Il cambio gomme, più tutti i controlli di rito per un viaggio così lungo dell’auto che già avevano, della stessa Federica, ha comportato un costo di 350 euro, a cui andranno sommati i costi di benzina e casello, con una cifra suppletiva che si aggira intorno ai 250 euro a macchina. Se paragoniamo questi costi a quelli che solitamente venivano spesi da Federica per tornare in Italia, sui 40 euro a biglietto aereo, il disagio che ne fuoriesce è enorme.
Non resta altro che dire buon viaggio a Federica e come lei a tutti i ragazzi che cercano di tornare a casa in questo periodo di emergenza Covid-19.
Alessandro Burin
