Varesino di nascita, Francesco Frattini da oltre 10 anni si trova a Sofia, dove è l’amministratore delegato di Alias Group Bulgaria, una società di consulenza che assiste oltre 250 aziende italiane in Bulgaria. Anche lì, per evitare la diffusione del Covid-19, da qualche settimana la vita si è stravolta completamente e i provvedimenti adottati dal Governo sembrano funzionare molto bene. 

Com’è la situazione sanitaria al momento?
“Qui, per fortuna, il Covid-19 non ha colpito la popolazione duramente come è accaduto in Italia. I positivi sono circa 1500, 300-400 gli ospedalizzati e una settantina o poco più le vittime su circa 7 milioni di cittadini totali”. 

Come si svolge il lockdown in Bulgaria? 
“Da metà marzo sono chiusi gli esercizi pubblici, i cinema, i teatri e i negozi non indispensabili, mentre le fabbriche sono rimaste aperte e hanno dovuto garantire un adeguato distanziamento tra addetti. Per tutti è obbligatorio indossare la mascherina quando si esce di casa, pena una multa salata. Credo che il Governo si sia mosso tempestivamente e che proprio grazie a questo la Bulgaria sia riuscita a limitare il più possibile i contagi”. 

Il Governo ha varato qualche provvedimento di natura economica?
“La Bulgaria è un Paese povero e il Governo si è concentrato soprattutto sui lavoratori, su chi purtroppo ha perso il lavoro e sulle persone maggiormente in difficoltà. Poco o niente è stato fatto in favore delle aziende”. 

Quanto a lei, che cosa è cambiato nel suo lavoro?
“In ufficio generalmente siamo in 18 e ci siamo organizzati in modo tale che in sede ci sia soltanto un impiegato per stanza; gli altri, invece, lavorano da casa. E lo stesso faccio io: riesco quasi sempre a svolgere il mio lavoro da casa e mi reco in città al massimo un paio di volte alla settimana per andare in banca o firmare qualche documento urgente”. 

Come si sta trovando con questa nuova modalità?
“Davvero bene e credo che continuerò ad utilizzarla regolarmente anche dopo che l’emergenza sarà finita. Ho scoperto questo sistema a 54 anni e penso che tornerò in ufficio per appuntamenti o bisogni specifici. Non serve andare in sede tutti i giorni e posso svolgere gran parte delle mie mansioni da casa dove mi trovo bene e posso godermi appieno mia moglie Romina, mia figlia Isabella di 4 anni e mezzo e il mio giardino”. 

La sua attività sta risentendo della pandemia? In che modo?
“Assisto società italiane che hanno un’azienda anche in Bulgaria e che si occupano delle più svariate attività: dalla produzione di abbigliamento alle materie plastiche e ai metalli, dalle energie alternative all’attività immobiliare, finanziaria e delle assicurazioni, ma anche industrie agricole. Finora abbiamo gestito molte commesse già avviate prima di questa emergenza e abbiamo risentito poco del calo. Il problema, più che altro, sarà il futuro e gli ordini che verranno nelle prossime settimane e mesi. Confido, però, che, con la ripresa dell’attività in Italia dal 18 maggio in poi, possano rimettersi in moto completamente anche le aziende bulgare che hanno la casa madre in Italia”. 

Qualche mese fa il premier Giuseppe Conte è venuto in Bulgaria per una visita ufficiale. 
“Ha incontrato anche noi di Alias Group Bulgaria che abbiamo contatti diretti con gli imprenditori italiani in questo Paese. Mi ha fatto un’ottima impressione, è una persona cortese e seria ed era molto interessato alla situazione delle nostre imprese in Bulgaria”. 

È preoccupato per la situazione sanitaria in Italia? 
“Sono in costante collegamento con i miei familiari e amici. Mia mamma ha più di 80 anni ed è in casa da oltre un mese, ma fortunatamente sta bene. Lo stesso vale per mia sorella che abita nell’hinterland milanese”. 

Laura Paganini

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