Paolo Gallo, istruttore di calcio e conduttore radiofonico di “Why Not?”, da qualche anno ha deciso di trasferirsi a Sydney, in Australia. Gallo è molto conosciuto a livello sportivo soprattutto nella zona dell’Alto-Milanese, anche per essere stato il secondo di Marcello Galli, attuale allenatore del Sedriano in Promozione.

Come è la situazione Coronavirus dall’altra parte del mondo?
“I casi accertati a oggi sono circa 5.000 (21 morti) in tutta Australia, di cui 2.298 nello stato del New South Wales, di cui fa parte Sidney. I casi di contagio crescono ogni giorno, ma fortunatamente non di molto. Nelle ultime settimane il governo ha finalmente messo alcune restrizioni, tra cui la chiusura dei ristoranti e bar al pubblico (aperti, ma solo per la delivery e il take away). Da domenica 29 marzo bisogna uscire di casa solo per necessità come lavoro, spesa o visite mediche e non si può più uscire per fare sport o attività fisica se si è in più di due persone, a meno che non facciano parte della stessa famiglia o abitazione. Sembrerebbe che con queste restrizioni abbiano giovato alla situazione, rallentando i contagi. Il governo ha anche rilasciato un App, con la quale gli abitanti possono essere sempre informati sul tema”.

Da sportivo, cosa pensi delle restrizioni che sono state applicate in Italia nello sport?
“Credo che siano assolutamente giuste, anche perché è l’unico modo per fermare questo virus. Purtroppo il mondo non era preparato a una cosa simile”.

Anche in Australia i campionati sono fermi?
“Sì, è tutto fermo già da qualche settimana ormai”.

Come stai vivendo questa lontananza dai tuoi cari in Italia? Immaginiamo i tuoi pensieri verso amici e soprattutto verso la tua famiglia.
“Ovviamente c’è molta preoccupazione. Le settimane successive al lockdown italiano sono state molto difficili per me a livello mentale. Il pensiero era fisso su familiari e amici in Italia e mi faceva “strano” vivere in un ambiente che invece era ancora sereno e lontano dal virus”.

Cosa ti aspetti dal futuro? Il Coronavirus ci cambierà?
“Bella domanda! Sono curioso di quella che sarà la vita post Coronavirus, sia per le misure preventive che verranno prese per evitare una cosa simile in futuro, sia per lo sviluppo di noi esseri umani. A parte i più anziani che hanno vissuto la guerra, noi abbiamo sempre vissuto una vita libera, abbiamo sempre avuto la libertà di decedere del nostro futuro ogni giorno. Questo virus ci sta facendo vivere una situazione nuova, dove la libertà non esiste. Ci costringe a vivere nel presente e non ci dà troppa possibilità di pensare al futuro. Sappiamo che prima o poi passerà, ma non sappiamo quando. Mi piace pensare che quanto torneremo a una vita normale, molti di noi l’apprezzeranno di più, quella stessa vita che alle volte ci rendeva infelici, nonostante avessimo tutto per renderla bella. Questo periodo ci segnerà e per sempre ce lo ricorderemo. Un giorno sarà bello parlarne dicendo “Alla fine ce lo siamo lasciati alle spalle”. Fino a quel momento dobbiamo solo avere pazienza”.

Silvia Galli