Una canzone che si percepisce in lontananza, il profumo del soffritto che entra dalla finestra, siamo fatti così noi italiani. Nelle difficoltà ci uniamo, sosteniamo e proviamo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, nonostante tutto. Un Paese intero che canta sui balconi, che balla su musiche che appartengono ad anni ormai lontani ma per certi versi più vicini a noi di quanto pensiamo, un popolo che cucina, già cucina. In questa quarantena quasi tutti hanno riscoperto la bontà del pane fatto in casa, la felicità nelle piccole cose, come preparare i piatti della tradizione e riaprire il ricettario della nonna per mettere sulla tavola cibo e sentimenti. L’amore per la cucina infatti è un collante, un qualcosa che ci unisce da nord a sud.

E proprio grazie a questo sentimento è nata l’idea di un giovane cuoco cantellese, Pierluigi Colombo, che ha messo le sue doti a disposizione degli altri per riuscire a strappare qualche sorriso nel periodo buio che stiamo vivendo.
Un piatto per ogni regione d’Italia. Tre settimane in cui il cuoco 29enne ha riprodotto ogni giorno l’anima di una regione, il piatto simbolo, postando subito dopo sul suo profilo Instagram la piccola opera d’arte appena creata. Ricette semplici e alla portata di tutti, realizzate con ingredienti che ognuno di noi ha già in casa in frigorifero, così da poter replicare i vari piatti in maniera semplice, veloce e diretta.

“Non so neanche io da dove è nato questo progetto o come – spiega il giovane chef del ristorante La Madonnina di Cantello – ho pensato che l’Italia intera si trovasse in questa situazione e allora ho deciso di fare nel mio piccolo qualcosa di utile per accorciare le distanze che ora ci dividono”.
Un lavoro non indifferente per il cuoco. Alla base di ogni ricetta, infatti, c’è studio, una lettura approfondita dei libri di cucina ma soprattutto il dialogo: “Per realizzare le varie ricette ho parlato sia con cuochi locali che con persone comuni del posto, per catturare la vera anima del piatto”.
Una sfida tutt’altro che facile. I piatti più semplici da cucinare sono stati quelli delle regioni del nord, pietanze che il cuoco cantellese conosce da sempre, due su tutte il risotto alla milanese con l’osso buco, per rappresentare la Lombardia, e il Plin per valorizzare il Piemonte. L’ostacolo più grande però è stato individuare il piatto che rappresentasse veramente quella regione, il fiore all’occhiello, per mettere tutti d’accordo. “Questo è l’aspetto per me più importante. Ad esempio nel Lazio ci sono mille piatti: i saltimbocca, la gricia, la cacio e pepe. A quel punto mi sono domandato ‘qual è il piatto che rappresenta veramente la capitale?’ ho chiesto aiuto a dei cuochi romani e la risposta non ha lasciato dubbi, Roma è la carbonara! allora ho deciso di fare quella”.

Per ora il cuoco risponde sul suo profilo Instagram a curiosità, domande che gli vengono poste con suggerimenti e informazioni riguardanti le ricette, ma a breve aprirà una pagina dedicata interamente a questo progetto e non solo. Una passione, quella per la cucina, che ha cambiato la vita del brillante cuoco lombardo. Da sette anni lavora al ristorante La Madonnina ed è proprio lì che ha mosso i primi passi nella cucina, assunto senza alcuna esperienza e studi adeguati alle spalle: “Gli ho raccontato la storia della mia vita ed è bastato, gli ho detto che volevo fare il cuoco a tutti i costi. Loro mi hanno fatto comprare un paio di scarpe, un grembiule e mi hanno messo subito al lavoro, accogliendomi in quella che è per me una seconda famiglia”.
Un amore, quello per i fornelli, nato quando era solo un bambino a cui la vita purtroppo aveva riservato qualche piccola difficoltà. Alcuni problemi di deambulazione alla gamba destra e di mobilità al braccio sinistro hanno reso più complesso il percorso di Pierluigi, ostacoli che con grande determinazione e volontà sono stati superati.
«I primi periodi sono stati difficili perché non ero abituato a stare in piedi 15 ore al giorno con i piccoli problemi che ho. Però alla fine con forza di volontà ce l’ho fatta e devo dire che non mi è mai pesato. La manualità l’ho acquisita col tempo, lavoro in una maniera diversa da chiunque altro ma sono riuscito a trovare il mio modo da solo, ho insistito a tal punto da riuscire a fare quello che veramente sognavo sin da piccolo».
Forza di volontà, impegno e perseveranza, caratteristiche che accomunano il giovane cuoco all’Italia di oggi, travolta da questa emergenza senza precedenti. La stessa Italia che se Pierluigi dovesse descrivere e identificare con un piatto ora sarebbe una “pizza”: bella, dai sapori forti, che chiunque cucina perché amata dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Il messaggio che vuole trasmettere il nostro coraggioso chef con i suoi piatti alla fine non è neanche tanto velato: non bisogna arrendersi, darsi per vinti ma è necessario credere in ciò che si vuole ottenere fino in fondo, anche partendo dalle cose semplici come riprodurre e portare a termine un piatto. La chiave di tutto rimane comunque l’amore, quello per il cibo, per la nostra terra, per noi stessi e soprattutto per gli altri. Consigli preziosi da non dimenticare soprattutto oggi, che siamo proprio chiamati a metterli in pratica.

Lisa Semilia

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