Società che trova nei giovani il suo punto di forza, nella scorsa stagione il Verbano ha dimostrato un calcio di alta qualità aggiudicandosi il titolo di campione d’inverno, per poi concludere il campionato in seconda posizione, a soli 5 punti dalla capolista Busto 81. Tra i punti saldi della rosa vi è senz’altro il capitano Luca Dal Santo, centrocampista classe ‘97 che ad appena 23 anni vanta già un’ampia esperienza in Eccellenza, categoria in cui ha esordito nel 2015, proprio con la società di Besozzo. Tassello importante dell’ampia base di conferme per la nuova annata ormai alle porte, Luca racconta il legame che lo unisce alla società e le aspettative per la ripresa.
A settembre inizierai la tua settima stagione in rossonero. Cosa significa per te Verbano Calcio?
“Per me il Verbano è una seconda famiglia: sono qui da quando avevo sei anni e a parte tre stagioni al Varese durante le giovanili, dai tredici ai sedici anni, è il posto in cui da sempre pratico sport. Sono molto legato a questo ambiente e in particolare tra i compagni di squadra ho un ottimo rapporto con Luca Malvestio: abbiamo giocato quasi sempre insieme e per me è come un fratello. Quanto alla mia conferma per il prossimo anno, devo dire che non ci sono mai stati dubbi sul proseguimento del rapporto, né da parte mia né del presidente e del nuovo mister”.

Uno dei tratti distintivi della squadra è che siete molto giovani. È un fattore che vi motiva a dimostrare le vostre capacità?
“Sì, sicuramente ci invoglia a dare il massimo perché abbiamo pochissimo da perdere e tutto da guadagnare. Scendiamo in campo con l’entusiasmo caratteristico della nostra età, che per me è un fattore positivo. Certo, all’inizio dell’anno è normale che ci sia un po’ di apprensione, ciononostante il presidente ha sempre dimostrato di prendere giocatori giovani e bravi”.

Come interpreti il tuo ruolo di capitano e veterano?
“In realtà non mi sento sotto pressione per questa responsabilità. Anche l’anno scorso l’ho vissuta in modo tranquillo, perché sono una persona a cui piace fare le cose bene e anche tanti miei compagni sono così, ad esempio Malvestio e Oldrini, che sono quelli che giocano con me da più tempo. Secondo me l’importante non è il singolo, ma che ci sia un buon gruppo di giocatori che sappiano come lavorare e in che modo affrontare determinate situazioni, poi il resto viene di conseguenza. Diciamo che per i più giovani ci consideriamo come dei fratelli maggiori”.

L’anno scorso avete disputato un’ottima stagione. Vorrete ripetervi?
“Fino a dicembre abbiamo fatto una stagione sorprendente e penso che nessuno a inizio agosto avrebbe detto che saremmo arrivati così in alto. Poi dopo la pausa invernale abbiamo avuto un calo, ma nel complesso il campionato è stato senza dubbio positivo. Peccato non averlo finito perché sarebbe stato bello vedere cosa potevamo fare. Per quanto riguarda la prossima stagione, essendo così giovani è difficile impostare un obiettivo di lunga durata. Per prima cosa dovremo conoscerci, visto che sono arrivati tanti ragazzi nuovi e abbiamo cambiato anche il mister. L’obiettivo sarà quello di vincere le partite per arrivare quanto più avanti possibile”.

Come hai vissuto la lontananza dal terreno di gioco e quanto è forte la voglia di ricominciare?
“Mi è mancato molto sia lo sport in sé che l’atmosfera dello spogliatoio e il contatto quotidiano con i compagni. Per fortuna ho affrontato bene questo periodo perché non sono stato toccato personalmente dal virus, però sono stati mesi che sembravano non passare mai. Quanto alla ripresa, penso che sarà necessaria una preparazione diversa dalle altre volte e che magari ci vorrà più tempo per recuperare il ritmo in campo, ma sono positivo perché ho sentito tanti miei compagni e so che nel limite del possibile si sono tutti allenati. Se il timore del virus è rimasto? Un po’ sì, anche perché il calcio è uno sport di contatto, tra lo spogliatoio, gli allenamenti e le partite, quindi è normale che ci sia apprensione, però spero che non ne verremo toccati. Un’altra interruzione sarebbe molto scomoda, perché già qualche mese fa, quando si è presentata l’emergenza, non si sapeva bene quando avremmo potuto riprendere”.

Secondo te, alla luce di quanto successo, che campionato sarà?
“Penso che sarà un campionato equilibrato e che il fatto di essere stati fermi per più di cinque mesi condizionerà come minimo il periodo iniziale. Secondo me tra le favorite c’è la Varesina, dove giocano tanti miei ex compagni che hanno sempre fatto bene ovunque. È una squadra senza dubbio candidata alla vittoria”.

Silvia Alabardi

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