Sarà Sergio Galeazzi a sedersi sulla panchina del Verbano in questa stagione 2020-2021 che prenderà ufficialmente il via domenica 27 settembre con la prima giornata di campionato. Ex giocatore con trascorsi dall’Eccellenza alla Serie B, in qualità di tecnico ha guidato squadre quali Cerano, Stresa, Verbania e, qualche anno prima, anche la Solbiatese.

Mister, com’è arrivata questa decisione per la sua nuova panchina?  
“Innanzitutto non mi aspettavo la chiamata del presidente. È da 17 anni che alleno ed era la prima volta che non avevo squadra ad inizio stagione. Ho accettato perché so che il Verbano è una piazza importante con i presupposti per lavorare bene, quindi mi auguro che sia così. Da parte mia, ci sarà la massima voglia e disponibilità di mettere la mia esperienza al servizio del gruppo”.

Il presidente Barbarito l’ha definita entusiasta di lavorare con un gruppo così giovane. Le è già capitato nella sua carriera? Quali pensa che siano i punti di forza e le eventuali fragilità di una rosa di questo tipo? 
“Solitamente le squadre vengono costruite con parecchi giovani ma hanno come zoccolo duro gente di esperienza. Al Verbano non ci sono elementi che abbiano già 300 presenze nella categoria ed è il primo anno che alleno una squadra con queste caratteristiche. So, però, che sono bravi giocatori e ne conosco alcuni che hanno già qualche campionato di Eccellenza sulle spalle. Ci sarà sicuramente da lavorare ma ben venga, siamo qui per questo. Trovare tutto pronto sarebbe troppo facile e penso che allenare i giovani potrebbe rivelarsi ancora più interessante. Il presidente mi ha anche detto che se dovessi vedere che manca qualcosa, la società è a disposizione per andare a prendere qualche giocatore di esperienza. In questi 15 giorni prima dell’inizio del campionato valuterò al meglio quelle che potrebbero essere eventuali carenze. Prima di dire dove andare a porre rimedio preferisco vedere il gruppo all’opera e confrontarmi con Barbarito nel caso in cui sia necessario intervenire”.

Arriva in una società ambiziosa che l’anno scorso ha fatto un ottimo campionato. Qual è il progetto? “Conoscevo il presidente Barbarito solo per fama, non personalmente, e so che è molto ambizioso e che vive per questa società. Sicuramente non si accontenterà di fare un campionato anonimo e so che si aspetta molto da tutti, a partire da me. L’anno scorso il Verbano ha fatto molto bene, magari anche sulle ali dell’entusiasmo, quindi dovremo riuscire a dare continuità alle prestazioni e ai risultati e a mantenere alta la concentrazione e la voglia di lottare. Ci sono squadre come la Varesina, il Pavia, il Sant’Angelo e la Vergiatese costruite per fare campionati importanti: noi ce la metteremo tutta”.

Tra due domeniche arriverà il primo impegno ufficiale. Avrà abbastanza tempo per conoscere la squadra? Come pensa di impostare gli allenamenti di questi giorni?  
“Il tempo deve essere sufficiente per forza. Se ho accettato l’incarico significa che mi assumo le responsabilità e mi faccio carico di eventuali difficoltà, altrimenti non farei l’allenatore. Poi sul campo si può vincere, pareggiare o perdere, perché nel calcio a volte sono gli episodi a decidere l’esito della gara, ma sicuramente ci faremo trovare pronti. In queste settimane la squadra si è già allenata con mister Fiorito, che sicuramente avrà fatto il massimo per prepararli”.

Come vede il girone e cosa si aspetta dal campionato?  
“Mi auguro innanzitutto che si possa dare continuità alle gare, visto che già domenica era stata sospesa una partita. Al di là del covid, arriverà il periodo dell’influenza, quindi si spera che le partite non inizino a saltare, altrimenti si andrebbe a sballare tutto il calendario. Purtroppo, però, sono problematiche da mettere in preventivo. Riguardo agli avversari, come ho detto prima ci sono tre o quattro squadre che sulla carta sembrano un po’ più attrezzate rispetto alle altre, ma noi cercheremo di far loro da guastafeste. L’obiettivo sarà di uscire dal campo sapendo di aver dato il massimo, poi se l’avversario è stato più bravo gli daremo la mano, ma deve dimostrarlo perché noi non ci tireremo indietro. Contro i giocatori di esperienza tutto questo potrebbe non bastare, quindi dovremo mettere in campo le armi dell’entusiasmo senza aver paura di nessuno. Questa è la mentalità che cercherò di inculcare ai ragazzi, ammesso che non ce l’abbiano già, nel qual caso mi agevoleranno il lavoro”.

Silvia Alabardi

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