Importante pedina del reparto offensivo, il giovane Mario Dervishi (classe ‘99) sta per iniziare la sua seconda annata con la maglia rossonera del Verbano. In quest’estate un po’ particolare, le squadre si stanno finalmente preparando in vista dei primi appuntamenti della stagione. Dopo gli incontri amichevoli (è previsto un allenamento congiunto contro lo Stresa nella giornata di sabato), i ragazzi di Mister Fiorito scenderanno in campo domenica 13 settembre per il match di Coppa Italia contro il Gavirate. La voglia di riprendere è ovviamente tanta, insieme alla speranza che tutto vada per il meglio e non siano necessarie altre interruzioni.
La tua conferma è stata l’equivalente di un colpo di mercato per la società. Avevi ricevuto altre richieste? Cosa ha influito sulla tua decisione di rimanere?
“Sì, avevo ricevuto qualche offerta ma qui al Verbano mi sono trovato molto bene e mi hanno anche parlato bene del nuovo mister. Quindi ho deciso di restare e sono riuscito a trovare l’accordo con la società. Sono contento e spero che riusciremo a fare bene come l’anno scorso. Siamo un bel gruppo e vederemo cosa dirà il campo quando giocheremo le prime partite”.

L’anno scorso hai segnato 7 gol, un buon risultato considerando che il campionato è stato interrotto.Ti sei prefissato un obiettivo per quest’anno?
“Visto che quest’anno non giocherò più da esterno ma come prima punta, il mio obiettivo personale è di segnare molto di più rispetto alla scorsa stagione e di arrivare alla doppia cifra. Se ci riesco e la squadra va bene sarà ancora meglio, ma se faccio meno gol e i risultati arrivano comunque andrà bene lo stesso perché la cosa più importante è il gruppo. Ora giocheremo con un modulo diverso e io sarò più vicino alla porta. Nasco come esterno, ma nella mia carriera mi è già capitato di fare la prima punta ed è andata bene, quindi posso alternare i due ruoli”.

Sei giovanissimo ma hai già provato vari campionati, tra cui la Primavera del Cagliari. Parlaci un po’ di te. Quanto ti ha formato quell’esperienza? 
“Sono cresciuto nel settore giovanile dello Sparta Novara e finita la Juniores sono andato a Trecate, in Prima Categoria, dove ho collezionato 13 presenze e 8 gol. Poi a dicembre sono andato in Eccellenza al Cerano e ci siamo salvati ai playout. Da lì sono stato un anno al Cagliari, poi allo Stresa in serie D, l’anno dopo a Biella mi sono strappato a fine stagione e quell’estate ho ricevuto la chiamata del Verbano. A Cagliari è stata una bella esperienza: era il campionato di Primavera B e avevamo una squadra forte, costruita per i primi posti. Ci siamo qualificati ai playoff e li abbiamo vinti. Il momento più bello, però, sono stati i due mesi in prima squadra, quando ho visto la vera realtà del calcio. In un anno sono passato dalla Prima Categoria alla serie A: non mi sarei mai aspettato di arrivare fin lì ed è stato un sogno”.

Che tipo di attaccante sei? Ti ispiri a qualche giocatore?
“Non sono il classico attaccante che sta davanti e lotta con gli avversati per tenere il pallone. Sono più tecnico, una mezzapunta a cui piace fare i tagli e ricevere la palla sui piedi. Con il modulo che adotteremo quest’anno, per le movenze mi vengono in mente Lukaku e Lautaro”.

Quest’anno il raduno è iniziato un po’ in ritardo. Come stanno andando i primi allenamenti? 
“Abbiamo iniziato dopo e ora il mister ha dovuto accelerare un po’ visti i tempi, ma essendo così giovani forse dal punto di vista atletico è più facile gestirci e recuperare, quindi secondo me stiamo andando abbastanza bene. A parte chi rientra dagli infortuni, sembra che il gruppo sia riuscito ad allenarsi in questi mesi di stop”.

Dove pensi che potrebbe arrivare il Verbano?
“L’obiettivo sarà come ogni quello di raggiungere la salvezza il prima possibile, poi vedremo. Sicuramente andremo bene perché siamo una bella squadra con una rosa molto giovane, ancora di più della passata stagione. Arrivare tra le prime, facendo come l’anno scorso o ancora meglio, sarebbe sicuramente un grande traguardo”.

Domenica 13 giocherete la prima partita ufficiale. Come vivi questa attesa?
“Non vediamo l’ora di giocare e il campo mi manca molto, come a tutti. Dall’amichevole di sabato potremo vedere gli errori e correggerci. Poi il Gavirate non è da sottovalutare perché le neopromosse non sono le squadre più scontate da battere. L’anno scorso ha fatto una grande stagione, con tanti punti di vantaggio sulle altre, e se ora è in Eccellenza vuol dire che ha meritato la categoria. Come sarà senza il pubblico? Sicuramente un po’ strano, ma la cosa più importante adesso e che si riprenda e che non ci blocchino più, poi vedremo quel che verrà”. 

Silvia Alabardi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui