Ci sono riconoscimenti che rispondono ad un preciso dovere civile. Il Domenico Chiesa Award (massima onorificenza panathletica) assegnato martedì sera a Matteo Marani rientra certamente tra questi. Bolognese, 50 anni, laureato in storia, attuale vice direttore di Sky Sport e giornalista dal cursus honorum di assoluto spessore (in particolare come direttore de Il Guerin Sportivo), Marani ha saputo riscrivere pagine nere della nostra storia come la vergogna delle Leggi Razziali. Opera che (declinata in ambito sportivo), portò alle scuse ufficiali dell’attuale vertice del CONI Giovanni Malagò per la complicità a quella aberrazione da parte del Comitato Olimpico.

Nel marzo 2018, relatore di una conviviale del Panathlon Club La Malpensa, Marani ipnotizzò i presenti ricostruendo la struggente (e terribile) parabola umana e sportiva di Arpad Weisz: “Dallo scudetto ad Auschwitz”, tragica ellisse e paradigma di quell’epoca. Da lì l’idea dell’attuale past president del club Enrico Salomi di proporre il Chiesa Award. Assist colto al volo dal Governatore dell’Area 2 Lombardia Fabiano Gerevini e dal Presidente del Panathlon Club Milano Filippo Grassia che ha ospitato l’assegnazione del riconoscimento all’Hotel Melià.
Testimonial d’eccezione il presidente della FIGC Gabriele Gravina in una platea in cui spiccavano il campione del mondo Antonio Cabrini, il Past Presidente Panathlon International Giacomo Santini, il Presidente del distretto Italia Giorgio Costa, il segretario della Fondazione Domenico Chiesa Maurizio Monego e il presidente del CONI Lombardia Oreste Perri.

La contemporanea presenza in hotel di Torino e Fiorentina (impegnati nei quarti milanesi della Coppa Italia) ha garantito anche la gradita incursione di un altro eroe del Mundial di Spagna 82 Giancarlo Antonioni.

Giovanni Castiglioni