Nella giornata di ieri sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri cinque decreti di riforma per il mondo dello sport, tra cui l’abolizione del vincolo sportivo previsto per i giovani tesserati dai 16 ai 25 anni, che a partire dalla stagione 2022/2023 verrebbe sostituito con un premio di formazione a modo di indennizzo. La reazione della LND è stata tempestiva e contrariata, in quanto considera questa nuova norma una minaccia alla sussistenza stessa delle società dilettantistiche. 
Di seguito i commenti a caldo dei dirigenti e presidenti di alcune squadre di Eccellenza della nostra provincia.

“Ho letto il decreto e sembra improponibile -ha affermato il presidente della Sestese Alberto Brovelli-. A questo punto, non so quante tra le società che hanno il settore giovanile potranno continuare. Si creerà un altro problema e anche una situazione imbarazzante, perché le società potranno rubarsi i giocatori l’una all’altra, anche in prima squadra. Secondo me questa riforma sarà la rovina del calcio dilettantistico. La legge del vincolo a 25 anni ha una sua logica e avrebbe continuato ad averla anche se l’età fosse stata abbassata a 24 anni. Ma senza più vincoli, una società che ha investito in un giocatore può perderlo gratis l’anno dopo: è assurdo, e immagino poi le ulteriori difficoltà per le società più piccole, di prima e seconda categoria. Voglio sperare che Sibilia si faccia sentire a Roma, perché noi a livello provinciale non possiamo fare nulla. Personalmente sono preoccupato. Da oltre 30 anni lavoro per costruire un buon settore giovanile, che credo sia uno dei migliori della provincia, e a cosa servono tutti questi sforzi se potranno portarmi via i più bravi gratis? Se punto sui giovani non è per un tornaconto economico, ma perché voglio farli arrivare in prima squadra secondo la mia filosofia. È una cosa indecorosa che la politica gestisca il calcio dilettantistico. Oltretutto è una mossa che arriva in un momento completamente sbagliato, ma almeno avremo tutto il tempo di ragionare a bocce ferme”. 

Il disappunto traspare anche dalle parole di Franco Tosca, dg della Vergiatese: “Sono contrario. Se si lavora con i settori giovanili, l’abolizione del vincolo vanifica quanto fatto. Vedremo il da farsi e cercheremo di affrontare un problema per volta”. 

Spadafora vuole rovinare il calcio dilettantistico -ha affermato il presidente del Verbano Pietro Barbarito-. Questa riforma è una follia che farà morire il 60-70% delle società. Non avrebbe alcun senso far crescere i ragazzi, mettere a loro disposizione impianti e allenatori, se poi tutti gli anni sono liberi di andare via. Diventerebbe una speculazione per vendere i giocatori a chi offre di più. Mi auguro che a livello dilettantistico ci siano persone intelligenti che blocchino questa riforma. Posso capire se il limite di età venisse portato a 24 anni, ma dall’oggi al domani non si può rivoluzionare così il mondo del calcio. Io sarei il primo a smettere perché sono abituato a lavorare sui giovani e non avrei nessuno stimolo se l’anno dopo potessero lasciare la mia società: non si creerebbe nessun ciclo, nessun futuro. Nei professionisti possono fare i contratti e legare i giocatori per 4/5 anni, ma nei dilettanti non funziona così, quindi l’abolizione del vincolo è l’errore più grosso che possano commettere”.

Anche in casa Gavirate si alzano voci di protesta, riassunte nelle parole del suo ds Fabio Fumagalli: “La riforma è un po’ paradossale perché è una minaccia non da poco per tutte le società e per la valorizzazione dei giovani. Bisognerà leggere attentamente il decreto e capire bene i contorni e come sarà esattamente il premio formativo, perché in questo momento è ancora tutto molto nebbioso. Come al solito sembra che ci sia una certa distanza di idee tra il governo e la LND e queste decisioni confermano che ai vertici non sanno veramente come funziona il nostro mondo. Ho visto che la LND si è opposta subito con un comunicato e mi auguro che questa posizione venga portata avanti fino in fondo. Penso anche che le società faranno muro contro questa norma, che mi sembra una scelta molto azzardata. Oltretutto prendere una decisione del genere con un campionato fermo, quello dell’anno scorso conclusosi in quel modo, alcune società che hanno problemi di gestione, i ragazzi che non possono giocare, mi sembra una follia e una mossa pericolosa per tutto il nostro mondo. Diciamo sempre che il vero motore del calcio è il settore giovanile e che bisogna tutelarlo, ma poi viene presa una decisione in direzione contraria. Devono capire che il mondo dilettantistico è molto importante e che in questo momento le società hanno bisogno di andare avanti in modo sereno, non di ricevere l’ennesima mazzata”. 

Silvia Alabardi

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