143.287 euro. Cioè la risposta (precisa alla virgola) alla domanda: quanto ci rimette la Pro Patria dalla chiusura dei botteghini? Il dato (chiaramente lordo) è riferito alla stagione 2018/19 (18 partite in esclusione del Pro Piacenza, tante quante quelle giocate sino ad oggi allo “Speroni”). Di fatto, l’ultima integrale e quindi paragonabile a quella in corso. L’incasso di cui sopra fu fatturato grazie a 431 abbonamenti e 10.361 biglietti singoli staccati. Questi ultimi comprensivi delle 2 Giornate Biancoblu con Novara e Pisa.
Nel dettaglio, si va dai 13.000 euro contabilizzati in Pro Patria – Pisa (1.281 spettatori) ai 4.921 dell’infrasettimanale con il Siena (279 paganti, minimo stagionale). Per la statistica, in quell’annata in via Cà Bianca entrarono complessivamente 17.226 spettatori con una media di 957 a partita. Al 9° posto in un Girone dove la media fu di 1.405 con Pisa a 5.684 e Novara a 3.007 (2.308 abbonati).

C’ho la fissa del ticketing. L’argomento torna di strettissima attualità proprio all’indomani del derby con il Novara. Classica che nelle ultime due stagioni ha iniettato nelle casse biancoblu oltre 20 mila euro. Rispettivamente, 10.176 (con 1.007 paganti il 13 febbraio 2019) e 10.077 (1.035 ingressi l’8 dicembre 2019). A spanne, l’8% degli incassi da stadio di un’intera stagione. Sommato al 2019/20 mutilato dal Covid, oltre il 10% del ticketing dell’ultimo biennio. Si chiamano Stadium Revenue (in finanza e dintorni l’anglicismo fa sempre più figo). Ovvero, ricavi da stadio. Voce di bilancio che negli ultimi anni ha subito nel calcio di vertice una profondissima rivisitazione. In Lega Pro il discorso va naturalmente riletto in sedicesimi. Perché i costi vivi si mangiano gran parte delle entrate (per inciso, gli steward sono presenti, seppur in numero inferiore, anche a porte chiuse), l’indotto corrisponde a spiccioli e i contratti con i broadcaster ElevenSports e Sky integrano solo marginalmente l’avere della partita doppia societaria. Insomma, niente cashback.           

Svalutation, Svalutation. Tornando allo specifico biancoblu, prima della seconda ondata di fine ottobre 2020, lo “Speroni” ha accolto (con incassi non comunicati) 770 spettatori. Grazie agli ingressi contingentati con Pro Vercelli (252), Pistoiese (310) e Lucchese (208). Frattaglie cui sommare il brillante impatto (in particolare di immagine) dei match sponsor 2021. Ma il piatto piange in ogni caso. E a Busto con quei 150 testoni scarsi con cui abbiamo aperto, nell’accorta e oculatissima gestione corrente si copre l’economico lordo annuale di 5 giocatori. O giù di lì. Il sottinteso è che dove non arriva il botteghino, provvede Patrizia Testa. Puntuale a dispetto della crisi. Secondo una condotta specchiata comprensiva persino di presenza in biglietteria (quando ancora era aperta). Sintesi illuminante dell’importanza dell’incasso domenicale nei flussi di cassa tigrotti. “Gli stadi son gremiti ma la gente dov’è. Svalutation, Svalutation…”. Anno di grazie 1976, parole di Adriano Celentano, musica di Gino Santercole. Diavolo d’un Molleggiato. Aveva già previsto tutto.                                                

Giovanni Castiglioni

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