Il 2020 è stato un anno decisamente diverso rispetto a tutti quelli che abbiamo vissuto finora, un anno in cui molti aspetti della nostra vita sono stati stravolti. Ma non tutto è da buttare e lo dimostrano i calciatori dilettanti a cui abbiamo chiesto un bilancio di quest’anno. Per il 2021 la speranza comune è che la situazione legata al Covid si stabilizzi e, con essa, si possa tornare a giocare allo “sport più bello del mondo” e, nello stesso tempo, si possano portare avanti importanti progetti personali.
Thomas Kate, Varesina: “Di questo 2020 salvo l’inizio del campionato della Varesina con quattro vittorie su quattro e il primo posto in classifica. A livello personale, sono contento dei miei tre gol in questo inizio di campionato.
Per quanto riguarda i miei propositi e le mie speranze per il 2021, sicuramente mi auguro di veder superata la situazione COVID e di tornare alla normalità, e poi ovviamente di poter riprendere a giocare il prima possibile per poter continuare quello che abbiamo cominciato a livello di squadra”.
Giovanni Beretta, Olimpia: “Dal punto di vista calcistico non salverei quasi nulla del 2020 sinceramente, specialmente per il calcio giovanile è un grande smacco perdere un anno così. Ma da ogni crisi si esce sempre più forti: la passione e la voglia per questo sport magico cresceranno sempre più e la voglia di ripartire sarà sempre più forte.
Per il 2021 mi auguro che possa ripartire tutto alla grande e poter rivedere gli stadi pieni. A livello personale spero di strutturarmi sempre di più nel mio lavoro di agente e arrivare a quota 200 goal se giocherò ancora”.
Antonio Ippolito, Valceresio: “In un anno così complicato è difficile salvare qualcosa ma io sono uno che cerca sempre il lato positivo in tutto e questo l’ho fatto anche con il 2020. A livello calcistico salvo, anzi sono grato, a come è finita la mia storia d’amore con il Gorla, una fine che in realtà mi permetterà di essere sempre legato a quella che è stata casa mia per lungo tempo, e conseguentemente salvo la mia scelta di andare alla Valceresio: non posso nascondere l’ansia che avevo nel dovermi affacciare ad una nuova realtà, ma mi sono ritrovato in un ambiente fantastico, in un bel gruppo, una società preparata dall’alto spessore umano che per me ha davvero fatto di tutto pur di farmi stare bene, non avrei potuto chiedere di meglio e sono sempre più orgoglioso della scelta fatta, spero di avere la possibilità di ricambiare sul campo. Il 2020 mi ha fatto anche capire che Sara è proprio la donna della mia vita, stare insieme in una vita frenetica è un conto, viversi ogni giorno 24 ore su 24 è un altro”.
“Per il 2021 il primo pensiero va a debellare questo virus, dobbiamo farcela, dobbiamo uscirne, io sono uno da contatto, da tavolate, da abbracci, da birra al pub con gli amici, tutto questa normalità deve tornare, ho voglia di stare vicino a mio padre e mia madre senza pensieri, di spupazzarmi mio nipote; quanto al calcio la voglia di giocare è immensa anche se devo dire che questo lungo stop mi ha iniziato a far capire come sarà la mia vita quando appenderò le scarpe al chiodo e adesso ho la certezza che potrò farcela, ma per questo c’è ancora tempo, prima c’è un altro buon proposito ovvero quello di tornare in campo ma senza forzatura ed in piena sicurezza, facendoci vivere lo sport che più amiamo nella maniera più sicura possibile”.
Adriano Petullo, Lavena Tresiana: “A livello personale di questo 2020 salverei l’aver firmato con la Lavena Tresiana, una società seria e precisa su ogni cosa e, soprattutto, vicino a casa e non in giro per l’Italia. Sempre con loro un momento che mi è piaciuto è stata, sfortunatamente l’unica, la pizzata che abbiamo fatto con la squadra.
Un buon proposito per l’anno nuovo è riprendere al più presto e salvarmi con la Tresiana. Se davvero si ricomincerà il campionato con la soluzione solo andata e play-out/play-off, cambierà tutto. Se prima avevamo un progetto a lungo termine con l’obbiettivo di far crescere i giovani, quando si riprenderà conterà solo fare punti, senza perdere tempo”.
Samuele Leone, DS e Responsabile Settore Giovanile della Nuova Abbiate: “I ricordi positivi sono legati al mese di settembre, quando sembrava si potesse respirare aria di normalità. Ci si poteva vedere, erano ricominciati gli impegni calcistici, con le emozioni legate agli allenamenti e alle poche partite giocate. I sorrisi dei bambini trasmettevano gioia, felici di ritornare sul campo ad esultare dopo un gol. Fortunatamente in società non abbiamo riscontrato casi di positività da Covid. Non posso però dimenticare lo scoraggiamento legato al mese di marzo, quando all’improvviso ci siamo ritrovati bloccati a casa.
Nel nuovo anno dovrei iniziare il corso per diventare allenatore UEFA C, sto portando avanti la procedura d’iscrizione e a breve comincerò questo percorso. Rappresenta un motivo d’orgoglio personale per me. Per quanto riguarda la Nuova Abbiate, mi piacerebbe che si riprendesse da dove abbiamo lasciato. Eravamo ripartiti molto bene con i bambini, grazie ad un bel gruppo e all’ingresso di nuovi allenatori. Spero che la ripresa sia contraddistinta dalla stessa voglia che ho visto pochi mesi fa, soprattutto per quanto riguarda la Prima Squadra. Non pensavo di trovare così tanta volontà in una squadra di Terza Categoria così giovane, mi hanno stupito per impegno e dedizione”.
Marco Franceschetti, presidente e allenatore France Sport: “Purtroppo del 2020 non salverei niente, abbiamo giocato appena 4-5 partite in totale. Rimane il dispiacere di aver perso tanto tempo e non aver più avuto l’opportunità né di allenarci né di giocare. Il danno economico c’è stato per tutti, sia nello sport che in generale. Spero che i giovani non si allontanino dalle attività sportive a causa di questa difficile situazione.
L’auspicio è quello di ricominciare in tranquillità e sicurezza, sia per una questione di salute e sia per riniziare a pieno regime le attività sociali. Speriamo che nel nuovo anno possa esserci la continuità che è mancata, per poter programmare gli obiettivi futuri. Saremmo contenti di riprendere la strada che avevamo intrapreso a inizio stagione. Tra la prima squadra e le categorie giovanili, avevamo ottenuto risultati incoraggianti e raggiunto un buon livello. Dai Piccoli Amici fino alla Juniores, tutti i gruppi erano formati, perciò il desiderio è quello di rivederli in campo. C’è il pericolo che qualche bambino o ragazzo possa allontanarsi dalle rispettive società e, più in generale, dal mondo dello sport. Penso comunque che questo sia un rischio che la France Sport non corre. Il clima che si respira a Maccagno favorisce la condivisione di una sana esperienza sportiva”.
Domani la terza parte
Silvia Alabardi
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