Martedì 9 febbraio, la frase del giorno
McEnroe è stato innovatore per motivi più sottili, eppure importanti, e ancora attuali. In un momento particolarissimo della crescita del nostro sport, nella tendenza generale a trasformarlo in un gioco di difesa, tra molti non geniali imitatori di Borg, spiegò a tutti come l’attacco fosse ancora uno spartito irrinunciabile e dette il “la” a quanti vennero dopo lui come Becker e Stich, Edberg e Rafter. John definì un concetto dell’anticipo ancora più grande di quello attuale: non solo i colpi, lui anticipava addirittura le geometrie dell’avversario.
Adriano Panatta

Adriano Panatta è nato a Roma il 9 luglio 1950. E’ un ex tennista italiano. Considerato il miglior giocatore italiano dell’era Open e uno dei più grandi di sempre, nel suo palmarès figurano 10 tornei del circuito maggiore in singolare (record per il tennis italiano) su 26 finali disputate, oltre a 18 titoli su 28 finali in doppio.
Nel 1976, il suo anno magico, trionfò in singolare agli Internazionali d’Italia e al Roland Garros, unico tennista italiano della storia ad aver centrato l’accoppiata nella stessa stagione e il solo nell’era Open ad aver conquistato una prova del Grande Slam. Nello stesso anno contribuì inoltre all’unica, storica, vittoria della Coppa Davis da parte della nazionale italiana. Con il 4º posto raggiunto nell’agosto del 1976, vanta la miglior classifica ATP mai raggiunta da un tennista italiano dall’introduzione del sistema di calcolo computerizzato, mentre il 7º posto del dicembre 1976, è la migliore posizione con cui un tennista “azzurro” abbia chiuso una stagione agonistica.

Mattia Marocco

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