Il Consiglio dei Ministri è stato convocato per oggi 26 febbraio, alle ore 12.30 a Palazzo Chigi, per decidere, tra le altre cose, il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici nonché di lavoro sportivo e le misure in materia di rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso ed esercizio della professione di agente sportivo.
In sostanza, il tema caldo della questione, riguarda l’abolizione del vincolo sportivo. Proposto dall’ex Ministro dello Sport Spadafora, ha da subito destato grande apprensione tra le società di tutti gli sport che rischierebbero, nel caso fosse approvata la proposta, un vero e proprio crollo economico per il futuro.

A scendere in campo sono state la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) e la Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV) che hanno indirizzato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi.

“In questo momento così drammatico per il nostro Paese noi Presidenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio, della Federazione Italiana Pallacanestro e della Federazione Italiana Pallavolo, ci rivolgiamo direttamente alla Sua persona. Il tema oggetto della nostra missiva è il varo legislativo dei decreti delegati di riforma dello sport che potrebbe trovare compimento nel corso della prossima riunione del Consiglio dei Ministri. Noi siamo assolutamente favorevoli al pieno riconoscimento di maggiori tutele a favore di atlete ed atleti, di allenatori e collaboratori sportivi, ma al contempo siamo ben consci degli enormi problemi che le società sportive stanno affrontando. Rileviamo inoltre come due tematiche in modo particolare, quali l’abolizione del cosiddettovincolo sportivo’ e la nuova disciplina relativa al ‘lavoro sportivo’, comportino gravi ripercussioni ai danni delle società sportive che abbiamo il dovere di tutelare. La crisi pandemica in atto non si risolverà domani e gli effetti economici si protrarranno ovviamente nel tempo. Gravare di ulteriori oneri le società sportive porterebbe inevitabilmente molte di esse a cessare l’attività”.
“Fin dal sorgere della crisi sanitaria ed economica le Federazioni hanno sostenuto i rispettivi movimenti con interventi mirati nell’intento di alleviare gli effetti prodotti dalle necessarie normative di restrizione. Riteniamo però giusto che quanto fatto, e quanto ancora sarà necessario fare, non sia vanificato da alcuni istituti che, in questo frangente, costituirebbero un ulteriore gravoso onere da porre a carico dei sodalizi sportivi. Signor Presidente, Le stiamo chiedendo di valutare con grande attenzione l’effetto di tali disposizioni e, se non fosse possibile riconsiderarli nel merito, quanto meno differirne l’entrata in vigore”.

Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui