E’ sicuramente un momento molto positivo quello che sta vivendo l’Openjobmetis Varese dopo il blitz esterno in casa della Dè Longhi Treviso che ha messo un bel mattone nel discorso salvezza a favore dei biancorossi. Bisognerà comunque aspettare la fine della prossima giornata per capire se la salvezza davvero arriverà con una giornata d’anticipo.
Il trend positivo, però, rimane: 7 vittorie nelle ultime 10 partite e questo dissipa le nubi che si erano addensate sulla stagione varesina, anche a causa di molte situazioni sfavorevoli ed avverse che la sorte si è divertita a mettere davanti. Bulleri ha acquisito nuovo credito sia in società, dove a dire il vero è sempre stato sostenuto alla grande, ma soprattutto agli occhi di una tifoseria scottata dall’addio ad Attilio Caja e che in alcuni suoi componenti rimpiange ancora il coach pavese. Insieme al coach anche diversi giocatori nell’ultimo periodo hanno avuto la bravura di invertire il proprio rendimento stagionale, passando da assolutamente insufficiente a più che buono se non ottimo e l’emblema di ciò è Michele Ruzzier.

Varese si trova così a guardare al finale di stagione ma soprattutto al nuovo anno, con qualche sicurezza in più, in una programmazione ancora tutta da studiare a causa delle incertezze che i vertici decisionali, Lega e FIP, non hanno ancor dissipato. Di tutto questo ci ha parlato il G.M. biancorosso Andrea Conti.

La vittoria contro Treviso può essere considerata la vittoria della salvezza?
“No, non ancora, purtroppo, perché fino a che la matematica non ci dà la certezza non possiamo festeggiare. Sicuramente abbiamo messo un mattone importante in questo discorso che deve essere confermato nella prossima gara. Il successo con Treviso è il risultato delle ultime prestazioni e del momento di buon basket. La squadra gioca bene e non a caso ha vinto 7 gare delle ultime 10”.

Quale switch ha fatto la squadra?
“E’ dato da un insieme di fattori. Tutti dicono che sia grazie ad Egbunu, ed è vero. John da quando è arrivato ci sta dando una grossa mano soprattutto a livello difensivo, ma secondo me il vero cambio di marcia della squadra è dovuto alla crescita di tanti giocatori che sono spesso stati criticati anche aspramente, Michele Ruzzier su tutti. Sta giocando un basket di alto livello, da playmaker titolare di Serie A, esprimendo grande personalità. Questa è una cosa che fa molto piacere sia a me che a Bulleri perché è un giocatore sul quale abbiamo puntato fortemente all’inizio dell’anno e se dovesse terminare oggi il campionato possiamo dire di aver vinto la scommessa su di lui. E’ diventato un giocatore con la G maiuscola. Abbiamo messo poi nelle condizioni Toney Douglas di avere un ruolo di carisma e leadership senza costringerlo ad essere sempre il boia e l’impiccato della situazione. Era stato preso per essere una prima punta ma in fondo non lo è. Sa fare tante cose anche a livello difensivo ed è riuscito ad esprimersi al meglio in questo soprattutto dopo l’arrivo di Beane che ci ha permesso di non vivere solo delle giocate di Douglas o di Scola. Egbunu ci ha dato sicuramente difesa e fisicità, però hanno inciso molto anche la crescita di Ruzzier, De Nicolao, che si sta dimostrando una bella sorpresa, Strautins, che nonostante abbia vissuto un periodo di calo, ha condotto bene la sua prima esperienza in Serie A da ala titolare”.

Nella crescita totale della squadra molto del merito è di Bulleri. La Pallacanestro Varese punta su di lui anche per il futuro?
“Certo. Massimo è alla prima esperienza da capo allenatore, è arrivato in una situazione non facile e con una squadra in corsa. Abbiamo avuto tante sfortune come gli infortuni e la parentesi Covid e Bulleri ha saputo godere di grande rispetto da parte di tutti i giocatori e quando ciò avviene vuol dire che hai la stoffa per fare l’allenatore. Chiaramente ha qualcosa da modellare, ma è un grande lavoratore e un ottimo professionista”.

Cosa ne pensa di questo Manuale delle Licenze presentato da Lega basket nelle mani della FIP in attesa di approvazione?”
“Innanzitutto rimango scettico sul nome “Manuale delle licenze” perché quando si parla di licenze si parla di progetti pluriennali, come ad esempio avviene per le squadre che fanno l’Eurolega per due o tre anni oppure l’Eurocup, che pare abbia intenzione di fare licenze triennali. Mi sembrano più che altro regole d’ingaggio e le più importanti, ovvero i parametri economico-finanziari, sono decisi dalla Federazione non dalla Lega. Si tratta dunque di un insieme di regole che non si discosta molto da quanto c’era già prima. E’ stato deciso di aumentare la tassa d’iscrizione per le neo promosse del 25%, di inserire delle figure dirigenziali con contratti di lavoro determinati, però alla fine non cambia molto rispetto al passato in un futuro che invece sarà determinato dalle scelte della Federazione. Da capire, inoltre, è come sarà il prossimo campionato e con quante squadre, perché ad oggi si sa che ci sarà una retrocessione ma non si sa quante squadre saremo il prossimo anno se 15, 16, 17 o 18. Saranno una primavera ed inizio d’estate molto discussi, ma secondo me si sta perdendo ancora l’ennesima occasione di apportare un cambiamento importante per la pallacanestro. Lo vedo un po’ come mettere delle pezze. Le società invece vanno tutelate dopo queste due stagioni di covid, c’è ancora molta strada da fare”.

E’ girata anche la voce che la FIP possa non approvare questo primo piano perché scarno, come diceva lei, di grossi cambiamenti. Cosa ne pensa di questa eventualità?
“Credo che qualcosa cambierà, ma ritengo che le grosse modifiche arriveranno non tanto per la stagione prossima, quanto per quella 2022/2023. A mio avviso, serve un cambiamento radicale che doveva essere fatto già a maggio dell’anno scorso. Ora ci ritroviamo alla fine di questa durissima stagione al punto di prima e mi sembra che la luce in fondo al tunnel sia lontana. Onestamente sono un po’ preoccupato, vedo un movimento arenato, con sempre maggiori difficoltà ed è difficile andare avanti, soprattutto a livello economico. Non so cosa abbia in mente la Federazione, ma, partecipando alle riunioni di Lega, non vedo una grossa comunione di intenti verso un grande cambiamento. E’ stato messo un paletto ulteriore nel salto dalla A2 alla A1 perché è un change importante, però per il resto a livello economico-finanziario deciderà la Federazione e la Com.Tec”.

Alessandro Burin

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