Il bando dell’antistadio si è risolto in un nulla di fatto a seguito della mancata risposta dei candidati alla seconda chiamata. Non mancano però i botta e risposta tra le parti e, non a caso, il Città di Varese si è sentito in dovere di puntualizzare alcuni passaggi relativi alla vicenda.

Alla società biancorossa non è infatti piaciuta la dichiarazione della società Star Holding Srl (la prima ad aver risposto alla prima chiamata del bando) e attraverso il seguente comunicato ha replicato all’impresa legnanese:

Città di Varese ritiene di dover puntualizzare alcune cose rispetto a quanto dichiarato dalla società Star Holding Srl in merito all’affidamento della cosiddetta area antistadio del Franco Ossola.

Senza voler entrare nel merito del perché si ritenga di ricostruire in altro modo quanto accaduto si precisa quanto segue:
1) Prima della scadenza del bando abbiamo ritenuto di depositare una nostra proposta, come del resto fatto anche da un terzo soggetto.
2) Ad esito delle tre buste presentate il Comune di Varese, con comunicazione via PEC, chiamava le società interessate a presentare entro un successivo termine una più articolata proposta, eventualmente migliorativa, e fissava i parametri per addivenire all’assegnazione della concessione.
3) Quanto richiesto comprendeva, fra le altre cose, una garanzia a favore del Comune di Varese da inserire nella nuova busta.
4) Ci siamo attivati per ottenerla, senza riuscirci a causa delle tempistiche ristrette.
5) Non abbiamo quindi potuto dare seguito alla nostra proposta. Di fatto rinunciando alla gara.

Ad esito di tutto ciò se ci fosse stata una proposta completa avrebbe ottenuto l’assegnazione della gara. Non crediamo sia comprensibile per quale motivo si dica che la garanzia non sia stata richiesta a tutte le società coinvolte in quanto prevista dal bando stesso.

Come del resto appare assolutamente evidente che se non vi è stata assegnazione è perché nessuno ha presentato una proposta completa ad ultimazione della procedura.

Chiarito quanto precede ci si augura che la questione non venga pretestuosamente tenuta viva da nessuno mancando ogni presupposto di fatto. Da parte nostra non ritorneremo più sull’argomento se non obbligati dalla necessità di tutelare il nostro buon nome nelle eventuali sedi opportune e non sui media.

Matteo Carraro

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