Pausa di campionato di un paio di settimane a causa della sosta nazionali che permette a tante squadre, compresa la Openjobmetis, di ricaricare le energie in vista di un ultima parte di stagione da vivere tutta d’un fiato per raggiungere gli obiettivi stagionali. E per Varese è uno e uno solo: la salvezza.
Questo stop non poteva arrivare in un momento migliore, viste le condizioni nelle quali la truppa di Bulleri è arrivata a questa sosta, dopo 6 partite in 18 giorni che hanno messo in ginocchio i biancorossi da un punto di vista fisico e mentale.

La squadra ha necessità di recuperare la migliore forma e soprattutto di ricostruire quelle certezze che sono venute meno soprattutto nell’ultima sconfitta interna contro la Fortitudo che ha acceso l’animo dei tifosi biancorossi, sempre più preoccupati dal pericolo retrocessione e che hanno puntato fortemente il dito nel post partita contro il coach di Cecina e la società.
Umberto Argieri, Presidente del Trust dei tifosi de Il Basket Siamo Noi, analizza il momento e riporta gli umori di una tifoseria che ora si aspetta una netta inversione di marcia ed un’assunzione di consapevolezza e responsabilità da parte di tutto il gruppo.

Partiamo dall’ultima partita, quella contro la Fortitudo. Che aspettative aveva sulla gara e cosa l’ha lasciata più delusa?
“Mi sarei aspettato di dare continuità a quella crescita che si era vista nelle gare precedenti, al di là della sfida con Brescia che, secondo me, era una sconfitta annunciata per la loro forza fisica e per le tante energie spese da noi con Cremona. Sulla partita con la Fortitudo ci credevo. Più che altro, al di là del risultato, pensavo in un ulteriore passo in avanti. Invece la delusione maggiore, oltre alla sconfitta, è stata quella di vedere che si era fatto un passo indietro che si è portato via quelle piccole certezze che dopo Brindisi e Cremona si stavano ricomponendo. La disillusione è legata soprattutto a come la squadra non sia riuscita a reagire ad una situazione di deficit fisico che si è sviluppato a partita in corso”.

Sui social i tifosi nel post partita si sono scatenati contro l’allenatore, reo di scelte sbagliate durante il match e di essere inadeguato al ruolo e poi contro la società, colpevole per tutta la situazione. Lei che è il massimo esponente del tifo varesino che clima ci può descrivere nell’anima del tifo biancorosso?
“I tifosi reagiscono in maniera oggettiva e tutto ciò che si legge sui social è rappresentativo di un quadro realistico di quella che è la situazione, fatta di reazioni un po’ esagerate, altre più composte, molte velenose. Se ne leggono e vedono di tutti i colori, insomma, e tutto è figlio di un periodo come quello attuale al quale ognuno reagisce a modo suo. Di sicuro il risultato della partita di domenica ha riacceso una rabbia fortissima in tutti, ma penso anche che questa vada poi metabolizzata. Per come la vedo io, oggi ognuno deve responsabilizzarsi e noi come trust lo stiamo facendo e stiamo cercando, per il ruolo che abbiamo, di continuare nel nostro lavoro di sostegno alla società e alla squadra come abbiamo sempre fatto. La società deve fare lo stesso e se ha la consapevolezza che questo sia l’assetto migliore sia come squadra che come staff per centrare la salvezza, in condizioni ovviamente di recupero di forma fisica e di energia, dobbiamo essere sereni. Si può essere d’accordo o meno, ma io in questo momento devo avere fiducia in chi prende le decisioni in tema di scelte tecniche. Ciò però che mi aspetto è responsabilità e consapevolezza. Responsabilità delle scelte che si fanno e soprattutto consapevolezza dei giocatori della situazione in cui ci troviamo. Ora c’è qualche giorno in cui ci si può allenare con più tranquillità, con il gruppo al completo e per preparare meglio la seconda parte di questo campionato, dove ogni gara a partire da quella con la Virtus, deve essere una guerra. Tra quindici giorni deve incominciare un nuovo campionato”.

Bulleri nella conferenza stampa post partita con Bologna ha detto che le benzina era finita, lasciando un po’ colpiti tutti perché soprattutto a livello mentale aver finito le batterie in uno scontro salvezza è preoccupante. E’ preoccupato da questa situazione? Vede più una stanchezza fisica o mentale nel gruppo?
“Secondo me la situazione mentale è la conseguenza diretta di quella fisica. Se davvero siamo arrivati in piena riserva alla sesta gara in 18 giorni, adesso possiamo recuperare appieno in questi 15 giorni di pausa. L’aspetto mentale è collegato a quello fisico perché quando la squadra si accorge di avere uno stato fisico ottimo può aumentare i giri e fare meglio. E’ chiaro ed evidente però che nella nostra squadra ci sono dei leader designati che sono quelli che poi devono trasmettere fiducia e sicurezza a tutti gli altri. Quello che noto io è che la squadra si disunisce parecchio dal punto di vista mentale quando viene a mancare la leadership dei giocatori designati. Non ci si può però aspettare che possano reggere tutta la squadra da soli e che vincano le partite in due. Ci vuole il contributo da parte di tutti, fatto di voglia e cuore”.

Come pensa si possa ripartire dalla gara con la Virtus?
“Voglio vedere una guerra ad ogni partita, figlia di un gran lavoro di testa e soprattutto gambe. Contro Cremona e Brindisi dal punto di vista della voglia si è visto un passo in avanti, ma poi, come è successo tante volte, si spegne l’interruttore e non si capisce perché. Mi auguro davvero che questa pausa possa servirci per ricaricare al massimo le batterie e affrontare un’ultima parte di stagione al meglio per conquistare la salvezza”.

Alessandro Burin

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