Il protagonista dell’intervista di questa settimana è il portiere della Malnatese Riccardo Massara che vede il bicchiere mezzo pieno, anzi, senza il mezzo, il bicchiere pieno. Attraverso le sue parole trasmette la sua positività, speranza e voglia di rimettere i guanti, a quasi 38 anni, per difendere i suoi pali: “Il nostro ruolo ci abitua a guardare positivamente, non c’è tempo per disperati, devi sempre rialzarti e prepararti alla prossima parata”.
Ti aspettavi di rimanere nuovamente fermo per tutto questo tempo?
“E’ una situazione talmente imprevedibile ,però, sinceramente un po’ di allenamento pensavamo di farlo, seppure con le dovute distanze, anche per rivedere i compagni. Naturalmente il motivo è molto serio ed era doveroso fermarsi, però dispiace”.
La volontà di tornare e riprendere c’è ancora o è passata?
“A quasi 38 anni perdere un anno vale doppio rispetto ad un ragazzo giovane, anche se il mio ruolo ti dà la possibilità di avere una lunga carriera. È dal 1989 che metto i guanti in diverse categorie e mi piacerebbe onorare il mio percorso con un anno sul campo, indipendentemente dalla classifica”.
Ti stai tenendo in forma?
“Due anni fa, arrivato a Malnate ho iniziato un percorso con una nutrizione particolare e da quando è iniziato il lockdown faccio crossfit. Penso che per un portiere sia un esercizio performante. Manca il campo, il mister, i compagni. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo creato una bella alchimia e c’è stato un bell’inizio con sei vittorie su sei sul campo”.
Te l’aspettavi un blocco così prematuro del campionato?
“Ognuno di noi non se l’aspettava, purtroppo, ma è arrivato per tutelare la salute e l’importante è che questo sia servito per poi ripartire in tranquillità e sicurezza”.
Per quanto ti rivedremo? Dopo pensi di rimanere in quest’ambito?
“Ho sempre detto che finché le società mi chiamano significa che quello che ho fatto vedere sul campo ha un certo valore, poi se dovessi vedermi inadeguato smetterò, ma fino al momento in cui ricevo le chiamate non mi fermo e, quindi, se mi fai la domanda ‘Ti vedremo per tanti anni?’ ti direi proprio di sì, non ho spento la voglia! Ormai ho amici che giocano dall’altra parte del campo e nello spogliatoio conoscono la mia passione per la porta e l’idea di togliermi i guanti non ce l’ho. La mia scelta di continuare deve essere coerente con l’esigenza della società e con il fatto che devo andare in campo per fare la differenza.
Ho avuto una parentesi come direttore-giocatore con il Tradate, ho provato quel ruolo delicato e particolare, non sto pensando al futuro perché vivo l’oggi, ma se dovessi risponderti ti direi che allenerei i portieri. Allenare una squadra, invece, richiederebbe l’esperienza di campo. Quindi, mi piacerebbe allenare i portieri o avere un ruolo dirigenziale in una compagine con una bella realtà di un settore giovanile perché i ragazzi sono la risorsa più grande che abbiamo. Il ruolo del portiere ancora oggi non è valutato come si dovrebbe, è uno sport all’interno dello sport, ha metriche diverse, ha avuto un’evoluzione importante. Oggi noi siamo difensori centrali che usano i guanti e sui nostri campi di periferia i piedi vanno allenati bene”.
Immagino allora che saresti d’accordo nel caso ci fosse la possibilità di far fare gli allenamenti di riprendere.
“Mi rimetto sempre alle scelte della società abbinata alla mia voglia del campo e ti direi sì, anche per domani. Chi fa queste categorie ha una passione che scoppia, è bello andare a fare gli allenamenti e vedere i compagni che ormai ti mancano”.
L’Eccellenza è ripartita da poco, che ne pensi?
“Sono felicissimo e contento per i ragazzi che ci giocano, è un campionato che ho avuto la fortuna di giocare per più di una stagione, è il professionismo all’interno dei dilettanti. Non sono una persona polemica e se tutto riparte in sicurezza e se hanno valutato così significa che si può fare. Almeno abbiamo qualcosa da leggere sul giornale, sono molto felice e ho detto dentro di me ‘Quasi quasi chiamo qualche società per allenarmi’, talmente ho tanta voglia di tornare.
Questo periodo ha aggiunto qualcosa nel cuore di ogni giocatore, non daremo più per scontato arrivare al campo, fare la doccia nello spogliatoio, sarà tutto amplificato. Anche vedere la Serie A senza pubblico ci rende tutti parte di un qualcosa, vediamolo in modo romantico. Sono convinto di festeggiare presto la ripartenza tutti insieme”.
Roberta Sgarriglia