La stagione sportiva per la Openjobmetis Varese è ormai agli sgoccioli e, dopo la salvezza acquisita settimana scorsa seppure contro Trieste sia arrivata una sconfitta casalinga, è già tempo di guardare avanti in casa biancorossa e programmare per costruire un futuro sempre più roseo, nonostante le tante difficoltà economiche da affrontare ogni anno.
Nella struttura societaria di Pallacanestro Varese c’è un surplus che ogni stagione dimostra il proprio valore e la propria efficacia in termini di sostegno alla causa biancorossa, ovvero il trust dei tifosi Il Basket Siamo Noi.
Durante questa complicatissima annata il gruppo dei supporters biancorossi più fedeli ha dato prova della propria unità e vicinanza alla squadra con iniziative una più vincente dell’altra, a partire dalla lotteria di Natale che ha portato nelle casse del club ben 50.000 euro; a questa è seguita quella delle sagome dei tifosi al Lino Oldrini che, oltre a portare un sostegno economico, ha ridato forza e vigore ad una squadra che si è trovata a giocare in un palazzetto completamente vuoto riempiendolo di supporters virtuali, capaci di generare una nuova atmosfera durante le partite al colpo d’occhio.
L’aiuto dal lato sportivo è importante, ma l’impegno sociale ancora di più per il trust che vuole allargare i propri orizzonti ben oltre il palazzo di Masnago e unire tanti appassionati della Pallacanestro Varese con molte idee. E’ nata così la borsa di studio intitolata a Emilio Forni nel ricordo di un grande personaggio che aveva i colori biancorossi nel cuore, in un progetto che vuole dare sostegno ed aiuto alle famiglie più bisognose, premiando il merito sportivo ed economico.
Ci ha raccontato tutto questo il Presidente Umberto Argieri, che fa anche una considerazione sulla stagione passata e su quello che potrà essere il futuro della Openjobmetis. Com’è nata l’idea di istituire questa borsa di studio?
“Era già nel piano delle iniziative per il 2021 come asse portante delle novità che volevamo mettere in campo dirette ai giovani, ai settori giovanili e alle scuole. In ambito sociale questa ci è sembrata un’iniziativa bella e anche vicina al nostro modo di essere e di fare. Abbiamo identificato subito i ragazzi nel target d’età di medie e superiori, associando il merito scolastico a quello sportivo come requisiti per concorrere alla borsa di studio. Ad essi si aggiunge anche il fattore ISEE, in quanto l’iniziativa è diretta appunto alle famiglie più bisognose. Alla base, però, ci tengo a sottolineare come ci sia in maniera molto importante il merito scolastico e l’impegno profuso a scuola. Questo vuole essere un primo passo nel dare forza al rapporto scuola e sport secondo noi fondamentale per i giovani, premiandoli con un riconoscimento. Facendo così riusciamo ad entrare e portare vantaggi a tutta la provincia di Varese in un obiettivo dichiarato di allargare i nostri orizzonti al di fuori della città. Non solo Varese, il palazzetto, la Pallacanestro, ma anche al di fuori, coinvolgendo i settori giovanili attraverso la FIP, aprire canali di dialogo con loro e creare una rete di rapporti da cui possono nascere anche progetti futuri”.
Qual è l’obiettivo dell’iniziativa a livello economico?
“Vorremmo raggiungere i 10.000 euro e poter dare dieci borse di studio ai ragazzi. Già nella giornata di venerdì c’è stata la prima donazione importante che testimonia la vicinanza delle persone a questa iniziativa, ma soprattutto dimostra la concretezza e la fondatezza di quanto viene proposto e di come le persone lo percepiscono”.
Perché intitolare il progetto a Emilio Forni?
“Abbiamo Emilio nel cuore. Ogni volta che penso a lui mi commuovo perché era davvero una grande persona e chi lo ha conosciuto sente di averlo vicino ogni giorno come se fosse ancora qui con noi. E’ stato uno dei primi soci del trust, abbiamo fatto tante trasferte insieme, ci ha sempre messo cuore e anima in ogni cosa che facevamo. Con Emilio si era instaurato un bellissimo rapporto di amicizia e complicità. Mi ricordo ancora gli incontri che facevamo a casa sua ad Angera in un clima stupendo. Da quando è mancato abbiamo subito pensato ad organizzare qualcosa per ricordarlo e ragionando abbiamo coniugato l’idea di proporre la borsa di studio con questa dedica speciale. Era una persona molto generosa e anche per questo penso sia un binomio azzeccatissimo. Prima di strutturare il tutto e rendere pubblica l’iniziativa abbiamo parlato con suo figlio Filippo ed anche lui è stato entusiasta di questo”.
Parlando invece di campo, a salvezza conquistata qual è il bilancio sulla stagione? Quali percezioni ha per la prossima? L’idea di confermare in toto questo gruppo, sia a livello di giocatori che di allenatore che stuzzica molto in città e anche un po’ in società.
“Anche in tempi non sospetti, ho sempre esposto la mia grande fiducia in ciò che a livello di squadra e di società si stava facendo per portare in porto la stagione. Sono felice che si sia poi confermata questa mia impressione con i risultati, perché vedendo anche da dentro com’è stata gestita la stagione, devo dire che i ragazzi si sono davvero meritati il traguardo salvezza. E’ un gruppo che secondo me ha svoltato nel momento in cui è riuscito a trovare un grande equilibrio, la vera forza della squadra. Dal punto di vista tattico la quadra è arrivata magari un filo in ritardo, ma era comprensibile che fosse così viste le scelte difficili che si sono dovute fare e gli incastri che si sono dovuti azzeccare. Sinceramente farei carte false per confermare il gruppo in blocco, magari con qualche piccolo aggiustamento, ma mi dispiacerebbe disperdere tutto il valore a livello tecnico e di forza del gruppo che si è creato in questi mesi. Questi ragazzi stanno veramente troppo bene insieme. Li ho visti festeggiare il compleanno di Scola l’altro giorno e trasmettono un clima e una complicità difficilissimi da trovare nella pallacanestro italiana di oggi a causa delle dinamiche che la regolano. Ci possono essere situazioni tecnico-tattiche ancora da aggiustare, ma sono convinto che, una volta che ci si mette in palestra con questo spirito di unione, si fa in fretta a migliorare. Se potessi con la bacchetta magica confermerei subito tutti, ripartirei in palestra e con la campagna abbonamenti per ridare anche un po’ di benzina a tutta la macchina societaria e lo farei immediatamente. Anche i più scettici si sono resi conto che questo è un gruppo vincente”.
Alessandro Burin