Brindisi è senza ombra di dubbio la sorpresa di questo campionato. Ancora una volta la coppia Simone Giofrè-Frank Vitucci non delude per uno dei binomi più importanti negli ultimi 10 anni del nostro basket. Capaci, fra l’altro, di pescare un talento del calibro di D’Angelo Harrison che, ad oggi, è uno dei più seri candidati al titolo di miglior giocatore della nostra “spaghetti league” per dirla all’americana.
Mancherà alla contesa per via di un problema ad un ginocchio che lo terrà fermo fino alla Coppa Italia, ma Harrison è una guardia di 1,93, classe ’93, uscito dall’università cattolica di St John’s a New York per poi giocare principalmente fra Turchia e Israele con l’ultima apparizione la scorsa estate nei playoff con la maglia del Maccabi Rishon LeZion. Un passato turbolento con un padre mai conosciuto, una madre con costanti problemi di droga e un fratello finito in carcere nel 2010 sempre per problemi di droga. Aggiungiamo una sospensione ai tempi del college nel 2013 per via di un comportamento non certo irreprensibile. Poi la svolta con l’incontro con John Lucas. Due mesi a pane, basket, zero cellulare e discussioni sul suo modo di porsi han cambiato profondamente un giocatore ad oggi inarrestabile o quasi. 

Il quintetto brindisino è totalmente a stelle e strisce: partiamo dal play dove troviamo il confermato Darius Thompson. Cifre e impatto migliore per il regista classe ’95 che gira a 14,1 punti di media ed è migliorato anche negli assist: 4,8 a gara. In ala troviamo James Bell, vecchia conoscenza del nostro campionato dato che la Vanoli Cremona lo portò in Italia nel 2014-15 al termine del suo percorso universitario. Vero uomo squadra nonché collante, le cifre non esprimono appieno il suo apporto alla causa brindisina: 10,9 punti e 4,2 rimbalzi di media per lui.

Sotto canestro ci sono altri due segreti per l’ottima stagione della Happy Casa: Nick Perkins e Derek Willis. Il primo viaggia a 13 punti e 4,9 rimbalzi ed è un vero carrarmato visti i 113kg che porta a spasso sul parquet; il secondo è un nativo americano, la madre è di origini indiane, ed ha 206 centimetri di puro talento. Uscito dalla Università di Kentuky e dalle sapienti mani di John Calipari, Willis arriva da due anni in Germania e produce oltre 12 punti e 8 rimbalzi a gara.

Panchina a forte demarcazione italiana con la grinta e l’energia pura di Zanelli, giocatore cui spesso si affida Vitucci nei momenti di difficoltà, l’atletismo di Gaspardo, alla seconda stagione in Puglia e un tiro da fuori che va e viene, l’ala Udom, alla prima vera esperienza nella massima serie. A dare il cambio nel settore lunghi c’è anche Ousman Krubally, lungo sottodimensionato coi suoi 201 cm a dare fiato, qualche rimbalzo e qualche buona difesa alla causa brindisina.

Matteo Gallo
(foto Happy Casa Brindisi) 

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