Una pausa sicuramente tutt’altro che tranquilla quella che sta passando la Openjobmetis Varese, alla ricerca della forma migliore, sia fisica che mentale, per affrontare una seconda parte di stagione che si annuncia durissima per poter raggiungere la salvezza. Un’impresa che richiederà ben altra squadra rispetto a quella scesa in campo nelle ultime due gare pre sosta contro Brescia e soprattutto contro la Fortitudo che hanno consegnato agli occhi dei tifosi un gruppo stanco e sfinito da un tour de force di 6 gare in 18 giorni.
La pausa serve a tutta quanta la squadra per resettare i problemi che continuano ad attanagliarla, ovvero un’organizzazione difensiva tutta da decifrare e quei buchi mentali che troppo spesso colpiscono i biancorossi nel terzo quarto. Le due settimane di allenamenti senza match servono per ricercare un’identità che ancora manca a questa squadra, figlia anche di scelte in termini di rotazioni che consegneranno il gruppo definitivo a Bulleri per l’ultima parte di stagione.
Di tutto questo ha parlato Toto Bulgheroni, uomo simbolo della società, anche lui nel mirino dei tifosi ma che reclama calma e serenità intorno al gruppo che ha bisogno di sostegno per riuscire nell’impresa salvezza.
Quanto è preoccupato e quanto l’ha delusa la prestazione contro la Fortitudo Bologna?
“Ovviamente quanto si perde una partita che può essere importante per il prosieguo della stagione resto dispiaciuto come la maggioranza dei tifosi. Però, senza voler accampare nessuna scusa, porto dei fatti. Era la sesta gara in 18 giorni, con la squadra che usciva da un mese senza allenamenti, cosa che ha portato a combattere per i primi due quarti e poi crollare nel secondo tempo. Questi sono fatti, non opinioni. E’ troppo facile criticare un giocatore o l’allenatore perché può aver fatto delle scelte che alcuni non condividono. La verità è che troppe poche volte ci dimentichiamo dei fatti che sono: la squadra è stata costruita con un budget molto ristretto, abbiamo perso nel girone d’andata De Vico e Ferrero per alcuni mesi a causa di infortunio, abbiamo preso Jalen Jones e si è rotto dopo 30 secondi dopo essere sceso in campo, il covid ha colpito 8 giocatori chi più chi meno e la programmazione del campionato ci costringe a giocare 6 partite in 18 giorni. Ecco, secondo me qualche considerazione su questi fatti va fatta. C’è dispiacere, ma il fatto di avere ora due settimane davanti per lavorare mi dà un po’ più fiducia per il prosieguo del campionato. Dobbiamo stare al fianco della squadra, senza voler ingannare nessuno sulla delicatezza del momento, ma cercando di creare un ambiente positivo e sano attorno alla squadra, unico modo per uscire tutti insieme al meglio da questa situazione”.
Questi sono fatti innegabili e che hanno condizionato gravemente fin qui la stagione. Però in tutto questo ci sono dei problemi, difensivi e di tenuta mentale nelle gare che sono gli stessi da inizio stagione. Lei come si spiega il fatto che la squadra non riesca a superarli?
“Ripeto molto crudamente. Noi abbiamo costruito la squadra con i mezzi economici che avevamo a disposizione. Uno poi può approvare una scelta o meno. Avevamo pensato di avere un determinato apporto da Ruzzier, ad esempio, che ad oggi non è stato quello sperato. Non voglio dare colpe a nessuno e ci mancherebbe altro, però la verità è che non abbiamo trovato ancora completamente un’identità. Questo secondo me è dato da tutte le variabili di cui abbiamo parlato prima. Ciò poi è lo specchio di quei cali che abbiamo avuto in alcune gare, in alcuni casi inspiegabili a mio giudizio, in altre frutto di determinate situazioni o scelte. Con la Fortitudo siamo stati bene in campo per due quarti e nel terzo siamo crollati, a Brescia siamo arrivati a 4 punti nel terzo quarto e siamo crollati anche lì dopo la vittoria con Brindisi che ci aveva spremuti. Tutti vorremmo avere una squadra con un’identità ben definita, ma non ci è stato dato il modo di lavorare. Io mi auguro che in queste due settimane l’allenatore possa lavorare a modo per costruire tutto ciò e creare situazioni favorevoli per noi durante le partite”.
Tanti tifosi additano l’allenatore di non essere all’altezza del ruolo. Lei si sente di dare un completo messaggio di supporto al lavoro di Bulleri, anche di fronte a tutte le problematiche che ha dovuto affrontare?
“E’ ovvio. Adesso butto lì una frase: se avessimo avuto Popovich avremmo forse vinto una o due gare in più. A me spiace che nessuno possa vedere gli allenamenti, ma si renderebbe conto del lavoro che fa Bulleri in settimana. Dobbiamo ricordarci poi che abbiamo il budget più basso della Serie A, abbiamo fatto la squadra facendo quello che potevamo. Abbiamo purtroppo una serie di circostanze che all’allenatore non hanno permesso di lavorare in una certa maniera. Sono convinto che Bulleri sia un tecnico che lavora molto forte e molto bene, anche se non ha l’esperienza di uno che ha svolto 500 partite in serie A, ma quella di chi le ha giocate sul campo. Non mi sento onestamente di criticarlo, poi di opinioni con il senno di poi son piene le fosse. Vorrei che la gente potesse venire a vedere come lavora in allenamento tutta settimana per capire com’è il suo approccio. Inoltre, finora in stagione ci è mancata anche un po’ di fortuna. Andiamo a vedere le squadre che dovevano essere alla nostra portata come Trieste, Reggio Emilia, Pesaro, la Fortitudo, quanti innesti hanno fatto e stanno facendo a stagione in corso. Noi non abbiamo questi mezzi. Il Consorzio, che ha salvato la società, si è trovato per un paio di anni a dover gestire un buco enorme. Questa stagione siamo partiti con un buco di 700.000 euro dei botteghini da dover ripianare. Ecco, se si crea un ambiente in cui si porta vanti la negatività invece che la positività diventa tutto più difficile. La società sta facendo sforzi enormi per proseguire e dobbiamo ringraziare gli sponsor che sono rimasti al nostro fianco, cosa non scontata. Se non creiamo un ambiente positivo nessun altro si vorrà avvicinare a noi. La Pallacanestro Varese è un patrimonio di tutti e siamo sostenuti dal Consorzio ma non è così facile superare tutte le difficoltà”.
Proprio alla luce di tutto questo discorso, vorrei chiederle un punto sul mercato o meglio sulla questione rotazioni in squadra. Avete preso una decisione o siete ancora in fase di valutazione sul mantenere un giocatore in più e su chi eventualmente tagliare?
“Siamo in fase di studio e che faremo tutto il possibile per creare una squadra competitiva al massimo delle possibilità per raggiungere la salvezza”.
Alessandro Burin