Il 16 dicembre può sembrare ai più una data scarna di memorie, iniziative o ricorrenze per quel che riguarda il mondo della Pallacanestro Varese e la sua storia ma invece non è così. Oggi è il giorno dell’anniversario ventennale del “matrimonio” tra la dottoressa Raffaella Demattè ed i biancorossi, un binomio ormai divenuto indissolubile e quanto mai importante.

La Demattè, responsabile della segreteria e delle relazioni esterne, da anni va alla ricerca di iniziative che possano collegare Pallacanestro Varese ad aspetti sociali di primaria importanza. Primo fra tutti il progetto “Basket, una scuola di vita” con cui ormai da vent’anni la Pallacanestro Varese incontra i ragazzi delle scuole del territorio per avvicinarli al mondo biancorosso, toccando temi di primaria importanza come quello della sostenibilità, in auge da ormai un anno.

Vent’anni di lavoro e di passione che Raffaella descrive così, con tanto orgoglio e felicità: “Il 16 dicembre 2001 venne a cercarmi Dodo Rusconi. Io insegnavo italiano agli stranieri all’Ateneo corsi di lingue Varese, che è tutt’ora nostro sponsor, amico e supporter. Stava arrivando in Pallacanestro Varese un giocatore siberiano che non parlava né italiano né inglese e cercavano una persona che potesse insegnargli sia uno che l’altro e fargli un po’ di tutoring. Il 16 dicembre presenziai e feci da interprete alla presentazione di Pavel Podkolzin ed iniziai così a lavorare in Pallacanestro Varese che divenne sempre più concreto poi dal 2002. Per me il 16 dicembre rimane una data storica che mi ha cambiato la vita. Mi permette di fare un lavoro che è un privilegio”.

Cos’è per lei oggi la Pallacanestro Varese? “E’ un pezzo di cuore, è come la mia famiglia. Ho un marito, una famiglia e poi ho la Pallacanestro Varese. Questi sono i punti cardine nella mia vita”:

E’ Responsabile del progetto Basket, una scuola di vita, che finalmente è ripartito in presenza. Cosa si aspetta da questa nuova edizione? “Abbiamo fatto solo un primo incontro per ora. Da gennaio ripartiremo a pieno regime, presentando un progetto sempre più ricco e studiato ad hoc per le varie fasce scolastiche, che si parli di elementari, medie o superiori dei vari plessi. Abbiamo rivisitato e rivisto tutto il programma per renderlo sempre più attrattivo. Mi aspetto sicuramente che possa avere successo nei confronti dei ragazzi. Il fatto che nel mondo sportivo, che tutto brucia e dove tutto è molto veloce, il nostro progetto vada avanti da 20 anni è sintomo di grande soddisfazione e vanto”.

Alessandro Burin

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