Erica Lattuada è una giovane studentessa universitaria che nella seconda parte di 2020 si è “regalata” l’accesso alla facoltà di Scienze Motorie e soprattutto un’opportunità unica come quella di passare dal portone principale di “casa Cantello Belfortese”. Perché quando la società varesina le ha detto “Vuoi entrare nel nostro staff?” il sì è stato rapidissimo, un battito di ciglia e la felpa biancorossa se l’era già cucita addosso. “Non potevo lasciarmi sfuggire quest’opportunità…”

Che ambiente hai trovato? 
Bellissimo, a Cantello si sta davvero bene, è un ambiente familiare, dove si lavora, si cresce, si sperimenta, è la mia prima esperienza “lavorativa” in questo mondo, e devo dire che nonostante una stagione interrotta, l’avvio era stato ottimo”.

Di che categorie ti occupi?
Io affianco Mattia Andriolo e insieme seguiamo i piccoli amici, ma mi presto volentieri nel dare una mano anche al resto dello staff“.

Cosa ti piacerebbe fare da grande?
Se dicessi lavorare nel mondo dello sport sarei forse scontata ma è la verità, è il mio habitat naturale, io gioco a basket in serie B in Svizzera (Rio San Vitale ndr) e credo che il desiderio in cima alla classifica sia diventare preparatore atletico, però ragione step by step e per adesso continua a formarmi ed apprendere il più possibile in questo settore”.

Da giocatrice e da allenatrice, quanto si “soffre” per questa pausa forzata?
Tanto, tantissimo, troppo…da atleta è già complicato, figuriamoci anche da mister; per i bambini, ma anche per noi adulti inutile nascondersi, è una valvola di sfogo importante, rimanere bloccati così, a tempo indeterminato, senza sapere quando tutto questo avrà fine, spaventa clamorosamente, e per noi del Cantello è doppiamente un peccato per tutto il lavoro iniziale fatto perché ci eravamo organizzati a tal punto proporre allenamenti senza contatto e senza rischio”.

Consapevoli però che allenamenti simili non rispecchino effettivamente il gioco del calcio…
Sì certo, questo lo sappiamo bene, non può essere la stessa, ma avere solo l’impegno mentale per i bambini di finire la scuola e dire “Oggi vado agli allenamenti di calcio” è già tantissimo, permette loro comunque di spaziare, di interagire, di poter correre su un prato verde”.

Quote rose nelle quote rose: a Cantello è stata fatta una specifica campagna la scorsa estate per reclutare bambine, come è andata?
Abbiamo arruolato tre ragazzine, Ester di 5 anni, Sofia di 8 anni e Anita di 12 anni, forse possono sembrare poche ma in un anno così difficile passare da zero a tre è già un ottimo risultato”.

Qual è stato l’approccio di queste giovani atlete sia con i mister che con i compagni? 
Bellissimo e per certi versi sorprendente; io posso parlare maggiormente della mia categoria, quella dei piccoli amici, e la nostra atleta sta dimostrando personalità e la tipica grinta femminile, è bello perché i bambini sono troppo genuini per fare distinzioni, ed Ester, come tutte le altre ragazzine, si è integrata benissimo; quanto al lavoro di noi allenatori devo dire che al momento siamo agevolati perché in questa fascia d’età si imparano i fondamentali, l’impostazione tra maschi e femmine è la stessa e c’è tanto gioco, è chiaro che a lungo andare il lavoro dovrà essere differenziato”.

Cosa ti auguri per quest’annata particolare? Sei ottimista su una ripresa?
Sì, io sono piuttosto ottimista e penso che verso fine febbraio si possa tornare ad assaporare il campo in tutta sicurezza, certo per tornare alla normalità ci vorrà tempo ma un passettino per volta ci riprenderemo tanto la nostra vita quanto il nostro amato sport, a Cantello poi tra una videochiamata ed un’altra non vediamo l’ora, non sarà affatto semplice ma siamo bravi nel farci trovare pronti”.   

Mariella Lamonica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui