All’appello tra le società che hanno ripreso gli allenamenti c’è anche il Caravate, ripartito con tutto il settore giovanile dal 13 febbraio con sessioni individuali nel rispetto del protocollo: “Gli allenamenti sono al sabato pomeriggio e i ragazzi fanno i loro esercizi sul campo grande, divisi in gruppetti di 4 per ogni istruttore – spiega il presidente Marco Tatti –. È stato scelto il pomeriggio per ovviare al fatto che non si possono usare gli spogliatoi e alla sera, facendo freddo, sarebbe stato un problema”.
Fil rouge della ripresa, come per il resto delle società, è la voglia e necessità dei ragazzi di ritornare a fare attività motoria: “Abbiamo ripreso solo per quello, hanno bisogno di divertirsi, di svagarsi dal loro quotidiano fatto solo di tv e playstation. Fanno poco, se non nulla di sport ma questi allenamenti individuali vanno bene per adesso perché sta diventando un problema dal punto di vista sociale. C’è stata una partecipazione all’incirca del 95% – sottolinea il presidente –, solo pochissimi hanno preferito attendere una situazione migliore. I bambini e le loro famiglie non vedevano l’ora”.
Come ben sappiamo, negli ultimi giorni il quadro epidemiologico sta peggiorando e il Caravate ha deciso di sospendere momentaneamente gli allenamenti: “Ci siamo fermati lo scorso sabato solo in virtù del fatto che era uscita l’ordinanza regionale del cambio di colore e le condizioni meteo non delle migliori hanno contribuito a questa nostra scelta. Probabilmente staremo fermi anche questo sabato perché è vero che gli allenamenti si possono fare ma se chiudono le scuole e le attività principali non è il caso di proseguire. In più qui a Caravate la situazione non è delle migliori, hanno chiuso pure l’asilo e, di conseguenza, per il momento ci sembrava giusto fermarci un attimo. Vediamo come evolve la situazione e, se i numeri lo permetteranno, sicuramente riprenderemo”.
“Non ci sono condizioni per riprendere un campionato, anche i costi, per esempio dei tamponi, sarebbero onerosi per una società di seconda categoria. Faremo una riunione per i tornei – inizia a rispondere così alla domanda se è troppo prematuro pensare ad organizzare la stagione estiva –, ma siamo dubbiosi perché dipenderà dalla situazione e, inoltre, abbiamo in progetto con l’amministrazione il rifacimento del manto erboso del campo principale. Penso che andremo in questa direzione, invece di organizzare il torneo. Non abbiamo mai fatto campus estivi ma di solito proseguiamo con gli allenamenti; ad esempio l’anno scorso ci siamo allenati fino al 7 agosto e quest’anno, se si potrà, daremo ancora questa possibilità”.
Quanto alla prima squadra, il presidente conclude: “Dobbiamo verificare tempi e modalità ma daremo modo anche a loro di allenarsi perché è un problema sociale per tutti, non solo per i bambini. Ovviamente, sarà in forma diversa perché un conto sono i ragazzini che lo fanno per divertirsi e un altro sono i grandi che sono agonisti. Di conseguenza, il Caravate darà la possibilità ai giocatori della prima squadra di mettersi in forma e di divertirsi sul campo con modalità che concorderemo direttamente con loro”.
Roberta Sgarriglia