L’eccellenza c’è, l’eccellenza riparte e ai nastri di partenza si presenterà anche la Castanese di mister Garavaglia.
La squadra neroverde ha adottato un ragionamento molto semplice: approfittare di questo campionato di due mesi per “preparare” la prossima stagione, inserendo molti giovani, testandoli, amalgamando un gruppo che ha tutte le carte in regola per non sfigurare in questa nuova ripartenza.
“Sono convinto sarà, a prescindere da tutto, una bella esperienza, e siamo pronti per godercela al massimo, questo campionato anomalo per noi, che lo affronteremo senza particolari obiettivi, deve essere un banco di prova forte in vista di quello che sarà, ed un momento di conoscenza reciproca anche perché a settembre abbiamo giocato solo 2 partite, non siamo così amalgamati né io ho avuto il tempo per capire fino in fondo questi ragazzi” ha affermato proprio il tecnico Garavaglia.
Come è stato il rientro e questo mese di “simil” preparazione”?
“Ritrovarsi indubbiamente bello, avevamo tanto bisogno di normalità e questa è un’occasione per tornare ad assaporarla, quanto alla condizione posso dire che la squadra era in difficoltà fisica notevole, come prevedibile, si può anche tenersi in forma lontano dal campo ma ci sono gesti atletici che nel giardino di casa difficilmente emuli, è per questo che ho puntato su un lavoro graduale fatto per prevenire innanzitutto gli infortuni e poi per mettere tutti in condizione di reggere novanta minuti”.
Alla luce di queste settimane siete pronti per, come dice lei, godervi questa esperienza?
“Purtroppo abbiamo avuto un infortunio, Rossi, uno tra i giovani ultimi arrivati, ha riportato la rottura della mano e sarà difficile poterlo schierare in queste dieci giornate, ma per il resto devo dire che i ragazzi si stanno ben comportando, l’entusiasmo aiuta perché dopo così tanto tempo è a livelli altissimi, come è giusto che sia, a mente sgombra affronteremo questi due mesi con il giusto spirito, però sia chiaro che perdere non piace a nessuno, tanto meno a noi”.
Che campionato si aspetta?
“Molto intenso, con 3/4 squadre che avranno più pressione di altre perché costruite per vincere, indubbiamente fra queste cito Ardor Lazzate, Olginatese e Varesina, che ironia della sorte affronteremo tutte nelle prime giornate, forse saremo noi il termometro del girone A, ma a parte questo credo che in un percorso così breve chi sbaglia due partite sia tagliato fuori, ho l’impressione possa essere spaccato a metà tra la metà classifica alta e la metà bassa, ma mi auguro anche che nonostante tutto faccia registrare un ottimo livello fino alla fine”.
Avete fatto una scelta mirata, quella appunto di puntare sui giovani inserendone diversi: lei crede che dopo un’interruzione così lunga sia un bene o crede invece che i giocatori tecnici avranno un peso maggiore?
“Al di là della nostra scelta fatta puramente in ottica futura e tra l’altro condizionata dai campionati giovanili inattivi dai quali non siamo neanche potuti andare a pescare giocatori, io credo che il tasso tecnico sia un valore aggiunto sempre ma ancor di più in un campionato del genere perché i ritmi saranno blandi per tutti, perché il pressing non potrà essere asfissiante e quindi sarà anche difficile complicare la vita a certe squadre…parlavo l’altro giorno con un amico dell’Olginatese che un po’ ridendo ribadiva “Siamo tutti vecchietti”, il “vecchietto” però di grande qualità potrà comunque adeguarsi ad un ritmo mediocre e trovare la giocata vincente”.
Crede che questo tipo di campionato predisposto fosse l’unica modalità possibile?
“Direi proprio di sì, mi sembra che sia già stato fatto un lavoro incredibile per metterci nelle condizioni di ripartire, è vero che sarà particolare ma è vero anche che ci riporterà ad assaporare la bellezza del calcio più puro, mi spiace solo non sia stata presa in considerazione la mia proposta ovvero quella di comminare dei punti di penalizzazione alle ultime classificate, magari a scalare, da scontare nella prossima stagione, penso che lo avrebbe reso più appetibile per tutti e ancora più avvincente”.
La ripartenza dell’eccellenza può fungere da traino per la ripartenza delle altre categorie di calcio dilettanti?
“Bisogna distinguere due fattori: tutte le categorie che si trovano dietro la nostra sono molto più forti, devono lavorare insieme per spingere verso il cambiamento, è un movimento enorme che in realtà fa parte di una piramide che dovrebbe essere rovesciata; certo è che dal punto di vista umano e di speranza questa ripartenza può e deve dare fiducia per tutto quello che sarà, me lo auguro davvero, ce n’è tanto bisogno”.
Mariella Lamonica