Vita da numeri uno e lui numero uno lo è diventato all’età di 7 anni, nella squadra del suo paese, Magnago Bienate, affascinato da quel ruolo che ti porta o a spiccare o a soccombere. Matteo Mainini, estremo difensore della Castanese, si è rituffato in questa bizzarra eccellenza senza grosse pretese ma con le idee chiare: tornare a fare nel miglior modo possibile ciò che più ama.
“C’era bisogno di respirare normalità ed eccoci qui, finalmente, dopo troppi mesi di stop, è sempre bello, in qualunque formula, giocare a calcio”.
Allora partiamo parlando proprio di questa eccellenza: ti piace questo “campionato ridotto?”
“Più che campionato lo chiamerei torneo e in tutta onestà credo fosse l’unica soluzione plausibile, non dimentichiamoci che pur essendo l’eccellenza siamo ragazzi con impegni di lavoro e con altre esigenze soprattutto in un periodo così delicato, perciò va bene così, sono contento di questa ripartenza”.
Campionato a undici squadre, zero retrocessioni ed una vincitrice pronta per il balzo in serie D, ti sbilanci? Chi può vincerlo?
“Ci sono squadre che non conosco, vedi il Milano City, quindi non posso analizzarle tutte allo stesso modo, ma posso dire con certezze che la Varesina sia una delle più serie candidate alla vittoria, vuoi per l’importanza dei nomi che ha in rosa, vuoi per una struttura societaria che già da qualche tempo punto alla serie D, certo anche l’Olginatese domenica scorsa mi ha abbastanza impressionato”.
Risultato netto, 5 a 0 in casa di una di quelle squadre che come dici tu è fra le pretendenti al titolo, che gara è stata?
“Non trovo scuse ma sicuramente non eravamo nelle migliori condizioni possibili, poi certo contro una formazione così forte come Brianza Olginatese se sbagli paghi, ed infatti i nostri errori ci sono costati carissimo. Nessuno però può mettere in dubbio la forza di una squadra fatta anche di elementi che arrivano da categorie superiori, se domenica dovessero fare punteggio pieno in casa della Varesina, sono certo se la giocheranno fino alla fine, viceversa credo sarebbero tagliati fuori perché in un campionato così corto recuperare sei punti diventa un gap non indifferente”.
Il brutto ko della seconda giornata si contrappone, però, ad una prestazione confortante maturata in casa contro l’Ardor Lazzate, altra squadra costruita per stare nei piani alti.
“Gara più che positiva da parte nostra, abbiamo approcciato bene, abbiamo anche avuto un paio di occasioni per fare il colpaccio, peccato non averle sfruttate perché onestamente credo avremmo anche meritato, noi certo non siamo una squadra proiettata al possesso o a “fare la gara”, siamo imbottiti di giovani, non possiamo pensare di dominare, però dobbiamo imparare ad essere più lucidi quando c’è la chance per buttarla dentro”.
Ma in quella gara, quella contro l’Ardor Lazzate, quanto ha pesato il rigore parato nei primi minuti? Perché diciamoci la verità, subire gol subito avrebbe potuto invertire completamente la rotta del match…
“Diciamo anche un’altra verità: io non sono mai stato un para-rigori, eppure degli ultimi quattro ne ho parati tre, ci sto prendendo gusto (ride ndr). Scherzi a parte parare un rigore fa sempre piacere, ma in quel caso era importante dare un segnale agli avversari ma anche ai miei compagni, sono contento di averlo fatto, anche se il mio ruolo m’impone proprio di mettermi al servizio della squadra, di fare parate anche decisive per aiutare i miei compagni”.
Anche perché nonostante tu sia un classe ’95, sei praticamente un leader di questa squadra così giovane, vuoi anche per quel passato a tinte nerazzurre.
“Grazie per il leader, sì forse è vero, al cospetto della formazione attuale, vuoi anche per le mie esperienze, sono uno di quelli che può e deve dare qualcosa in più. Sono contento perché nonostante lo stop forzato mi sento bene, sto entrando in forma più velocemente di quanto mi aspettassi”.
Dove può arrivare questa Castanese?
“Ovviamente non abbiamo obiettivi di livello assoluto, sicuro vogliamo mettere in difficoltà chiunque, dare filo da torcere, però vogliamo anche sfruttare questa vetrina, e qui mi permetto anche di dire qualcosa ai più giovani: i treni non passano sempre nella vita, bisogna saltarci su al volo e farsi trovare pronti, è vero che questa campionato è “ridimensionato”, ma è vero anche che è pur sempre un’eccellenza e merita un grande rispetto”.
Tra i vostri giovani ce n’è qualcuno che ti ha stupito fino a questo momento?
“Mi spiace molto che Rossi si sia infortunato alla mano perché credo che non avrebbe affatto sfigurato, fra gli altri, senza nulla togliere a nessuno soprattutto sul piano dell’impegno, dico Becchi, è quello che vedo più pronto”.
Riassumendo: Varesina favorita, Castanese pronta a mettere in difficoltà chiunque, ma gli obiettivi di Matteo Mainini quali sono?
“Ma l’ho già detto, aiutare i miei compagni, fare parate che aiutino a fare punti. Devo sbilanciarmi di più?”
Assolutamente sì.
“Ok, va bene. Avrei voluto prendere meno di 10 gol, certo i cinque di domenica pesano, ma non ritratto, dovrò impegnarmi molto ma ci proverò, a sto punto però ne dico un altro: non far fare gol a Mira, ho condiviso sette anni con lui, siamo amici, proverò a fargli questo scherzetto”.
Mariella Lamonica