Un’intervista nata per caso, nata da una battuta sul profilo facebook di Caterina Cantoni: “Amici già 50enni cosa potreste consigliare a una quasi 50enne di non farsi mancare… in questo anno strategico?“. Un’intervista su varesesport, ovviamente.
In realtà Caterina è un bel personaggio da raccontare per la sua passione per la musica, per l’amore verso la sorella tetraplegica Lucia, per il sorriso e l’entusiasmo con cui racconta le sue esperienze, la voglia di condividerle e la speranza di poterne vivere di nuove.
Caterina Cantoni è una violoncellista professionista che insegna musica al ‘Manzoni’ il Liceo di Scienze Umane e Musicali di Varese. E’ una di quelle persone che è riuscita nella vita a fare della propria passione una professione.
Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita‘, diceva Confucio, Caterina mi ha trasmesso proprio tutto questo nel suonare il suo violoncello e nell’insegnare musica ai suoi ragazzi.

“Sono emozionata perchè oggi è come essere al primo giorno di scuola. Finalmente torno ad insegnare in presenza, sono veramente felice”. Inizia a raccontarci Caterina che ci è venuta a trovare in redazione.
Un vero è proprio lockdown che dura ormai da un anno per i musicisti e, a sprazzi in presenza e con tanta DAD, anche per gli insegnanti.
“E’ una situazione surreale, pazzesca per la musica. Penso che il mondo dello spettacolo non andrebbe mai fermato, per nessuna ragione, è l’essenza della vita e dello svago per tutti. In questo anno abbiamo continuato a suonare, a studiare, a fare pratica ma senza poter regalare la nostra musica allo spettatore. Lo abbiamo fatto a distanza, online, ma non è la stessa cosa, così come non è la stessa cosa insegnare a distanza, la famosa DAD, per quello ti dicevo che oggi, per me, è come il primo giorno di scuola”.

Caterina ha preso in mano il suo primo violoncello a nove anni, un po’ mal volentieri, poi non lo ha più mollato.
“Era una passione di mia madre, ma io preferivo fare la ballerina. Un giorno ascoltandola suonare è scoccata la scintilla dentro di me, un amore e una passione per quel suono che mi porto ancora oggi”.
Tanti sacrifici e tanto studio.
“Assolutamente sì. Da allora tutti i santi giorni suono, ricordo che la domenica quando i miei coetanei erano in giro a divertirsi io ero in casa a suonare, ma lo facevo volentieri senza nessun rimpianto. Ricordo con piacere gli insegnamenti della signora Gabriella Motta, la mia prima maestra, e poi quelli di Marianne Chen che mi ha perfezionato”.

Violoncellista solista è primo violoncello con gli Ars Cantus, suona col trio Rose di Maggio (foto a lato) e col gruppo 100Cellos di Giovanni Sollima. Ha suonato in Italia ed anche in numerosi teatri all’estero. Dopo il diploma, ha fatto l’insegnante di sostegno per diversi anni aiutando i disabili a ‘suon’ di musica. Anche in questo caso una passione più che un lavoro grazie all’amore per la sorella Lucia.
“Mia sorella Lucia è tetraplegica e vive in una Casa Famiglia a Cesano Boscone. Vado spesso a trovarla, collaboro con i volontari e appena possibile un bel concerto non ce lo facciamo scappare. Una gioia per loro ma anche per noi che suoniamo”.

Una quasi cinquantenne come te cosa ci può raccontare, visto che siamo su VareseSport…
“Da un paio di anni pratico l’Ashtanga Yoga e mi piace andare a correre, lo faccio in orari impensabili ma mi carica e mi permette di stare con me stessa. Tifo da sempre per la Pallacanestro Varese, ho abitato per una decina di anni proprio di fronte al palazzetto ed andavo a vedere anche gli allenamenti. Ho avuto la fortuna di vivere la stagione dei Roosters, quella dello scudetto della Stella, e ricordo con piacere Vescovi e Pozzecco che erano i miei preferiti. Seguo un po’ anche il calcio e vivo il derby in famiglia con mia sorella Lucia: lei milanista, io interista”.

Un anno disastroso sotto tutti i punti di vista per lo spettacolo e per la musica, cosa ti aspetti per il futuro?
“Spero di poter tornare a suonare al più presto per il pubblico. In questo periodo abbiamo lavorato e preparato tanto per essere pronti quando questa pandemia terminerà e finalmente potremo tornare alla normalità. Personalmente spero anche di poter tornare a viaggiare, la mia altra passione dopo la musica. Quest’estate sono riuscita ad andare in Sicilia e a Rodi, ma il Natale 2019 a Miami e Cuba resta nel mio cuore, anche perchè è l’ultimo viaggio che ho potuto fare prima del Covid”.

Sogno nel cassetto?
“Ne ho due, uno molto pratico e realizzabile a breve: andare a mangiarmi in pasticceria seduta ad un tavolino un Tortino di cioccolato con cuore fondente, non vedo l’ora. L’altro molto più… sogno: comprarmi un violoncello antico. Ora suono con uno moderno, con uno antico… sarebbe tutta un’altra musica (… e sorride, ndr).

Il 19 maggio, giorno dei tuoi 50 anni, è ancora lontano, ma la prima cosa da non farsi mancare è stata fatta: la tua intervista.

Michele Marocco

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