Se il calciomercato comincia a infiammarsi (con una Castellanzese scatenata sul fronte acquisti e un Legnano particolarmente attivo tra conferme e cessioni) il Città di Varese resta per il momento a guardare.

Dopo la conferenza stampa in cui si è reso noto il nuovo organigramma societario, oltre alla riconferma di mister Ezio Rossi e Neto Pereira alla guida della prima squadra , il mondo biancorosso (Adunata a parte) si è chiuso nel silenzio. Amirante aveva auspicato di annunciare già dal 2 luglio i restanti e i primi acquisti, ma le tempistiche si sono dilungate e, ad oggi, l’organico biancorosso conta zero giocatori.

Nessun dramma, comunque, perché le riconferme sono in procinto di essere ufficializzate. Il Varese, com’è ormai noto, ripartirà dal suo capitano Donato Disabato che guiderà il centrocampo (e la squadra) insieme a Francesco Gazo. Si riparte con la varesinità dunque, un aspetto che forse era mancato a tratti la scorsa stagione. Anche Marcaletti, in attesa di recuperare dall’infortunio, resterà in biancorosso così come i centrali difensivi Mapelli e Parpinel; l’intenzione di Nicastri e Minaj è quella di continuare la loro avventura al Varese e la società sta lavorando con i rispettivi procuratori per far sì che ciò accada. Giugno dovrà essere attentamente valutato, mentre i segnali su Ebagua sono sempre più positivi anche se la decisione sul bomber spetta al duo Amirante-Rosati.

Salutato Capelli dopo l’irrinunciabile offerta dalla Serie C, il Città di Varese rischia di perdere, oltre a Balla ormai sicuro partente, anche Quitadamo e l’addio del jolly difensivo classe ’94 sarebbe un duro colpo da digerire. Proprio Quitadamo aveva detto che “i matrimoni si fanno in due” ed è evidente come non ci sia l’accordo sulla richiesta d’ingaggio del giocatore e la valutazione della società biancorossa. Lo stesso discorso vale per Pietro Tripoli: l’ex attaccante biancorosso tornerebbe volentieri all’ombra del Sacro Monte, ma l’accordo tra le parti è ancora decisamente troppo lontano per raggiungere un risultato positivo.

Problemi economici? No, anche se inevitabilmente l’estate non vedrà un Varese padrone del mercato. Con Filippo Lo Pinto defilato verranno inevitabilmente a mancare le liquidità che la società aveva avuto, ad esempio, nello scorso mercato invernale; a meno di nuovi innesti esterni sarà dunque un calciomercato al ribasso con investimenti oculati e ben studiati.

Nessuna follia per nessuno è il diktat varesino e, non a caso, uno dei nomi più caldi fortemente voluto da Rossi è già sfumato: Nicola Cintoi ha sì salutato Casale, ma il roccioso difensore classe ’90 si è accasato al Real Forte Querceta in Toscana. Può invece ancora arrivare Olger Merkaj, attaccante di origine albanese classe ’97 che ha ben impressionato a Bra con 18 reti: in questo caso il buon rapporto con mister Rossi potrebbe giocare un ruolo importante, ma occhio alle offerte dalla Serie C.

Indipendentemente dai nomi, comunque, il nuovo Varese dovrà rispettare la forma mentis del suo allenatore: per la prossima stagione vedremo una squadra determinata, grintosa, rognosa e ben disposta ad adattarsi a qualsiasi schema. L’impronta di base sarà quel 3-5-2 (con tutte le sue varianti) che ha permesso a Rossi di portare il gruppo fuori dalla zona retrocessione. I ruoli di under saranno dunque ancora una volta ricoperti dal portiere (in arrivo o un classe ’01 o un classe ’03) e i due esterni; detto di Marcaletti, Giugno e Nicastri si cercano altri profili utili alla causa. Così facendo sembrerebbe da escludere un possibile ritorno di Devis Talarico, anche se il classe ’97 potrebbe ben adattarsi al ruolo di terzo centrale di difesa.

Ad ogni modo dal Città di Varese trapela fiducia per la prossima stagione: la commissione dedita al mercato (Rossi-Merlin-Vago) si sta muovendo per ufficializzare i primi movimenti, alcuni a sorpresa, e gli annunci dovrebbero essere imminenti. L’ambizione è sempre quella di fare un campionato, se non di vertice, almeno da parte sinistra della classifica; tra qualche giorno cominceremo a capire se questo desiderio potrà convertirsi in realtà.

Matteo Carraro

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