Squadra che vince non si cambia. È stato confermato, infatti, l’organigramma ai vertici del Gruppo Varesino AIAC, con il presidente Giovanni Cortazzi in sella anche per il quadriennio 2021-2024. L’équipe rimane invariata, con Mauro Brattesani nel ruolo di segretario, Giorgio Dossena, Ettore Geprini e Daniele Perri nella funzione di consiglieri delegati e Pasquale Albanese, Michelangelo Epifani e Dolores Prestifilippo come consiglieri. Un team di lungo corso e grande esperienza, che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante tanto a livello regionale quanto nazionale, come spiega proprio il presidente Cortazzi.
La conferma alla guida del Gruppo Varesino è la riprova del buon lavoro svolto negli anni.
“Questo staff ha preso in mano le redini del Gruppo nel 2010, quando venne a mancare il presidente Alfredo Speroni. Da allora, portiamo avanti un lavoro che poggia le sue fondamenta nel 1979, anno di fondazione della sezione varesina. Tramandiamo una vera e propria tradizione, poiché io e altri collaboratori eravamo presenti già 42 anni fa. Gli ultimi quattro anni si sono rivelati abbastanza proficui, mantenendo alto il numero di associati e confermandoci al terzo posto in Lombardia, dopo Milano e Bergamo. Un risultato importante, se consideriamo la grandezza della nostra provincia”.
Di cosa si occupa nello specifico l’AIAC di Varese?
“Cerchiamo di garantire assistenza ai nostri associati per quanto riguarda gli accordi economici e le eventuali vertenze. Abbiamo ottimi rapporti con istituzioni quali Lega Nazionale Dilettanti e Associazione Italiana Arbitri. Assieme ad esse abbiamo istituito il premio “Alfredo Speroni”, volto a riconoscere l’impegno svolto dagli allenatori e dalle società nella promozione del fair play. Ci occupiamo di organizzare i corsi di aggiornamento obbligatori per gli allenatori, come quelli di categoria UEFA-C che sono attualmente in svolgimento, riscuotendo un seguito sempre maggiore. Basti pensare che, in occasione delle ultime iscrizioni su scala regionale, sono arrivate oltre 1200 domande di partecipazione in tutta la Lombardia per conseguire il patentino abilitante ai settori giovanili. Sviluppiamo serate di approfondimento attraverso l’aiuto di professionisti del settore, fornendo momenti di studio e riflessione con l’obiettivo di far crescere il livello dei nostri associati. Nel 2020 non è stato possibile a causa della pandemia, ma ogni anno riusciamo ad organizzare almeno 4-5 eventi. L’ultimo ospite in ordine temporale è stato mister Mario Beretta, ma sono venuti a farci visita numerosissime personalità del calcio: da Giuseppe Marotta a Rolando Maran, da Fabio Capello a Giovanni Trapattoni, fino a Nils Liedholm”.
Cosa ne pensa della riforma Spadafora e dell’abolizione del vincolo sportivo?
“Siamo rimasti gli unici in Europa ad avere il vincolo, credo quindi che non sia così sbagliato eliminarlo. È chiaro però che non si può approvare una legge di questa portata dalla sera alla mattina. Era necessario attuare i dovuti cambiamenti con gradualità, cosicché le società potessero avere la possibilità di organizzarsi. Ritengo scorretto che i genitori, a volte, debbano pagare delle quote per poter liberare i propri figli dalle società quando non vengono utilizzati nelle rispettive squadre. Non dimentichiamoci che sono loro a pagare le tariffe per iscrivere i bambini nelle scuole calcio e farli crescere all’interno dei club. Pertanto, se un giovane calciatore decide di cambiare maglia è giusto che abbia la possibilità di farlo, scegliendo la destinazione a lui preferita. Capisco che per le società non sia facile accettarlo, perché i settori giovanili portano denaro in cassa. Si potrebbe uscire da una situazione del genere, abbassando in maniera sequenziale i limiti d’età. La riforma, così come è stata studiata, dimostra la mancata conoscenza dell’universo dilettantistico da parte degli organi di governo. Io credo che verranno fatti dei passi indietro, altrimenti molte squadre spariranno”.
La Serie D sta procedendo spedita, l’Eccellenza potrebbe ripartire da marzo. Crede che dalla Promozione in giù i tornei rimarranno fermi?
“Penso che gli altri campionati non ripartiranno prima di settembre, la situazione attuale non lo permette. Io sono per una riapertura in sicurezza dopo l’estate. Tentare una partenza com’è stato fatto lo scorso autunno, giocando tre partite e interrompendo nuovamente tutto, non ha senso. Non dobbiamo sottovalutare il fatto che i ragazzi sono e rimarranno fermi ancora a lungo. Qui entra in gioco la bravura degli allenatori, che dovranno essere in grado di riportarli in campo attraverso preparazioni atletiche mirate, evitando sgradevoli infortuni”.
Dario Primerano