Per il momento nel nostro territorio la zona gialla resiste e le società continuano con le sedute di allenamento individuali. Tra queste, la Cuassese ha dato il via libera e, come tante altre società, la scelta è stata dettata dal desiderio dei ragazzi di riprendere: “Siamo ripartiti semplicemente per il fatto che i bambini volevano e non vedevano l’ora di ritrovarsi sul campo, con tutti i limiti del caso – racconta Daniele Valaderio, che da quest’anno, tra i tanti suoi impegni, è diventato responsabile del settore giovanile -. Non è il massimo ma almeno ridono e scherzano insieme”.
Un ritorno sui campi che coinvolge solo gli Esordienti e i Primi Calci mentre per la Juniores non si è ancora arrivati ad una decisione, a differenza per la prima squadra per cui è esclusa questa possibilità: “Con la Juniores siamo in stand-by, il loro problema è che sono tanti – spiega Valaderio -. C’è una rosa di 25 giocatori ed è un gruppo più difficile da gestire rispetto ai bambini. Aspettiamo un attimo, la volontà ovviamente è di riprendere pure con loro, anche per non fargli passare la voglia perché può capitare che a quell’età trovino nuovi interessi, a differenza dei più piccoli che hanno sempre voglia di fare. Ci siamo affidati sia alla volontà dei bambini e sia degli allenatori che si sono messi a disposizione”.
“Sabato c’è stato il primo incontro con le famiglie dei ragazzi e la ripresa è volontaria – continua spiegando le modalità di allenamento – ma abbiamo avuto la partecipazione di tutti. Le due squadre sono state unificate e riusciamo a gestire bene gli spazi. Gli allenamenti sono il mercoledì sera alle 18 sotto la guida del mister dei Primi Calci Vesia e il sabato pomeriggio alle 14.30 con il mister degli Esordienti Della Rossa”.
La normativa vieta l’uso delle docce e questa limitazione potrebbe rappresentare un inconveniente non da poco, date anche le temperature rigide, ma non è una difficoltà che tocca da vicino la Cuassese: “Per la questione docce lo abbiamo fatto notare ai genitori e per loro non è problema. Fortunatamente, i ragazzi sono della zona e non ci sono grandi spostamenti. Logicamente abbiamo vincolato il fare e non fare gli allenamenti anche in base alle condizioni climatiche, se dovessero essere avverse sposteremo la seduta di allenamenti, dopotutto, non avendo impegni ufficiali non c’è la necessita di allenarsi sempre e comunque. È in quest’ottica che abbiamo scelto il sabato pomeriggio e ci auguriamo con la bella stagione di poter ovviare a questi problemi”.
E se gli allenamenti sono appena incominciati, non si smette di guardare alla stagione estiva e a tutto quello che si porta dietro: “Certamente se le regole lo permetteranno organizzeremo dei tornei. In tal senso è stato un periodo di call con le altre società ed è servito per avere dei contatti stretti con loro e quando ci sarà la possibilità sarebbe bello organizzare ritrovi con altre squadre, magari qualcosa di itinerante”.
Per concludere, è normale farsi qualche domanda su questa stagione mai del tutto avviata veramente: “Non si doveva ripartire, il nostro era un parere negativo a qualsiasi ripresa dell’attività. Non era ragionevole a livello di salute e di protocolli. Ci sono spese non sostenibili dalle società della nostra categoria e non si può pretendere che lo facciano gli atleti di tasca propria. Penso sia stata una mossa “politica” ma era normale che non si potesse andare avanti, è costato tanti sacrifici. Lo scopo del calcio dilettanti – conclude la sua riflessione Valaderio – è giocare a pallone e il dover finire per forza il campionato ha un senso solo economico per la Federazione. Data la situazione non facile, non ci siamo neanche permessi di chiedere il contributo alle aziende o amici che di solito ci sostenevano perché chiedere soldi senza dare visibilità non ci sembrava giusto ed etico”.
Roberta Sgarriglia