Questione di decisioni. Come quando ci si trova davanti al portiere e si deve decidere da che parte calciare. Di situazioni del genere Giulio Osarimen Ebagua ne ha vissute tante nella sua carriera e il suo percorso calcistico, che l’ha portato fino in Serie A, dimostra che in tante occasioni ha scelto nel migliore dei modi.

Dal calcio alla politica il passo non è breve, eppure l’attaccante italo-nigeriano classe ’86 non ha avuto paura di prendere questa decisione, schierandosi al fianco di Davide Galimberti nella campagna elettorale che ha portato il rappresentante del Partito Democratico a confermarsi sindaco di Varese. La vittoria è arrivata, per usare un gergo calcistico, ai supplementari contro il candidato della Lega Matteo Bianchi, in un tirato ballottaggio che visto Galimberti prevalere con il 53.2%. Una vittoria tirata, ma pur sempre una vittoria, che porta Ebagua ad essere eletto consigliere comunale.
Mi candido semplicemente per portare il nome di Varese nuovamente in alto nello sport e ci metto la faccia – aveva detto il bomber -. Sono qui per dare una mano al sindaco Galimberti e per giocare sia in campo che fuori al massimo“.

E ora? Adesso Ebagua vivrà di scelte. Che il calciatore in forza al Città di Varese fosse interessato ad una carriera politica non era certo un mistero e, per il momento, affiancherà l’impegno cittadino a quello sportivo con l’entusiasmo derivante dalla vittoria. Prima decisione. Nell’immediato futuro Ebagua dovrà capire se, in quanto calciatore, può dare ancora qualcosa al Città di Varese. Di primo impatto la risposta scontata sarebbe sì, anche se è abbastanza palese che mister Rossi non sia contento della condizione (e del rendimento, per quel poco che si è visto in questo inizio di campionato) dell’attaccante; come uomo spogliatoio ha sempre una certa importanza, ma in campo fin qui ha lasciato molto a desiderare. Seconda decisione. Poi, ovviamente, ci sarà da valutare ciò che Ebagua farà per la città di Varese: il suo impegno politico può essere lodevole, ma dovrà essere ripagato da fatti concreti, frutto di azioni efficaci e ponderate. Terza decisione.

L’elenco potrebbe proseguire a lungo, anche perché se da una parte la carriera dell’Ebagua calciatore è sul viale del tramonto, dall’altra parte la sua avventura politica è appena iniziata. Sulla durata di quest’ultima molto dipenderà da come il classe ’86 si comporterà nei prossimi mesi, un delicato periodo in cui dovrà rappresentare sia la tifoseria del Città di Varese sia la città di Varese. E non è così scontato né che i due schieramenti coincidano né che siano a lui sempre favorevoli.

Certo è che, in linea generale, ai tifosi biancorossi poco importa del suo impegno politico: l’importante è che Ebagua torni l’Ebagua di un tempo, ad incantare l’Ossola con giocate e gol degne del suo nome. Eppure, a una parte di quegli stessi tifosi, importerà anche come l’amministrazione comunale (di cui ora Ebagua fa parte) gestirà le questioni della città di Varese.

Ebagua ha le spalle sufficientemente larghe per sopportare il peso delle critiche (che arriveranno, da una parte e dall’altra) anche se, a conti fatti, il suo ingresso in campo al “Franco Ossola” è sempre quello accolto dal saluto più caloroso. Riuscirà a farsi amare anche in politica e a trascinare il Città di Varese di nuovo tra i professionisti?
Dipende solo da lui, questione di decisioni, anche se, come diceva qualcuno: “E’ tutto scritto“. Avete notato il nome del fotografo che aveva immortalato Ebagua e che lo ha riportato a Varese?

Matteo Carraro

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