Al collo le medaglie continentali, in testa l’idea meravigliosa di inseguirne altre ai Giochi di Tokyo. Bersaglio grosso che Arianna Castiglioni e Martina Rabbolini possono declinare grazie a passione, talento e ad un segreto che (in realtà) segreto non è. Cioè a Gianni Leoni, eccellenza del coaching azzurro e DT del Team Insubrika e del Team Legnano Nuoto. Quest’ultimo di casa nell’impianto gestito da Amga Sport in viale Gorizia dove ieri mattina si è fatto il punto sui recenti Europei LEN di Budapest e sugli omologhi Paralimpici di Funchal.
In Ungheria la Castiglioni ha fatto il botto con l’argento nei 100 rana e il bronzo nella 4X100 mista. Per il pass olimpico redde rationem nel Sette Colli del 25 giugno a Roma. Il check-in per il Giappone potrebbe arrivare proprio nella staffetta. A differenza dell’individuale. O forse no: “Stiamo cercando di metabolizzare i 200 metri. C’è tanto lavoro da fare. Ma è giusto provarci”. Nella doppia vasca le due calottine tricolori per Tokyo 2020 sono assegnate al crack Benny Pilato e all’eterna antagonista Martina Carraro. A proposito, l’esplosione della ranista tarantina non ha creato nessun complesso. Anzi: “Per tutta la squadra è solo di ulteriore grande stimolo”.
Lo strano caso della finanziera bustocca colpita dal Covid a marzo, costretta ai box per due settimane piene e poi subito protagonista agli assoluti di Riccione ha scosso (sarebbe meglio dire incuriosito), l’ambiente natatorio. A partire da coach Gianni Leoni: “Sono rimasto spiazzato. Non lo nego. Chi mi conosce lo sa. Sono molto metodico e tendo a programmare tutto fino all’ultimo particolare. Fermarsi per così tanto tempo e non veder intaccati i risultati è stato sorprendente. Me l’hanno chiesto in molti. Merito del lavoro fatto in precedenza e delle caratteristiche di Arianna. In gergo si chiama disallenamento. Chissà, è un format che potremmo riproporre anche in futuro”.
Per la Rabbolini (bronzo a Madeira nei 100 rana e già con il pass per i Giochi), tutto l’orgoglio per l’appartenenza ad un movimento in costante ascesa: “La Nazionale Paralimpica è tornata dal Portogallo con 80 medaglie e il primo posto nel medagliere per nazioni. Abbiamo vissuto un grande blow up. Il nostro è un gruppo molto unito, che vive ogni grande evento con spensieratezza. Siamo consapevoli di essere cresciuti tanto e in fretta: nel 2014 la Nazionale italiana era composta da circa 15 atleti. Oggi siamo il doppio e tutti assolutamente competitivi. A Tokyo andremo per dire la nostra”.
Grazie anche all’allenatrice Maddalena Toia. Esponente di un corpo tecnico su cui torna coach Leoni: “C’è grande simbiosi tra i tecnici federali. Non ci sono gelosie o rivalità. E i risultati si vedono”. Nota dolente l’impiantistica? Non nel caso di specie: “La proposta di spostarci a Legnano e creare un nuovo, importante polo natatorio è arrivata al momento giusto, con l’impianto della Manara di Busto chiuso da oltre un anno e un futuro del tutto incerto per il nuoto agonistico. Qui ci hanno offerto strutture di altissimo livello e una dirigenza all’altezza delle ambizioni che questa squadra nutre. Voglio aggiungere un appello. Gli impianti sono assolutamente sicuri, i protocolli rispettati alla lettera. E poi parecchi studi scientifici dimostrano quanto il cloro inibisca il Covid. Tornate a riportare i ragazzi in piscina. Il nostro movimento avrebbe meritato più attenzione da parte della politica e del governo”.
Il nuoto azzurro va veloce. Forse non tutti gli sono stati al passo.
Giovanni Castiglioni