Michel Sarr torna in eccellenza e soprattutto torna nel varesotto e lo fa passando dalla porta principale, quella rossoblù della Varesina Calcio. Una scelta “facile” come lui stesso confermerà perché se cerchi una squadra seria ed un progetto ambizioso sai che su questa società si può sempre contare.
E così, dopo aver staccato dal calcio il 4 luglio, giorno in cui si è chiusa la sua esperienza con il calcio svizzero e con il club “Paradiso, il 5 agosto sarà già tempo di indossare di nuovo gli scarpini, rincorrendo l’amato pallone sul campo verde di Venegono.

Michel torni in nell’eccellenza varesotta…dove eravamo rimasti? 
“Eravamo rimasti all’annata spettacolare con l’Inveruno che ci vide vittoriosi sia in campionato sia in Coppa Italia, annata in cui raggiunsi il mio record di gol, 36 in totale fra le due competizioni (28 in campionato), davvero una grande annata”.

Da lì in poi tanta esperienza in serie D con Arconatese, Bra, lo stesso Inveruno, Gozzano e anche due parentesi svizzere con Mendrisio e Paradiso ma a proposito di questo: quali sono le differenze con il calcio italiano?
“È un paragone sempre difficile, sicuramente in Svizzera il calcio è più fisico mentre in Italia più tattico, il livello è molto competitivo soprattutto quando affronti squadre della Svizzera Tedesca, io comunque riesco ad adattarmi abbastanza bene ad entrambi”.

Arriviamo da due stagioni piuttosto tribolate, credi che questo possa influenzare il livello del prossimo campionato?
“Sicuramente non sarà facile ripartire e soprattutto all’inizio ci potrà essere qualche ostacolo in più, però è vero anche che una mini eccellenza si è giocata quest’anno e che qualcosa è stato fatto, tanti giocatori comunque si sono allenati, certo è che niente può essere paragonato al ritmo partita e agli stimoli della domenica, un calciatore più gioca ha bisogno di giocare”.

Hai già parlato con mister Spilli? Che vi siete detti?
“C’è stato un bel colloquio con lui e con il resto della società, anche con Max Di Caro che ho sempre incontrato sul campo da avversario, quello che mi ha stupito più di tutto è stato il rispetto che hanno dimostrato subito nei miei confronti nonostante non abbiamo mai condiviso una maglia o uno spogliatoio, abbiamo anche tirato fuori un po’ di ricordi, stagioni di 8/9 anni fa, e poi abbiamo parlato di quest’anno dove l’obiettivo è vincere, qui c’è fame e ci sono le componenti giuste per fare un grande campionato, dalle qualità, all’ambizione, passando per l’esperienza”.

Componenti che si aspettano tanto da un giocatore come te che in questa categoria e in serie D ha sempre fatto bene…
“Beh cosa si aspettino di preciso da me non lo so, sono una persona umile ma loro questo lo sanno, io di sicuro sono qui perché il mio modo di vivere il calcio si sposa con il loro”.

La Varesina per il momento ha accolto te, Poesio, Bernardi, Erbini, Sogno…che squadra si sta allestendo? 
“Non ho giocato con nessuno di questi ragazzi, li conosco da avversario, sicuramente la rosa sarà forte e all’altezza del caponato agguerrito che ci aspetta, io sono certo che ci metteremo poco a fare gruppo e a capirci, in fondo la palla è rotonda e la domenica si parla la stessa lingua sul campo con un solo obiettivo in testa, i tre punti”.

Tu ti sei posto un obiettivo personale?
“Forse uno dei miei pregi è quello di non pormi mai limiti, non sono uno che punta ad una certa cifra di gol, sono un giocatore che pensa all’obiettivo della squadra prima e poi a se stesso, vorrei fare una grande annata e aiutare a la Varesina a vincere”.

Nessun numero di gol, c’è della scaramanzia?
“No no, non sono scaramantico, non così tanto almeno, so che dal 5 agosto la mia testa sarà concentrata solo sulla Varesina e sulle 34 finali che ci aspettano”.

Mariella Lamonica

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