Apprestandosi a partire alla volta della sua prima Olimpiade, Federica Cesarini ha già dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter ambire alla medaglia più pesante. La giovane vogatrice di Cittiglio, che compirà 25 anni il prossimo 2 agosto, si presenterà ai nastri di partenza da campionessa europea in carica nel doppio pesi leggeri, titolo che la colloca inevitabilmente tra le favorite dopo la rinuncia della fortissima coppia neozelandese. Tuttavia l’atleta delle Fiamme Oro, che vanta già in bacheca un titolo mondiale, due ori e un argento europei, cinque podi in Coppa del Mondo oltre a diversi titoli italiani, preferisce tenere un basso profilo, un po’ per scaramanzia e un po’ per l’infortunio subito dalla “socia” Valentina Rodini che ne ha rallentato la preparazione in vista di Tokyo.

Questa sarà la tua prima Olimpiade. Cosa ti aspetti da questa esperienza?
“Da quello che mi ha raccontato Valentina, che ha già partecipato a Rio 2016, ci sono tantissime difficoltà in una gara olimpica. A partire dall’atmosfera che si respira dentro il villaggio, che è molto grande ed è facilissimo distrarsi dall’obiettivo. Noi stiamo lavorando proprio sull’aspetto mentale, per essere focalizzate soltanto sulla nostra prestazione”.

Nel 2017 hai vinto il titolo mondiale nel quattro di coppia, poi hai stupito tutti nel 2019 trionfando in singolo all’Europeo, facendo segnare anche il record continentale. Da lì sei passata al doppio pesi leggeri con Valentina Rodini, con cui hai cominciato un percorso che in questi due anni è stato in costante ascesa, fino all’oro europeo di Varese ad aprile.
“Sì, la nostra è stata una crescita continua sia a livello fisico sia nel feeling sulla barca. Ogni gara che abbiamo fatto è stata importante perché ci ha permesso di fare esperienza, necessaria per trovare quegli automatismi che ad alti livelli fanno la differenza. Ma per noi Tokyo non sarà un punto di arrivo. Siamo già d’accordo che proseguiremo questo percorso insieme anche nei prossimi anni perché c’è ancora margine di miglioramento”.

L’anno scorso, quando è stato ufficializzato il rinvio delle Olimpiadi, avevi dichiarato: “Avrò un anno in più per prepararmi, sono pronta e determinata per trasformare questa situazione in un’occasione!” Considerando i miglioramenti che si sono visti in questi mesi possiamo affermare che sei riuscita a sfruttarla molto bene.
“Sì, invece di tornare a casa ho approfittato dell’opportunità che mi ha dato il lockdown per fermarmi a Sabaudia, dove mi sono allenata quotidianamente sia in acqua che in palestra. Oggi mi sento più pronta rispetto a dodici mesi fa”.

Arrivate a Tokyo da campionesse europee in carica. Considerato che non ci saranno le fortissime neozelandesi, si può sognare in grande?
“Sicuramente la notizia dell’assenza delle neozelandesi è positiva perché apre la lotta per la medaglia d’oro. Purtroppo noi al momento siamo un’incognita: subito dopo l’Europeo, Valentina ha patito un infortunio che ne ha rallentato la preparazione. Io fisicamente sto molto bene, ma dobbiamo ancora testarci per capire a che punto siamo rispetto alle nostre avversarie. Le favorite sono le olandesi con le britanniche subito dietro, ma non vanno sottovalutate nemmeno le rumene, le canadesi e le francesi. Purtroppo la classifica dell’Europeo non è indicativa, da un lato perché mancavano molte ragazze, dall’altro perché in quattro mesi può succedere di tutto, come dimostra il problema che abbiamo avuto sia noi sia le neozelandesi. Inoltre in una gara secca non sempre vince chi è più forte, anche a Rio ci furono delle sorprese”.

Avete già provato il bacino olimpico?
“Non ancora. Adesso andiamo qualche giorno a Nagano per un camp, poi il 17 aprirà il villaggio e potremo cominciare ad allenarci nel campo di regata”.

Alex Scotti

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