Le chiamano “sliding doors”, quelle che illustrano gli infiniti mondi possibili della nostra esistenza. E stuzzicano il giudizio su cosa sarebbe stato se, o cosa sarebbe meglio. Mettiamola così: per Federico Gulinelli le celeberrime “porte scorrevoli” si sono chiuse sul più bello, nel 2019, l’anno dell’esordio in D, e poi si sono riaperte un giorno di gennaio 2021. Nel mezzo un doppio infortunio al crociato con annesso anno e mezzo di travaglio e sconforto. Fermata: Castellanza, la città ideale per un centrale di 20 anni che ha voglia di rilanciarsi.

Federico, riavvolgiamo il nastro a novembre 2019. È il tuo primo anno in D a Inveruno e dopo qualche mese il tuo ginocchio fa crack… 
“Mi ero lesionato il crociato, ma inizialmente scelsi di non operarmi perché sarebbe stata la seconda operazione al ginocchio e dunque preferii andarci piano. Ma al rientro in campo mi sono rifatto subito male. Da lì la decisione di operarmi e poi è arrivata la pandemia e un anno di stop per me”.

E poi, quando meno te lo aspetti arriva la Castellanzese. Raccontaci la trattativa con i neroverdi.
“Da dicembre 2020 a gennaio 2021 mi sono preso una pausa dal calcio. Non ero più interessato, visto tutto quello che mi stava accadendo, e non seguivo nemmeno più i campionati locali. Poi il mio procuratore mi ha informato di questa opportunità alla Castellanzese, dove tra le altre cose avrei potuto contare sulla conoscenza di Mister Mazzoleni che mi aveva visto a Renate. Per fortuna siamo riusciti a trovare una soluzione che mi permettesse di ritornare in forma, pensando soprattutto alla prossima stagione”.

Poi però arrivano 3 gare da titolare nel finale di una stagione pazzesca.
“In queste tre partite ho dato il massimo. Non mi sarei aspettato tre mesi fa di arrivare in condizione per giocare già adesso. Il Mister mi ha dato tanta fiducia, soprattutto nell’inserirmi da giocatore con zero minuti in un contesto del genere con partite sempre più delicate e decisive”. 

Quanto è stato importante per te trovare un ambiente in grado di aspettarti pur viaggiando a duemila in campionato?
“Devo solo ringraziare il direttore e tutta la dirigenza e la squadra, mi sono sempre sentito a mio agio qui, fin dall’inizio. Questo non è per nulla scontato, anche perché arrivavo da una realtà in cui serenità ne avevo poca. Là fui forzato a rientrare e invece qui ho chiesto e ottenuto proprio questo: calma e tempo”.

Tempismo perfetto, il tuo, per diventare neroverde.
“Sì, in spogliatoio si scherza spesso su questo. I compagni mi fanno notare che sono arrivato proprio nel momento migliore della stagione…”.

Tu la Castellanzese l’hai vista da avversario nel 2019 e oggi ci giochi. Che differenze vedi tra questa e quella squadra?
“Per quello che posso sapere della squadra che affrontai io nel 2019 direi che di certo questa è una squadra in fiducia quando gioca. Il che aiuta molto. Come aiuta tanto l’essere un gruppo al di là del campo e la Castellanzese è così”.

Vedere la squadra vincere così tante partite ti ha aiutato, almeno mentalmente, a rientrare in condizione?
“Dalla prima partita che ho visto, quella con la Caronnese, in poi ne abbiamo vinte tantissime di fila. Anche se non in campo, ho vissuto comunque momenti forti a livello emozionale con il Mister a caricarci e a dirci che ogni domenica siamo sempre stati più vicini ad un traguardo importantissimo. Sono in pu tanto di piedi come sono solito fare, ma il feeling con i compagni è scattato subito, e non era scontato nemmeno questo. Perché non essere parte del quotidiano sul campo non aiuta a integrarsi ma invece qui mi sono trovato all’interno del progetto”.

Un anno dopo, chi calciatore è oggi Federico Gulinelli?
“Un giocatore che devo migliorare ancora tanto e fare tanta esperienza. Mi sono perso parecchio nell’ultimo anno. C’è tanto gap con gli altri di categoria, mi riferisco a compagni come Alushaj e gli altri che mi insegnano molto. E poi a livello fisico sono indietro, anche perché la mia muscolatura ci mette tanto a entrare in condizione”.

Un campionato vinto con la Castellanzese potrebbe ridurlo questo gap?
“Credo che ogni esperienza sia un motivo per imparare. Vincere un campionato dopo una retrocessione e un anno così sarebbe bellissimo, un riscatto per me. Sarebbe un traguardo impagabile oltre che meritato per tutti noi”. 

Alessio Colombo

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