E’ iniziata una settimana cruciale in casa biancorossa che porterà con molta probabilità all’annuncio del nuovo allenatore, colui che sarà chiamato a guidare il nuovo corso triennale biancorosso inaugurato giovedì scorso da Rosario Rasizza e che dovrà portare la Pallacanestro Varese ai vertici del basket italiano e riportare il brand anche in campo europeo. Una mission veramente complicata ma che fa sognare sicuramente tutti i tifosi che ora, dopo tante parole, si attendono fatti concreti.

Se quindi il nodo allenatore è pronto a sciogliersi, ed in quest’ottica risulta importante la puntata di stasera di Varese Sport Podcast dove sarà presente come ospite il GM Andrea Conti, dal punto di vista del roster per la prossima stagione sono già iniziati i ragionamenti.
Se per quanto concerne gli stranieri sarà difficile rivedere lo stesso blocco di questa stagione, con Beane come primo indiziato a poter rimanere visto l’apporto decisivo che ha saputo dare anche come sesto uomo, per Douglas ed Egbunu la possibile permanenza è ad oggi davvero complicata, senza poi considerare il discorso Scola e l’incognita Jones che si risolverà quando l’americano arriverà in Italia per i controlli post infortunio, presumibilmente la prossima settimana.

In tutto questo Varese manterrà la formula adottata un anno fa del 5+5, ripartendo dal blocco forte degli italiani e di formazione italiana, vedasi Strautins, che ben ha figurato quest’anno. Ma sono tutti sicuri di rimanere?
Se fino a pochi giorni fa, con Bulleri in panchina, il futuro di De Vico era più lontano a Varese che vicino, l’addio al tecnico toscano ha aperto nuove vie e ad oggi, quasi clamorosamente, la figura in bilico è quella dell’uomo simbolo della squadra e della società, dentro e fuori dal campo: il capitano Giancarlo Ferrero.
Ferrero ha un contratto che prevede la possibilità di uscita da parte della società entro la fine di giugno.

Una situazione nella quale il capitano biancorosso ha già espresso e manifestato con gesti e parole ben precise, come il post su Instagram di ieri, la volontà di rimanere a Varese e far parte di questo nuovo corso, mettendo al servizio della squadra tutta la sua importanza ed il suo peso a livello tecnico e di grande uomo spogliatoio capace di sostenere il gruppo anche nei momenti più difficili e quest’annata ne è l’esempio lampante.
Se da un lato però il capitano è deciso al 100% a rimanere nella Città Giardino, da parte della società non c’è stata alcuna comunicazione al giocatore in una fase di silenzio e stand-by non certo piacevole per chi, negli ultimi sei anni, ha guidato il gruppo con massima professionalità ed impegno.

E’ vero che Ferrero nell’ultimo anno non ha vissuto la sua miglior annata, condizionato dall’infortunio a Sassari nel girone d’andata al piede sinistro che lo ha tormentato per tutto l’anno non dandogli la possibilità di allenarsi e performare al 100%, ma nella fase finale di stagione è stato determinante per la salvezza con la sua leadership e la sua duttilità in campo, capace di giocare da 3 e da 4 e fornendo il solito apporto in termini d’intensità difensiva.
Viene difficile immaginare una Varese senza il suo capitano, soprattutto in ottica di quel concetto d’immedesimazione tra squadra, tifosi e territorio, base fondante del nuovo corso biancorosso, di cui Ferrero è ad oggi simbolo con le tante iniziative fuori dal campo che lo vedono giocatore-ambasciatore societario nella piena raffigurazione dei valori della Pallacanestro Varese.

Fatto sta che però i dubbi sul suo futuro restano ed anche se sembra strano parlare di una Varese senza il suo capitano, la realtà oggi è questa. Al momento non c’è la certezza che l’uomo simbolo degli ultimi anni anche per i tifosi rimanga nella sua ormai seconda casa. E l’epilogo della vicenda che non è per niente scontato, in un silenzio che fa molto rumore.

Alessandro Burin

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