È arrivato a Gavirate da poche settimane e ha già avuto modo di mettersi in mostra: il neoacquisto dei rossoblù Denis Besirevic non ha di certo aspettato l’inizio ufficiale della stagione per gonfiare la rete a suon di gol. Il primo, infatti, è arrivato nell’amichevole di Borgosesia, seguito dal potente mancino scagliato contro la Solbiatese proprio qualche giorno fa. È la punta centrale che la società stava cercando per questo nuovo campionato, la ciliegina sulla torta di un calciomercato che conferma le ambizioni e l’identità del club. A poco più di una settimana dal debutto stagionale in Coppa Italia, l’attaccante sloveno classe 1994 ci ha parlato delle sue esperienze con il calcio italiano (già sperimentato in precedenza) e internazionale, così come degli obiettivi che vuole perseguire nel suo nuovo club, dove ha trovato un ambiente a lui del tutto congeniale.

Partiamo dal tuo arrivo in Italia. Prima del Gavirate sei stato in altre due squadre del nostro Paese. Com’è stato l’approccio? E cosa ti ha spinto qui?
“Sono arrivato qui due anni fa, sapendo che in Italia, se segni, puoi giocare in categorie di livello più alto. A Sora ho trovato una buona squadra, poi ho avuto una parentesi al Città di Monte San Giovanni Campano, che è stata un’esperienza un po’ strana in cui non ho ricevuto molto supporto. Da lì, sono stato richiamato dal presidente del Sora, ma ho potuto fare solo due allenamenti perché poi l’attività è stata sospesa a causa del Covid, e così sono tornato a casa in Slovenia. In estate il mio procuratore mi ha chiamato per dirmi che il Gavirate era interessato a me: ho parlato con il mister e il direttore e abbiamo trovato l’accordo. Qui mi trovo ancora meglio che a Sora: mi piace l’ambiente, il modo di giocare e tutto il resto”.

Nella tua carriera calcistica hai provato tanti campionati in tanti Paesi diversi. Dal punto di vista del gioco, che caratteristiche hai riscontrato sui campi?
“A Cipro era un calcio molto tecnico in cui si gioca sempre palla a terra; stesso discorso per la Svizzera, dove il gioco non era molto fisico; qui in Italia, invece, ho trovato un calcio con la giusta combinazione di fisicità e tattica. Ci sono molti giocatori di buon livello e sinceramente mi piace molto come si gioca a calcio qui”.

Qual è la stagione che ti ha regalato più soddisfazioni?
“Quella di Cipro quando abbiamo vinto la Serie C e anche la Coppa e io sono stato capocannoniere della Coppa e ho segnato 14 gol in campionato. Sarei voluto rimanere in B con quella squadra, ma nella società è arrivato un altro direttore sportivo che ha portato i suoi giocatori, e così sono venuto in Italia”.

Il Gavirate ti ha scelto per le tue qualità umane e per la tua concretezza davanti. Hai in mente una cifra a cui vorresti arrivare?
“Mi dico sempre che devo segnare più gol che posso. Sono qui per aiutare la squadra a vincere e ad arrivare a fine stagione nella posizione più alta possibile in classifica. Questa è la cosa più importante, perché gli obiettivi personali vengono sempre dopo quelli di squadra, ma se riuscirò a segnare e a dare il mio contributo con i miei gol, sarà ancora meglio”.

La tua avventura in rossoblù è già iniziata bene con i gol messi a segno nelle amichevoli di queste settimane. Come sono andate dal tuo punto di vista?
“Per un attaccante la cosa più importante è segnare, perché ti aiuta a fare meglio e ad avere più fiducia in te stesso. Sono state quattro amichevoli intense in cui abbiamo anche sofferto, ma del resto sappiamo che più si gioca, più la condizione migliora, e che nel campionato ci aspetteranno delle partite difficili”.

Domenica sarà il giorno del debutto in Coppa Italia contro la Sestese. Come arrivate a questo match e quali sono le tue sensazioni?
“Sono contento che si giochi la prima partita ufficiale. Noi vogliamo vincere e, se sarà così, usciremo dal campo con una maggiore fiducia nei nostri mezzi e una maggiore compattezza all’interno del gruppo. L’obiettivo è la vittoria, ma non abbiamo particolari pressioni perché sappiamo quali sono le nostre capaci e che la partita andrà bene se giocheremo il nostro calcio”.

Per te sarà un campionato completamente nuovo. Cosa ti aspetti?
“Mi hanno detto che qui in Lombardia il nostro girone è uno dei più difficili di Eccellenza. Sono curioso di vedere come saranno le altre squadre, ma allo stesso tempo penso che dobbiamo concentrarci su noi stessi e giocare ogni giorno il nostro calcio: se lo faremo, non ci sarà motivo di avere paura degli avversari”.

Silvia Alabardi

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