Alla sua quarta partita di questo campionato, il Gavirate ha potuto finalmente esultare per la sua prima vittoria. Dopo la sconfitta contro la Varesina e i pareggi contro Sestese e Luciano Manara, i ragazzi di Mister Caon hanno conquistato i tre punti sul campo di Ponte Lambro, a conferma del positivo percorso di crescita dimostrato di domenica in domenica.
Una pedina importante della linea di centrocampo rossoblù è il nuovo innesto Nicholas Legnani, proveniente dalla Vertovese, che in precedenza ha vestito anche le maglie di Ro.Ce e NibbionOggiono, sempre in Eccellenza, così come di Seregno e Sporting Bellinzago, nel campionato di Serie D. Per lui, quindi, si tratta della prima esperienza in terra varesotta, iniziata con un posto da titolare sin dalla seconda giornata. 

“Non mi aspettavo un inizio del genere -racconta il centrocampista classe ‘95- perché arrivavo in un percorso già avviato e gli altri ragazzi si allenavano insieme da qualche settimana. Alla prima partita pensavo che sarei andato in tribuna e invece ero in panchina a disposizione. Poi ho esordito contro la Sestese, sebbene non fossi ancora al top, ma comunque stavo già un po’ meglio e il mister ha fatto questa scelta per il bene della squadra. Devo dire che non vedevo l’ora di scendere in campo”.

La tua ex squadra aveva deciso di non partecipare al campionato. Quanto era forte per te la voglia di ripartire? 
“A Vertova mi sono sempre trovato bene, sia a livello caratteriale che di idee, e da subito con loro c’era stato un discorso continuativo di più anni. Poi chiaramente con il Covid le carte si sono rimescolate: loro hanno preso una decisione che reputo legittima, quindi ho rispettato la loro volontà. Sono un giocatore che a livello fisico non può rimanere fermo a lungo e la voglia di tornare in campo era tanta. Molti non hanno avuto questa fortuna di poter rientrare e hanno dovuto posticipare il tutto all’anno prossimo, quindi sono contento di aver colto questa occasione di venire a Gavirate, dove ho trovato un ambiente positivo e un mister che fa un buon calcio. So che qui posso imparare qualcosa che magari non ho imparato negli altri anni e salire di un altro gradino per continuare a migliorare”.

Passiamo alla vittoria di domenica. Rispetto alle uscite precedenti in cui non eravate riusciti a portare a casa il risultato, cosa è andato meglio questa volta?
“Nelle partite precedenti avevamo seminato bene ma raccolto un po’ poco e domenica finalmente si sono visti i primi frutti. Stiamo lavorando molto in settimana, quindi questi tre punti ci volevano e siamo contenti del risultato che ci siamo meritati. Anche loro sono un’ottima squadra e noi siamo stati bravi su un campo che non era facilissimo ma che abbiamo sfruttato bene: potendo giocare palla a terra, sono uscite le nostre qualità”.

Facciamo un passo indietro. Con il Luciano Manara avete giocato in dieci per 85 minuti e chissà come sarebbe andata a finire se non fosse stato per la prodezza da fuori area di Losa. Indipendentemente dall’amaro in bocca che può lasciare una giornata del genere, pensi che sia stata anche una prova di forza che vi ha dato coraggio per il proseguimento del campionato?
“Esatto, è stata soprattutto una prova fisica e mentale perché giocare in dieci per così tanto tempo non è stato facile. Abbiamo dato tanto e consumato parecchie energie, e infatti un po’ di questa fatica è rimasta anche nella partita con la Pontelambrese, in cui non eravamo al top. Comunque il pareggio ci poteva stare considerando le occasioni avute da entrambe le parti. Sicuramente la prestazione ci ha dato coraggio perché in inferiorità numerica non abbiamo perso la partita, che era l’obiettivo che dovevamo raggiungere. Non ci siamo fatti sorprendere o abbattere dalla decisione arbitrale, anche perché giusta o sbagliata che fosse, ormai era andata, ma siamo stati forti mentalmente per poter reagire e affrontare una partita che sin dall’inizio si era intavolata male per noi. Poi, nel gol che abbiamo preso, Losa è stato molto bravo a tirare sotto l’incrocio. In generale, loro avrebbero potuto sfruttare qualche situazione con l’uomo in più, ma noi ci siamo difesi bene”. 

Uno dei punti di forza del Gavirate è la compattezza di un gruppo che si conosce molto bene e che l’anno scorso, anche per questo motivo, ha dominato in Promozione. Personalmente come ti trovi e com’è stata la ripartenza?
“Riprendere dopo tanti mesi di inattività non è stato facile, soprattutto dal punto di vista fisico, anche se poi naturalmente quando sei in campo le misure le trovi. Appena sono arrivato, mi hanno dato tutti una mano, tra i ragazzi, il mister, il direttore e il nostro preparatore atletico che è una persona molto competente. Dicendogli le mie caratteristiche, mi ha aiutato con dei piani specifici per recuperare il gap fisico iniziale, visto che allenarsi da solo per mesi e mesi non è la stessa cosa che con qualcuno che ti segue. Nei ragazzi ho riscontrato subito questa idea di una grande famiglia Gavirate e devo dire che sono stati eccezionali; mi hanno dato il tempo di rimettermi in pista per poter poi essere al sevizio della squadra e dare una mano per poter fare risultati importanti la domenica, che è un po’ il mio modo di giocare”.

Guardando le statistiche, per ora il capocannoniere del girone è proprio il vostro Tartaglione. Possiamo dire che mancano anche i gol degli altri per puntare ancora più in alto?
“Tartaglione non lo conoscevo e mi ha impressionato subito per la sua qualità e rapidità sotto porta. Sicuramente dobbiamo lavorare per avere più soluzioni e più versatilità nel gol. Io non sono mai stato uno che segna tanto; avevo iniziato a lavorarci a Vertova perché è un po’ quello che mi manca e sicuramente adesso quando troveremo più equilibrio in campo tornerò a prefiggermi quel tipo di obiettivo, perché sono cosciente che è una cosa che mi serve. Poi abbiamo anche molti giovani che stanno lavorando bene, quindi sono sicuro che riusciremo a migliorare in fase realizzativa”.

Hai ritrovato nel girone A tre avversarie dell’anno scorso: Luciano Manara e Pontelambrese le avete già incontrate, mentre contro la Brianza Olginatese giocherete in casa alla 9^ giornata. Tutti la danno come favorita insieme alla Varesina… Tu cosa ne pensi? 
“A livello di organico penso che possano essere le favorite, ma come tutti gli anni è il campo che comanda. A dire la verità, in queste prime partite non ho notato grandi differenze nelle squadre per quanto riguarda le idee di gioco e l’organizzazione in campo. Quello che ho anche visto è che noi siamo stati parecchie volte superiori agli avversari, ma non siamo riusciti a sfruttare bene le nostre qualità per poter poi vincere la partita. Ad oggi la situazione è così, ma magari andando avanti potremo imporci nettamente sugli altri. Di sicuro possiamo giocarcela con tutti per l’intensità con cui ci alleniamo e il nostro spirito di abnegazione”. 

Ti chiedo allora: su cosa dovete lavorare principalmente? 
“La cosa importante che dobbiamo migliorare è la fiducia in noi stessi, poi secondo me settimana dopo settimana i risultati arriveranno. Dobbiamo credere nelle nostre potenzialità, sfruttandole al cento per cento per fare il gioco che vuole il mister, che ha un’idea di calcio con cui mi trovo in linea ed è molto bravo a trasmettercela nella maniera corretta. Il nostro progetto per questo breve arco di tempo è di creare la squadra in vista del prossimo campionato, ma ciò non significa che adesso faremo le cose a caso, perché stiamo gettando le basi per costruire qualcosa di importante, avendo anche l’opportunità di fare allenamenti mirati per correggere determinate situazioni in campo e prepararci per l’anno prossimo, in cui magari si inserirà qualche innesto in più. Questa secondo me è la cosa migliore da fare in un campionato del genere, in cui si può anche rischiare qualcosa in più per poter trovare la quadra per la nuova stagione. Questo format poteva essere per tutti un’occasione per salire in D, ma anche facendo le cose con calma e in maniera strutturata si possono raccogliere dei buoni risultati”.

Per concludere, cosa ti aspetti da questa seconda parte del campionato?
“Premetto che questo girone non lo conosco bene perché è il mio primo anno qui; ad ogni modo, da quello che ho sentito e vedendo come stiamo giocando noi, penso che fino alla fine non si saprà bene che piega prenderà il campionato. La Varesina che è in testa ha giocato tutte le partite, mentre alcune squadre devono recuperarne qualcuna, noi ad esempio una. Parlando per il Gavirate, stiamo avendo un crescendo sia per il gioco che per la mentalità, quindi credo che possiamo ambire ad arrivare nei piani alti della classifica. Secondo me, in queste giornate che mancano, i primi posti dovranno essere sudati e meritati e fino all’ultimo non si riuscirà a vedere quella squadra che può fare un salto decisivo per vincere in scioltezza”. 

Silvia Alabardi

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