Giornata di grandi presentazioni in casa Pallacanestro Varese, che non dà il benvenuto a nessun giocatore bensì ad un grande progetto, Quartieri League Varese creato e costruito sotto l’egida, come sempre, del trust dei tifosi de Il Basket Siamo Noi, patrocinato dal Comune e con il supporto di sponsor del calibro di Lindt Factory Shop, Vibram e Leroy Merlin. L’iniziativa è volta alla riqualificazione dei campetti cittadini, in un’ottica di collaborazione ed inclusione tra sport, giovani ed istituzioni.
“Quando abbiamo pensato di qualificare i campetti dei quartieri pensavamo ad un’iniziativa del genere. Il lavoro fatto con il Basket Siamo Noi è il coronamento di un progetto che va avanti dal 2018 – dice Dino De Simone, Assessore allo Sport del Comune – sono emozionato.”
Non solo sport ma anche molto sociale, nella figura dell’Assessore alle Politiche Sociali, Francesca Strazzi: ”E’ un progetto che non è solo legato allo sport ma parla di collaborazione, quartieri e giovani che coinvolge a 360 gradi la città. Partendo dal basket si va a riqualificare gran parte di Varese, in un connubio tra sport ed arte fondamentale. Non vanno coinvolti i ragazzi solo nella riscoperta di alcune parti della città, ma portandoli ad agire con azioni concrete. Il Basket Siamo Noi ha coinvolto aziende, ragazzi, sponsor d’eccezione”.
Non solo un torneo di basket normale, ma un vero confronto tra rioni cittadini, ognuno dei quali avrà una squadra che si sposterà nella città in un torneo playground, basato sulla socialità e sulla parte relazionale.
La prima partita si terrà il 4 settembre al campo di via Duse, per rilanciare poi tutti i quartieri. Il programma prevederà poi il passeggio al campetto di San Vittore il 18 settembre, in una collaborazione con gli oratori, per richiamare la fascia d’età degli adolescenti e la terza tappa il 2 ottobre a San Fermo. Queste sono solo le prime tre di 12 tappe di un torneo che sarà aperto a squadre di tre fasce d’età: under 15, 18 e senior.
Il progetto di riqualificazione è partito con le attività dell’iniziativa Not in My House rivolta al palazzetto e che ora si sposterà in tutta la città. E’ intatto da Casbeno e continuerà in tutta Varese a livello di riqualificazione urbana. Un’iniziativa basata sulla collaborazione tra pallacanestro ed arte, in particolare Street Art, con WG Art, nella figura di Ileana Moretti: ”Voglio ringraziare tutti coloro che danno vita a questo progetto di riqualificazione. Un’idea che ha fatto rete. Io rappresento l’associazione WG Art coinvolta per la parte artistica. Noi pitturiamo i muri per riqualificarli ormai da 10 anni, collaborando con giovani di diverse fasce d’età. Esprimiamo una forma d’arte da non confondere con il vandalismo. Abbiamo già dei bozzetti pronti che saranno donati per questa iniziativa. Riportare una riqualificazione a 360 gradi significa ridare vita a molti spazi della propria casa, che è la città ed il territorio”.
Non solo riqualificazione urbana ma grande ruolo a quello che è il sociale e soprattutto alla lotta contro le discriminazioni, di genere, razza, religione, in un torneo aperto a tutti e volto all’inclusione di tutti.
In questo senso ci sarà una grossa mano di Spazio Blu e Fondazione Piatti, presente nella persona della presidente Cesarina del Vecchio: ”Noi oggi riproponiamo ai nostri bimbi e ragazzi la pallacanestro come via di slancio. Abbiamo 16 centri sparsi nella provincia di Varese e Milano, dove i ragazzi trovano risposte ai loro bisogni circa 500 bambini e adulti disabili. Soprattutto per i bambini autistici, circa 150, è fondamentale partecipare a questo sport, essere in condizione di tirare la palla in un canestro. Questa opportunità di stare insieme, di conoscersi, di far capire cosa sia lo stare insieme, senza differenze, nella promozione dell’inclusione è qualcosa di unico. Metteremo operatori dedicati a far sì che il progetto possa realizzarsi, ringraziando davvero per la collaborazione”.
Non solo riqualificazione urbana ma grande ruolo a quello che è il sociale e soprattutto alla lotta contro le discriminazioni, di genere, razza, religione, in un torneo aperto a tutti e volto all’inclusione di tutti.
In questo senso ci sarà una grossa mano di Spazio Blu e Fondazione Piatti, presente nella persona della presidente Cesarina del Vecchio: ”Noi oggi riproponiamo ai nostri bimbi e ragazzi la pallacanestro come via di slancio. Abbiamo 16 centri sparsi nella provincia di Varese e Milano, dove i ragazzi trovano risposte ai loro bisogni circa 500 bambini e adulti disabili. Soprattutto per i bambini autistici, circa 150, è fondamentale partecipare a questo sport, essere in condizione di tirare la palla in un canestro. Questa opportunità di stare insieme, di conoscersi, di far capire cosa sia lo stare insieme, senza differenze, nella promozione dell’inclusione è qualcosa di unico. Metteremo operatori dedicati a far sì che il progetto possa realizzarsi, ringraziando davvero per la collaborazione”.
Un progetto rivolto ai giovani e che vede la partecipazione della componente scolastica fondamentale, a partire dal Liceo Artistico Manfredini, che si è espresso nella realizzazione e studi o dei tabelloni grafici della città. I bozzetti sono partiti da due concetti: il guardare in alto, in un senso di vittoria, prestigio ed ambizione ed il gioco e lavoro di squadra.
Non solo il Liceo Artistico ma anche una collaborazione con il Liceo Scientifico, in una riscoperta della città, nell’ottica di valorizzazione e conoscenza della diversa struttura cittadina, con l’obiettivo di portare un canestro in ogni parte della città. Un progetto che entusiasma il Liceo, presente nella figura del Professor Zaga: ”L’idea di riqualificazione attraverso un lavoro fatto dai ragazzi in un senso di dovere civico ed inclusione basati su una collaborazione unica è importante e siamo felici di poter collaborare a questo bellissimo progetto”.
Giovani, sport ed aziende, in un senso di responsabilità sociale verso il territorio e la città, presenti nel support e sponsorizzazione del progetto come Vibram, che è stata fondamentale nella riqualificazione del campetto di Casbeno. Una realtà aziendale, quella di Vibram, che si impegna non solo nel mero lavoro tecnico ma nella formazione dei dipendenti a livello sociale e di inclusione e collaborazione, interno all’azienda e con il territorio, nell’ottica di far sentire ogni lavoratore una parte concreta nella realizzazione di vari progetti.
Testimonial d’eccezione per l’iniziativa, in un’ottica di passaggio generazionale sportivo, nato dai campetti delle città, Massimo Ferraiuolo, Andrea Meneghin, Giancarlo Ferrero e Matteo Parravicini, ed è proprio il Team Manager biancorosso che si mette in prima fila in questo nuovo progetto: ”Un’iniziativa bellissima che mi gasa molto. Sento un grande senso di responsabilità verso i giovani per cercare di creare coinvolgimento, passione ed inclusione verso lo sport e la società. E’ inutile cercare di paragonare i miei tempi, con le frequentazioni dell’epoca ad esempio all’oratorio di San Vittore dove ho passato moltissime ore a giocare con ragazzi di ogni età, ad oggi, dove la vita sociale e relazionale dei ragazzi è doverosa. E’ importante però riuscire a trasmettere questo senso di responsabilità verso chi partecipa a questo progetto nei confronti dei ragazzi”.
Giovanni Maestri, Stefano Milani, il suo prof di religione Zambelli senior e Broggini, il quintetto ideale da campetto di un Andrea Meneghin simbolo di Pallacanestro Varese nato e cresciuto nei campetti cittadini, che parla delle relazioni in quei luoghi come un legame che anche dopo anni non cambia mai.
Immancabile il commento del capitano Giancarlo Ferrero, già uomo di riferimento nei primi passi dell’iniziativa nelle scuole e nell’inaugurazione del campetto a Casbeno: ”Parlare dei campetti varesini dopo Meneghin e Ferraiuolo non è semplice. Parto dal fatto che per ridare vita a questi luoghi un’idea come questa sia determinante, perché crea legame tra la città, la strada, i ragazzi e la Pallacanestro Varese. Io personalmente ho passato la mia infanzia e gioventù nei campetti di Bra a sbucciarmi le ginocchia e divertirmi. Il bello di quelle partite era il fatto che il risultato non era mai scontato. Io abitando a Lissago qui ho imparato ad apprezzato i campetti di Casbeno e di Viale Europa, ma anche quello di Bobbiate penso sia un posto unico”.
Passato, presente e futuro del basket varesino, quanto mai affermato, con Matteo Parravicini pronto ad iniziare una nuova avventura in A2 con Scafati. Partito dal campetto dell’oratorio di Casbeno, è arrivato fino alla serie A: ”Ci tengo a dire quanto i campetti siano stati e siano tutt’ora importanti per me. Lì ho creato grandi legami ed amicizie che ancora oggi mantengo. Il campetto è un luogo sacro per me, dove non esistono distinzioni o discriminazioni”.
Alessandro Burin