Se fino a qualche settimana fa si iniziava ad intravedere un accenno di normalità con la ripresa degli allenamenti, con il passare dei giorni l’andamento epidemiologico è peggiorato e per questo il Città di Samarate ha deciso di interrompere ogni tipo di attività: “Ci fermiamo perché adesso la situazione è grave e i più colpiti dal virus sono i giovani – comincia così a spiegare il ds Sergio Caccia –. Avevamo iniziato gli allenamenti mettendoci una mano sulla coscienza, per andare incontro ai genitori che lavorano e per far sì che i ragazzi potessero vedersi tra di loro. Non era calcio, perché erano tutti distanziati con il proprio pallone, ma almeno si divertivano, si svagavano ed era un modo per stare fuori casa, senza playstation. Adesso è davvero un problema sociale. Stiamo cercando di fare del bene per tutti ma la situazione è complessa e bisogna stare attenti. C’erano ragazzi – prosegue raccontando l’entusiasmo e le emozioni dei primi giorni della ripresa – che venivano dietro ai cancelli alle 15:00 quando l’allenamento iniziava alle 17:00, oppure, essendo che non abbiamo fatto ripartire tutte le categorie nello stesso momento, c’erano genitori che chiamavano per chiedere come mai alcune categorie avevano già ripreso e il proprio figlio no. Ho visto certi sorrisi quando i bambini passavano davanti al mio ufficio che non si possono immaginare”.

Come sottolinea il dirigente, gli allenamenti si possono ancora svolgere ma la scelta della società è dettata da un senso di responsabilità: “Non è ancora arrivata l’ordinanza di fermarci ma stiamo usando la nostra testa, dobbiamo prendere delle decisioni e dobbiamo pensare se far divertire i nostri ragazzi e al contempo mettere a rischio loro e le proprie famiglie oppure no. Non possiamo farlo e mi dispiace tantissimo fermarci di nuovo. Domenica prossima avevamo in programma un evento importante per il sociale con Vharese e i ragazzi sarebbero venuti sul nostro campo. Avevamo fatto di tutto per organizzarlo ma abbiamo dovuto annullarlo. Purtroppo siamo ancora una volta in questa situazione”.

Il ds prosegue con una dura presa di posizione: “Se faranno partire il campionato a giugno il Samarate non parteciperà. È una presa in giro. E poi, come possono arrivare alla ripresa i ragazzi? Tra possibili infortuni e con la voglia che magari inizia a mancare. Non per le giovanili, ma per la prima squadra per noi del Samarate la stagione è finita. Ero convinto che il settore giovanile sarebbe ripartito, magari ad aprile, anche con un girone di andata o con dei tornei però ora con questa situazione non lo so. Penso di dare un programma-gioco ai ragazzi che poi lo riporteremo come un esame per quando ritorneremo, per motivarli e non demoralizzarli”.

E con la voce rotta dal dispiacere conclude così: “Le istituzioni non hanno fatto niente per risolvere, siamo delle vittime del sistema. Hanno lasciato andare troppe realtà, come i mezzi di trasporto pieni ma pieni di giovani. Spero di partire a settembre/ottobre con una normalità, come il campionato, ma ci vogliono i vaccini e bisogna vaccinare i più giovani così possono andare a scuola, possono giocare a calcio e quindi possono ripartire e ripartendo loro ripartiamo tutti perché loro hanno una trasmissione pazzesca”.

Roberta Sgarriglia

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