Il Giro d’Italia si è concluso da ormai una settimana e negli occhi della Eolo-Kometa c’è ancora la straordinaria impresa di Lorenzo Fortunato in vetta allo Zoncolan. Ma, oltre a questo, la 104esima edizione della Corsa Rosa ha lasciato parecchi argomenti di cui discutere e lo facciamo con Dario Andriotto, talent scout della formazione guidata da Ivan Basso.

“Noi della Eolo – comincia l’ex professionista bustocco – non possiamo che essere orgogliosi di quanto fatto perché abbiamo dimostrato di meritare la Wild Card e ci auguriamo di essere richiamati anche l’anno prossimo e in altre corse: siamo sempre stati protagonisti con chilometri e chilometri di fughe, la vittoria sullo Zoncolan è stata la ciliegina sulla torta e, oltre a questo, conto anche i tanti piazzamenti. Per noi è stato un grande Giro”.

Chi si è messo più in luce in casa Eolo è senz’altro lo stesso Fortunato e Andriotto spende belle parole per il bolognese classe ’96: “Nell’ultimo tappone è arrivato nono e, in generale, ha disputato davvero un gran bel Giro concludendo in sedicesima posizione, terzo fra gli italiani. Ha dimostrato di poter stare con i grandi e il futuro è dalla sua; dovremo essere bravi a tenerlo con noi perché inevitabilmente avrà tante richieste. Crono? Su quello deve lavorare tanto ma in realtà e la Eolo a dover migliorare da questo punto di vista perché se arrivassero delle cronosquadre saremmo in difficoltà”.

Da gregario qual era, Andriotto non può poi fare a meno di elogiare l’autentica impresa di Damiano Caruso: “Parlare di lui come un gregario è quasi indecoroso perché di fatto era un capitano adattato a fare l’ultimo uomo di Landa. Diciamo che è sempre stato un gregario di lusso e questo Giro ha dimostrato che, dandogli spazio, può fare grandi cose; secondo me giorno dopo giorno anche lui si è convinto di avere enormi potenzialità. Peccato per l’età che avanza, ma ad avercene di gente come lui”.

Uno stratosferico Caruso si è arreso solo ad un fenomeno di dieci anni più giovane: Egan Bernal ha ammazzato il Giro fin dalla prima settimana e lo stesso Andriotto aveva pronosticato fin da subito la vittoria del colombiano: “Ha dominato la corsa anche se negli ultimi giorni l’ho visto abbastanza stanco; avere alle spalle uno squadrone come la Ineos vuol dire tanto e infatti l’hanno aiutato in maniera eccezionale nell’unico giorno di vera crisi. In ogni caso bisogna anche dargli il merito di essersi gestito bene, è stato un calcolatore e si è meritatamente portato a casa il Trofeo Senza Fine”.

Archiviato il Giro d’Italia, comunque, la stagione ciclistica procede a ritmi serrati. Quali saranno i prossimi impegni della Eolo-Kometa? “Tra il 15 e il 17 giugno saremo impegnati nell’Adriatica Ionica Race e poi correremo il Gran Premio di Lugano domenica 27 giugno; nel mezzo ci saranno ovviamente i Campionati Italiani il 20 giugno con arrivo a Imola. Obiettivo? Il circuito è impegnativo e ricalca quello dei mondiali: noi cercheremo di dare fastidio e, perché no, provare il colpaccio. Essere protagonisti ci piace e vogliamo sempre rispondere presente”.

Matteo Carraro
(immagine FB Giro d’Italia)

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